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Operazione “Nuove leve”: arrestati 11 giovani per armi e droga

Arrestati dai Carabinieri di Reggio e Latina 11 giovani per atti intimidatori, detenzione di armi e spaccio di droga

di Sebastiano Plutino

Nella mattinata odierna, alle prime luci dell’alba, nelle province di Reggio Calabria e Latina, i Carabinieri della Compagnia di Palmi, nell’ambito dell’operazione denominata “Nuove Leve”, hanno dato esecuzione a due correlate ordinanze applicative di misure cautelari personali,  emesse dal GIP presso il Tribunale di Palmi e dal GIP presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria, nei confronti di 11 soggetti – di cui  7 in carcere e 4 agli arresti domiciliari – ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di danneggiamento aggravato, detenzione abusiva di armi e munizionamento, comuni e da guerra, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Palmi, diretta dal Dott. Emanuele Crescenti, dalla Procura dei minori di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Roberto Placido Di Palma, scaturisce dall’attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Palmi da novembre 2021 ad agosto 2022, avviata a seguito di un danneggiamento con colpi di arma da fuoco avvenuto presso l’abitazione di una privata cittadina.

Nella specifica circostanza, due individui con indosso delle tute bianche e volti travisati, avevano esploso 18 colpi di pistola al portone di ingresso e al garage dell’abitazione della donna, rimasta illesa probabilmente solo perché considerata l’ora tarda in cui era stato commesso il fatto, fortunatamente si trovava già in camera da letto.

A seguire una breve ricostruzione della dinamica della vicenda.

“Sono gli ultimi giorni di ottobre 2021 quando i Carabinieri della Stazione di Seminara a seguito di un’aggressione avvenuta nei confronti di un residente del posto e dei 2 figli minorenni, hanno avviato i successivi accertamenti che hanno consentito di denunciare all’Autorità Giudiziaria un gruppo di ragazzi, la cui individuazione è stata resa possibile soprattutto grazie alla collaborazione di una signora del posto, che era stata testimone dell’aggressione avvenuta proprio sotto la sua abitazione, in grado di riconoscerne gli autori e di fornire i filmati della sua videosorveglianza. Durante la commissione dell’evento criminoso, la donna avrebbe anche cercato verbalmente di convincere gli aggressori a desistere, ricevendo però chiare minacce da parte di alcuni di loro.

È stato solo pochi giorni dopo, agli inizi di novembre, che si verificò il danneggiamento a colpi di arma da fuoco presso l’abitazione della stessa donna e da lì le immediate indagini poste in essere alla ricerca degli autori dai militari dell’Arma volte ad accertare anche il presunto collegamento con il precedente fatto delittuoso.

Le successive attività investigative, hanno permesso oltre che di individuare i due giovani responsabili del danneggiamento, anche di ricostruire la fitta rete di comunicazioni intorno agli stessi di un nutrito gruppo di soggetti, per lo più tra i 19 e i 30 anni, capaci di condotte delittuose gravi, potendo contare anche sull’appoggio di loro conoscenti e parenti di rilievo criminale, in grado di reperire armi e droga con estrema facilità, successivamente identificati negli odierni indagati”.

 

Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase dibattimentale.

“Considero l’operazione di oggi di estrema importanza per il territorio perché ci troviamo in quella zona borderline in cui ci sono soggetti che aspirano a fare il passaggio alla criminalità organizzata”. Lo ha detto il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti durante la conferenza stampa sull’inchiesta “Nuove leve” condotta dai carabinieri che stamattina hanno arrestato 11 persone per danneggiamento aggravato, detenzione abusiva di armi, anche da guerra, e detenzione e spaccio di droga. L’indagine ha riguardato il territorio di Seminara e di altri comuni limitrofi della Piana di Gioia Tauro. Tra i reati contestati non c’è quello associativo ma si è trattato di un’inchiesta “sviluppata ancora una volta – ha aggiunto il magistrato – attraverso le intercettazioni telefoniche, attraverso la verifica dei telefonini e dell’attività sulle chat tanto di moda oggi. Questo ci ha consentito di ricostruire un commercio molto forte, ma anche molto importante, sia dal punto di vista qualitativo sia dal punto di vista quantitativo di armi, armi da guerra e una serie di episodi criminosi, dall’organizzazione di una rapina danni di un corriere allo smercio di sostanza stupefacente”. “Ribadiamo – ha sostenuto il procuratore Crescenti – l’importanza di lavorare con strumenti tecnologici come le intercettazioni. Bloccare questo tipo di attività, tagliar via questa fetta sempre più importante della nostra realtà da un da un’attività investigativa è anacronistico, assolutamente anacronistico. Non ci avrebbe permesso di essere qui e quelle armi sarebbero ancora in giro”. (ANSA

 

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