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Catturato Matteo Messina Denaro, il capo di Cosa Nostra

Il superboss di Castelvetrano è stato catturato dai Ros all'interno della clinica palermitana "La Maddalena". Era latitante da 30 anni

di Sebastiano Plutino

Il boss Matteo Messina Denaro e Capo di Cosa Nostra, latitante dal ’93, è stato arrestato questa mattina dai Carabinieri del Ros, assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali, all’interno della clinica privata “La Maddalena”, al centro di Palermo. L’inchiesta che ha portato alla cattura del superlatitante di Castelvetrano, che sarebbe già stato trasferito in località segreta, è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Catturato, mentre era in day hospital a sottoporsi ad una giornata di terapie perchè affetto da un tumore, spiega il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto, nella clinica nella quale pare fosse seguito da oltre un anno, non avrebbe opposto resistenza , Struttura che, prima del blitz, sarebbe stata messa in sicurezza da decine di uomini delle forze dell’ordine, prima del blitz, per garantire l’incolumità degli altri pazienti. A metà novembre, infatti, Il Gazzettino aveva riportato le dichiarazioni di Salvatore Baiardo, colui che ha gestito la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano in Nord Italia. Baiardo aveva dichiarato che Messina Denaro fosse gravemente ammalato. Nel settembre scorso invece l’arresto di 35 persone, ritenute fiancheggiatori del boss. Tra queste anche Francesco Luppino, considerato uno dei fedelissimi di Matteo Messina Denaro. Il mafioso più pericoloso e ricercato d’italia, da tre decenni, il fantasma che, da ombra, ha continuato a gestire Cosa Nostra, la figura criminale più l’introvabile, imprendibile, diventata ossessione degli inquirenti negli ultimi 3 decenni, sul quale son stati scritti centinaia di articoli, decine di libri, informative d’indagine lunghe migliaia di pagine. Per il suo arresto, negli anni, sono stati impegnati centinaia di uomini delle forze dell’ordine. Matteo Messina Denaro era soprattutto l’unico boss rimasto in libertà a conoscere i segreti delle stragi. Da Riina ai fratelli Graviano, passando per Leoluca BagarellaGiovanni Brusca e poi anche Bernardo Provenzano, tutti gli uomini della piovra che hanno attraversato quel biennio di terrore sono finiti, in un modo o nell’altro, in gabbia. Tutti tranne lui, fino ad oggi.

Dopo i 23 di Riina ed i 38 anni di latitanza di Provenzano, finisce anche quella, dopo 30, dell’ultimo boss responsabile delle stragi di Roma e Milano e Firenze, ancora in libertà. Figlio del capomafia di Castelvetrano (TP), Ciccio, Matteo Messina Denaro, soprannominato “U siccu” e “Diabolik”, è stato lo storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, latitante da 30 anni, da quando, con una lettera, preannunciò la sua vita da Primula Rossa. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”. Capomafia trapenese condannato per decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido, dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma.

Arrivano le dichiarazioni delle più alte cariche istituzionali e politiche: il Presidente Mattarella e Meloni, il Ministro dell’Interno, Difesa ed Infrastrutture, Piantedosi, Crosetto e Salvini «Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la Magistratura». Lo si legge in una nota del Quirinale. «Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia» afferma il presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo aver appreso la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. «All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia». «Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia». Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi appena appresa la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro al suo arrivo ad Ankara per incontrare il suo omologo turco. «Complimenti – ha aggiunto – alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie». «Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia» ha scritto su Twitter il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Anche il vicepremier Matteo Salvini ha ringraziato l’operato delle forze dell’ordine: «Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai».
«Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all’arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. All’indomani dell’anniversario dell’arresto del Capo dei capi Toto’ Riina, magistratura e Forze dell’ordine hanno inferto oggi un altro colpo durissimo alla criminalità organizzata. Bene così, la lotta alla mafia non conosca tregua». Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

 

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