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Sacal nega aereoporto per conferenza intitolazione a C.Alvaro

Sacal nega autorizzazione autorizzazione per intitolare l’aeroporto regionale di Lamezia Terme a Corrado Alvaro

di Sebastiano Plutino

Su iniziativa del professore universitario alla Sapienza, Gianluca Passarelli e del giornalista Paride Leporace è stata promossa una petizione pubblica per intitolare l’aeroporto regionale di Lamezia Terme a Corrado Alvaro. L’appello promosso anche per favorire una discussione sull’unità istituzionale e politica della nostra Regione è stato pubblicato dai principali giornali e siti calabresi raccogliendo l’adesione di oltre 1100 cittadini, con firme di celebri scrittori, prestigiosi intellettuali, esponenti della politica.

Per presentare i risultati della nostra mobilitazione avevamo pensato di promuovere una conferenza stampa in uno spazio dell’Aereoporto di Lamezia Terme, luogo investito dalla nostra provocazione culturale.

Con una mail alla Sacal abbiamo chiesto per tempo “modalità e autorizzazione” per tenere l’incontro con la stampa in qualunque spazio per illustrare i risultati e per spiegare le finalità dell’iniziativa. La mail è stata inviata dopo aver interloquito con personale della Sacal, che ci ha gentilmente indicato indirizzi e procedure, non sollevando nessun problema.

Il 2 marzo la segreteria del presidente ci ha comunicato “l’impossibilità” a soddisfare la nostra richiesta adducendo questa spiegazione: “ Il nostro aeroporto, infatti, da qui a breve sarà interessato da lavori di restyling che ci impediscono di prendere impegni che vedono interessati il sedime aeroportuale”.

Oltre al constatare l’italiano tecnico del “sedime” e a ripensare alla data chiesta del “venerdì 17” non rivelatasi molto propiziatoria, abbiamo chiesto ad personam delucidazioni sui lavori quanto  “a breve”, per comprendere l’intoppo che impedisce l’autorizzazione. Abbiamo ricevuto imbarazzi e balbettii non esistendo nessuna data certa di lavori, i quali ricordiamo sono stati annunciati ad ottobre. Convocheremo la conferenza stampa in altro luogo e spazio, ma rimane l’amara constatazione che in Calabria lo spazio pubblico è ancora gestito con una visione molto privata e autocratica.

 

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