Quella che si sta profilando sul cantiere del Terzo megalotto della Strada statale 106 è la sconfitta della democrazia, la debacle della libertà di impresa, il fallimento dello Stato in tutte le sue componenti istituzionali e civili. L’ennesima intimidazione ai danni della ditta che sta portando avanti i lavori di ammodernamento di quella che è una delle infrastrutture più importanti per il territorio calabrese è la prova di forza di una criminalità organizzata che si sente intoccabile, che vuole imporre la propria legge e ridurre in schiavitù non solo l’impresa finita nel mirino ma tutta la comunità locale, l’intera regione. Noi, insieme alla condanna del gesto e alla solidarietà nei confronti dell’azienda e dei lavoratori presi di mira, non possiamo che ribadire ciò che abbiamo già detto, ciò che sosteniamo da tempo. Nella convinzione di una pronta azione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, rivolgiamo un appello alle istituzioni competenti affinché l’impresa non venga lasciata da sola ma sostenuta nella sua azione produttiva. Il rischio, se quanto richiesto non dovesse trovare immediato riscontro, è che queste azioni dolose e malavitose possano determinare il fatto che tante opere che ancora sono incompiute possano rimanere tali anche in futuro, provocando un danno sociale irreparabile.
Maria Elena Senese, Segretario generale FenealUil Calabria