“Ho preso parte come relatore all’incontro organizzato a Roma, nella Sala Nassirya del Senato, dal titolo ‘Emergenza Alzheimer. Le risorse di una sfida possibile’, su iniziativa della senatrice Barbara Guidolin (M5S). Un evento che è andato al di là dell’appartenenza politica. Abbiamo voluto lanciare un grido d’allarme e un appello alle istituzioni, assumendo l’impegno di allargare il dibattito a tutte le forze politiche. In quest’ottica, la senatrice Guidolin ha annunciato l’istituzione di un intergruppo parlamentare Alzheimer che possa sensibilizzare governo e opinione pubblica”. Lo scrive in una nota Amalia Bruni (Partito democratico), vice presidente della commissione Sanità in consiglio segionale. “La nostra idea – prosegue – è quella di coinvolgere non solo trasversalmente la politica ma anche quella di includere le associazioni e le istituzioni in generale. Naturalmente il principale obiettivo sarà quello del rifinanziamento del Fondo nazionale delle demenze perché se vogliamo combattere l’Alzheimer in modo efficace occorrono risorse per la ricerca, aiuti alle famiglie e un progetto per costruire una rete di sostegno e protezione per questi malati fragili e loro famiglie. E questo non si può fare senza un impegno importante di tutte le istituzioni e senza un impegno economico adeguato. Per questo sono convinta che oltre al rifinanziamento del Piano nazionale demenze, è necessario prevedere l’implementazione di una strategia circostanziata in grado di fornire risorse strutturali: personale, strumenti e progettualità. Alla luce del quadro che emerge dalle conoscenze risulta inoltre centrale e fondamentale, oltre alla ricerca, la prevenzione attraverso la quale incidere positivamente sugli stili di vita della popolazione e ridurre drasticamente la numerosità dei pazienti del futuro. In Italia la demenza costa dai 16 ai 18 miliardi all’anno. Finanziare oggi significa risparmiare domani. Nicola Vanacore, responsabile dell’Osservatorio delle demenze Iss, sottolinea le vistose differenze organizzative e assistenziali nei vari sistemi regionali e per questo oltre che ai fondi c’è bisogno non solo di aggiornare il Piano nazionale delle demenze ma anche di rendere i Cdcd strutture pluriprofessionali in grado di prendere in carico adeguatamente la numerosità dei pazienti e ancora una regia costante del monitoraggio. Manuela Berardinelli, presidente di Alzheimer uniti Italia ha posto l’accento sulle difficoltà delle famiglie che chiedono una presa in carico globale dei pazienti mentre oggi avvertono un senso di solitudine, quasi di abbandono da parte delle Istituzioni. Ma per ovviare a questo bisogna avere strumenti e mezzi che ad oggi mancano. È necessario dunque coinvolgere massicciamente il sistema sociosanitario per aiutare la famiglia ed il caregiver”. “Io sono fiduciosa – conclude Amalia Bruni – perché ritengo che questo convegno abbia aperto una nuova strada e che l’Intergruppo servirà a creare la condivisione indispensabile per una tematica così enormemente e drammaticamente rilevante. Solo unificando i nostri sforzi potremo raggiungere l’obiettivo”. (ANSA).
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