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“Operazione Revolvo”, ‘Ndrangheta su commesse ed appalti

L'ordinanza eseguita dalla Finanza prevede i domiciliari per 3 imprenditori ed un funzionario pubblico, 10 indagati e 11 imprese sequestrate

di Sebastiano Plutino

Appalti e commesse gestite dalla Ndrangheta. Imprenditoria asservita, funzionari pubblici corrotti. Ancora una volta, nulla di nuovo. L’operazione antindrangheta, denominata “Revolvo”, condotta dalla Guardia di finanza in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, ha ristretto ai domiciliari tre imprenditori ed un funzionario pubblico, altre dieci persone indagate nell’inchiesta ed il sequestro preventivo di undici imprese del settore edile, dal valore stimato di oltre 10 milioni di euro. Concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante dell’agevolazione alla ‘ndrangheta, sono i reati contestati ai soggetti sottoposti al provvedimento domiciliare. L’ennesimo impietoso scenario che emerge dalle  indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria vede un unico gruppo familiare ‘Ndranghetista a capo di una cordata di imprenditori edili, ad essa contingui che tramite dei funzionari pubblici compiacenti, di una passata amministrazione reggina, sarebbe riuscito a giudicarsi diverse gare di edilizia pubblica. Nel dettaglio, sarebbe stato accertato un consolidato e ramificato sistema illegale basato su protratti e costanti favoritismi nel tempo, verso la famiglia mafiosa, in cambio di vantaggi elargiti ai funzionari al suo soldo. Dalle indagini condotte dalla Finanza emerge, inoltre, la grave condotta di un Carabiniere che avrebbe non solo permesso ad uno degli indagati, ristretto ai domiciliari, di disattendere sistematicamente le prescrizioni derivanti dalla misura cautelare, ma anche fornito mezzi ed apparecchiature tecniche per permettere agli indagati di eludere, tramite “bonifiche ambientali” di fatto, intercettazione, da parte degli inquirenti, a loro carico.  Il Sindaco ff Brunetti elogia il lavoro degli inquirenti sul contrasto alla criminalità organizzata con queste parole «La recente operazione denominata “Revolvo” che ha interessato alcuni funzionari del Comune dimostra, ancora una volta, la preziosa presenza e pervicacia della magistratura reggina che, anche a distanza di dieci anni, tiene accesi i propri riflettori sulle dinamiche della pubblica amministrazione provando a far luce su atteggiamenti e circostanze che l’amministrazione comunale, sin dal primo giorno del suo insediamento, combatte e osteggia con azioni e comportamenti sempre improntati sui criteri di legalità, correttezza e trasparenza». E’ quanto afferma il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, che in una nota stampa ringrazia gli inquirenti della Procura di Reggio Calabria per «il lavoro, utile e fondamentale, portato avanti nella convinzione che, uniti, si possa finalmente ricondurre il territorio verso quella normalità che, ognuno di noi, nel proprio piccolo e nelle proprie funzioni, cerca quotidianamente di raggiungere per il bene della comunità».
«Mi auguro – ha concluso l’inquilino di Palazzo San Giorgio – che i dipendenti comunali interessati dal provvedimento giudiziario possano, comunque, dimostrare la totale estraneità ai fatti contestati».

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