Per il 20 giugno era prevista una riunione convocata dall’Assessorato allo Sviluppo Economico sulla oramai annosa questione CORAP.
Questa riunione è stata annullata perché ci sarebbe stato un presidio dei lavoratori interessati sotto il palazzo della Cittadella Regionale, cioè mentre gli interessati esercitavano una pressione su chi deve decidere sul loro destino, come avvenuto alcune milioni di volte dall’alba della democrazia repubblicana in Italia, in Calabria e in una miriade di comuni e aziende.
Il SUL Calabria ha dichiarato le proprie intenzioni tante, forse troppo volte in un periodo di 6/7 anni, da quando è iniziata la discussione per la chiusura del CORAP e la ripetiamo sfidando la noia di chi dovesse leggerci: che per la Regione Calabria è un errore gestionale e istituzionale e tuttavia, se si intende chiudere davvero CORAP e non utilizzarlo per le carriere di qualche prescelto, alle organizzazioni sindacali va detto cosa si intende fare del personale dipendente, a quali Enti va destinato per consentire il prosieguo del loro status lavorativo. Una posizione semplice che non ha mai avuto una risposta vera e certa.
Ora apprendiamo che non si può fare una riunione mentre c’è un presidio. Vogliamo informare che, però, nessuno ci ha chiesto di evitare il presidio e, quindi, che il presidio stesso è l’alibi, per noi incomprensibile, per sfuggire al confronto e per annullare una riunione nella quale, evidentemente, non c’è nulla da dire se non ripetere la tiritera che stiamo ascoltando da anni e da diverse giunte regionali.
Il SUL Calabria e, riteniamo, le altre associazioni sindacali presenti nell’Ente chiedono una risposta alla giunta regionale a due semplici domande: che fine fanno i compiti del CORAP e a chi vanno assegnati e, soprattutto, che fine fanno i dipendenti. Attendiamo fiduciosi in una rapida risposta da 6/7 anni.