Oltre cento lavoratori impegnati da anni nel settore delle strutture residenziali psichiatriche che rischiano di rimanere senza lavoro, nel silenzio assordante della politica. Legacoopsociali Calabria chiede l’attivazione di un tavolo di conciliazione e di ogni atto necessario ad aprire un dialogo con i vertici dell’Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 di Reggio Calabria e del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria affinché si individui il
percorso migliore per porre fine a questa preoccupante situazione. E lo fa con una lettera inviata al prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.
“Imbarazzante il silenzio della politica e delle istituzioni rispetto ad una situazione divenuta oramai esplosiva – si legge nella lettera -. Lo stato di agitazione e la proclamazione di sciopero da parte dei lavoratori delle cooperative sociali che operano nelle strutture residenziali psichiatriche a gestione “mista”, insieme all’Azienda Sanitaria Provinciale n. 5 di Reggio Calabria, sembra non interessare nessuno. Eppure oramai da tantissimo tempo si continua a denunciare una situazione non più sostenibile che rischia di produrre effetti devastanti dal punto di vista sanitario, sociale ed economico in un territorio impoveritosi fortemente negli anni di servizi anche essenziali”.
“Oltre cento lavoratori impegnati in tali strutture, da più di trent’anni, rischiano di rimanere disoccupati. Forte è la preoccupazione dei familiari degli utenti ricoverati di ritrovarsi da soli, abbandonati al proprio destino ed a dover gestire in solitudine l’eventuale dimissioni dei propri congiunti per la chiusura di tali servizi”, si legge ancora nella lettera con cui Legacoopsociali Calabria chiede da subito l’interessamento di Sua Eccellenza dottor Massimo Mariani, Prefetto di Reggio Calabria, per “l’attivazione di un tavolo di conciliazione e di tutte quelle procedure necessarie ad aprire un dialogo con il vertici dell’ASP n. 5 di Reggio Calabria e del Dipartimento Tutela della Salute Regionale, affinché si individui il percorso migliore per porre fine a questa immane vergogna”.