Appena arrivati alla Sala Spinelli del Parco Ecolandia si capisce subito che quello che andrà in scena non sarà uno spettacolo consueto. I due attori, in perfetta tenuta da uomini della security, accolgono gli spettatori dando indicazioni e facendo capire che lo spettacolo è già cominciato ancora prima dell’inizio. Andrea Borgogno e Alessio Negro sono pienamente padroni della scena e accompagnano il pubblico in questo itinerario tra il surreale e la quotidianità prendendolo per mano e facendolo sentire parte dalle scena. Ma attenzione, a dispetto delle premesse, non c’è l’intenzione di far ridere in questo lavoro che è stato realizzato assieme a un grande maestro internazionale della clownerie, Pierre Byland, con l’apporto fondamentale di Mareike Schnitker, come i protagonisti tengono a sottolineare. “In occasione” vira più verso la direzione della tragedia anche se in più punti si ride anche e ci si diverte. Ed è una specie di metafora della vita questa. Da una situazione di ordine, di un programma ben preciso che vede i due protagonisti impegnati a preparare la cerimonia di accoglienza per l’arrivo del presidente, con tanto di tappeto rosso, pianta di circostanza e pulpito per il discorso, un imprevisto fa scattare l’imponderabile. L’ordine diventa disordine e tutto quello che prima era rigorosamente inquadrato evolve verso il disastro. Alla fine, la scenografia dello spettacolo viene distrutta in una serie di colpi di scena da cui non si può più tornare indietro. Ma proprio perché la situazione è diventata così tragica, la catastrofe così evidente, paradossalmente alla fine l’unica soluzione diventa l’accettazione del nuovo status. E anche il pubblico attua questa sorta di transfert, finisce per immedesimarsi nei protagonisti anche se è ben felice di non essere al loro posto. Gli stessi protagonisti, alla fine, accettano il nuovo stato di disordine, trovando piccole consolazioni. Andrea Borgogno e Alessio Negro, fondatori del Teatro del Fiasco, sono molto affiatati sulla scena e ricalcano sicuramente le orme dei grandi maestri internazionali della clownerie. Realizzano un spettacolo straordinario sfruttando in maniera magistrale anche lo spazio scenico della sala, interagendo con gli elementi, le porte antincendio, le finestre, gli elementi del luogo facendo capire che ci troviamo di fronte a uno spettacolo che ogni sera diventa diverso. In sostanza, portano in scena l’uomo qualunque all’interno anche di un luogo fisico ben definito che, al pari della vita umana, fa parte di questo continuo passaggio tra ordine e disordine, programmazione e imprevisto, le grandi formalità delle convenzioni, come può esserlo una parata presidenziale, e le piccole cose che alla fine possono lo stesso consolare e dare soddisfazioni, come un semplice pizza margherita. Uno spettacolo ben congegnato in cui si capisce subito la grande qualità degli attori e della scrittura. Veramente una perla che ha entusiasmato il pubblico del festival, prodigo di lunghi applausi, e che testimonia il grande lavoro di selezione artistica compiuto dai direttori Maria Milasi e Americo Melchionda del Globo Teatro Festival, Connessioni Periferiche, un evento Officine Jonike Arti realizzato nell’ambito di ReggioFest2022 Cultura Diffusa, Accordo di Programma Mic, Comune di Reggio Calabria. Il festival continua la sua lunga programmazione che si protrarrà fino a dicembre.
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