La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nel processo sull’omicidio di Francesco Bagalà, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 dicembre 2012 a Gioia Tauro. È diventata definitiva, quindi, l’assoluzione di Giuseppe Brandimarte, di 52 anni, e Davide Gentile, di 34, che in primo grado erano stati condannati all’ergastolo. La Prima sezione della Suprema Corte ha dichiarato inammissibile l’appello proposto dalla Procura generale accogliendo la tesi dei difensori degli imputati, gli avvocati Giuseppe Fonte e Dario Vannetiello per Brandimarte e Salvatore Staiano e Nico D’Ascola per Gentile. Secondo l’accusa, il movente dell’omicidio di Bagalà sarebbe stato da collegare ad una vendetta per il tentato omicidio dello stesso Giuseppe Brandimarte, che era avvenuto nel 2011. Tesi che i difensori, nel processo d’appello, avevano definito destituita di fondamento. “Così – è scritto in una nota stampa dell’avvocato Vannetiello – si conclude un processo complesso nel quale sono state polverizzate le dichiarazioni accusatorie provenienti da una pluralità di collaboratori di giustizia, quali Femia, Furfaro, Ieranò e Cortese”. (ANSA).
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