I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato 108 persone – 85 in carcere – in esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina.
Gli indagati sono accusati a vario titolo d’associazione mafiosa; concorso esterno e traffico internazionale di droga con l’aggravante di transnazionalità e di ingente quantità; traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio; favoreggiamento; trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.
L’operazione, denominata “Eureka”, ha colpito in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.
Coordinata dal capo della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo, l’indagine “Eureka” si è sviluppata nell’ambito di due squadre investigative comuni: una intercorsa tra la Dda di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf; l’altra tra la Dda reggina, l’Ufficio del giudice istruttore del Tribunale di Limburg ed il Procuratore federale di Bruxelles. Entrambe le squadre investigative sono state coordinate da Eurojust che ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il componente italiano Filippo Spiezia.
Tra i 108 arrestati ci sono anche due minori nei confronti dei quali su richiesta del procuratore dei minorenni Roberto Di Palma è stata eseguita una misura cautelare.
Sgominato traffico internazionale di droga: operazioni in tutta Europa e Australia
L’operazione ha ricostruito e sgominato un importante traffico internazionale di droga, in virtù del quale questa mattina oltre 20 perquisizioni sono state effettuate in Belgio, Portogallo, Francia, Germania e in altri Paesi. La comunicazione arriva direttamente dalla Procura Federale belga, che evidenzia come il blitz abbia preso di mira “oltre un centinaio di sospetti membri della mafia calabrese“. Il fascicolo, viene riferito, è stato aperto dalla procura federale del Belgio, in collaborazione con la procura del Limburgo, la polizia giudiziaria federale belga, Eurojust, Europol e vari Paesi, in particolare l’Italia.
In contemporanea al blitz dei carabinieri in Calabria, che ha riguardato numerosi Paesi europei e l’Australia, e alle operazioni delle Dda di Milano e Genova, le autorità giudiziarie belghe e tedesche hanno eseguito rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità giudiziarie, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio.
Nel blitz condotto questa mattina dalla polizia belgam, in particolare, “gli arresti totali in Belgio sono stati tredici, sette dei quali con mandato d’arresto europeo emesso dall’Italia che ne ha chiesto la consegna alle autorità italiane“, come riferito dal magistrato belga Antoon Schotsaert in conferenza stampa, precisando che “i tempi di consegna all’Italia potrebbero richiedere alcuni mesi a secondo della loro posizione davanti ai giudici“. Sono stati inoltre sequestrati tre veicoli di lusso, almeno 20mila euro in contanti e diverse armi proibite.
Operazione Eureka: tutti i dettagli del maxi blitz alla ‘ndrangheta
Il gip di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, ha disposto il sequestro preventivo di beni per circa 25 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito in Italia, Portogallo, Germania e Francia ed ha riguardato società commerciali e beni mobili e immobili. Sei tonnellate di cocaina sono state movimentate tra il maggio 2020 e il gennaio 2022 dalle cosche di ‘ndrangheta colpite stamani dall’operazione “Eureka”, tre delle quali sequestrate dagli investigatori.
Nel corso delle indagini sono stati registrati i contatti tra le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino con esponenti del clan del Golfo, l’organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale. I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria, infatti, hanno ricostruito numerosi episodi di importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon. Gli investigatori hanno ricostruito anche i flussi di soldi riconducibili alle compravendite dello stupefacente che venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. Complessivamente sono circa 22 milioni e 300mila euro le somme spostate con queste modalità. Soldi che in parte sarebbero stati reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare e finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.
Operazione Eureka: lo sviluppo delle indagini, iniziate nel 2019
Le indagini che hanno portato all’operazione “Eureka” hanno fotografato l’esistenza e l’operatività di tre maxi-associazioni criminali finalizzate al traffico internazionale di droga, facenti capo alle più potenti famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionica. L’inchiesta, infatti, ha riguardato le cosche Pelle, Strangio, Nirta, Giampaolo, Mammoliti e Giorgi, che hanno sedi decisionali nel reggino e ramificazioni e basi logistiche in varie regioni d’Italia e all’estero.
L’inchiesta è partita nel giugno 2019 grazie al raccordo tra i carabinieri e la polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti ritenuti vicini alla cosca Nirta di San Luca attiva a Genk. In un primo momento, l’inchiesta era orientata verso alcuni esponenti della famiglia Strangio, detti “Fracascia“, riconducibili alla cosca Nirta. Progressivamente le indagini coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Giuseppe Lombardo sono state estese a diverse famiglie della Locride, interessando anche il locale di Bianco.
I soldi del narcotraffico venivano riciclati nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare. La prima associazione ricostruita riguarda la famiglia Nirta “Versu” di San Luca che aveva un’articolazione in Brasile rappresentata dal latitante Vincenzo Pasquino, catturato nel 2021 insieme al boss Rocco Morabito. La seconda è riferibile alla famiglia Mammoliti “Fischiante” di Bovalino con articolazioni in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia e contatti diretti con i fornitori sudamericani di cocaina e con trafficanti internazionali quali Denis Matoshi, attualmente latitante a Dubai. La terza associazione, invece, fa capo alla famiglia Strangio “Fracascia” collegata con le cosche Nirta-Strangio coinvolte nel 2007 nella strage di Duisburg. Questa terza organizzazione, secondo gli investigatori, aveva stabili articolazioni a Genk (Belgio), Monaco di Baviera (Germania), in Spagna e a Camberra (Australia).
L’inchiesta ha anche fatto luce sulla latitanza del boss Rocco Morabito detto “Tamunga“, già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Viminale, arrestato dai carabinieri in Brasile nel 2021, insieme a Vincenzo Pasquino, all’epoca latitante per la Dda di Torino. Entrambi figurano nell’ordinanza eseguita oggi su richiesta della Dda che si è avvalsa della collaborazione, tra gli altri, della Polizia Federale Brasiliana, dell’Fbi, della Dea e dell’Interpol. Morabito, secondo l’accusa, avrebbe anche offerto un container di armi da guerra a un’organizzazione paramilitare brasiliana in cambio di ingenti quantità di droga verso il porto di Gioia Tauro. “Nel corso dell’indagine – scrive il gip nell’ordinanza – è stata documentata l’organizzazione da parte di Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico di armi da guerra, provenienti dai paesi dell’ex Unione Sovietica, fornite che da un’organizzazione criminale operante in Italia e Pakistan”.
Operazione Eureka, le congratulazioni del Governatore Roberto Occhiuto
“Un sincero plauso alle Forze dell’ordine, al Ros dei Carabinieri, e alla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, per la maxi-operazione anti ‘ndrangheta, denominata ‘Eureka’, condotta stamane, che ha portato all’arresto di 108 persone in tutta Italia e in sei Paesi europei. Le accuse vanno dall’associazione mafiosa al concorso esterno e traffico internazionale di droga, dal traffico di armi al riciclaggio, dal favoreggiamento al trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. “È quanto mai necessario – prosegue – che lo Stato prosegua con questa determinazione l’azione che sta dispiegando contro le mafie e non arretri di un millimetro di fronte alla criminalità organizzata, tanto nel nostro territorio quanto nel resto del Paese. La Calabria schifa la ‘ndrangheta e coloro che con i propri comportamenti illeciti tentano di infangare l’immagine della nostra splendida Regione”.