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La Strada su rimborso canone idrico per le aree di non potabilità

Comunicato del Movimento "La Strada" su rimborso canone idrico per le aree di non potabilità sul quale è necessario approfondire

di Sebastiano Plutino

Riceviamo e pubblichiamo: “Sono giorni in cui a molti cittadini arrivano bollette relative all’idrico con importi notevoli e per le quali, giustamente, sono necessari approfondimenti. Da ciò che possiamo intuire in questa fase, in attesa degli approfondimenti nelle sedi opportune,  potrebbero non essere pochi i casi di errore o di prescrizione.

Ma c’è un tema connesso alle bollette che La Strada affronta da diverso tempo, senza che sia arrivato alcun riscontro dall’Amministrazione Comunale: il tema del rimborso per la non potabilità dell’acqua. Come ormai è noto, sono tante ed estese le aree della città interessate nel tempo da ordinanze di non potabilità e per le quali, riteniamo, la cittadinanza avrebbe diritto al rimborso del 50%. Se calcoliamo che ci sono state ordinanze revocate dopo mesi, se non dopo anni, e che alcune di esse sono ancora in essere, possiamo ragionare che i rimborsi per gli utenti sarebbero cospicui. A questo punto è importante anche capire se le bollette giunte in questi giorni a molti utenti tengono conto anche di questo o se sia possibile ottenere il rimborso con apposita domanda. Un ragionamento non da poco per un nucleo familiare che vede arrivare bollette con cifre da capogiro. All’atto di ogni Ordinanza di non potabilità si provvede l’invio ai settori comunali competenti ed anche ad Hermes: il calcolo del rimborso eventuale avviene già in bolletta o i cittadini devono provvedere a chiederlo? Ne hanno diritto? Se no, perché? E da quando questo non accade?

Rammentiamo a tal proposito che nel 2013 la Commissione Straordinaria deliberò il riconoscimento del 50% per gli utenti residenti nelle aree interessate da ordinanze di non potabilità. Tale scelta avvenne anche in considerazione dei numerosi contenziosi intentati dagli utenti e che avrebbero messo il Comune davanti al fatto di dover rimborsare il 50% del canone pagato oltre  al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali, agli interessi e alle spese legali.

Oggi non sappiamo cosa accada -e perché, soprattutto. Non sappiamo se questo diritto permanga per la cittadinanza o siano state fatte altre considerazioni. Non sappiamo neanche da quando tale diritto -riconosciuto dalla terna commissariale- non sia più eventualmente riconosciuto e se per gli anni pregressi il rimborso sia prescritto o meno. Proprio mentre arrivano bollette dell’idrico relative anche a diversi anni fa. Abbiamo ricevuto soltanto risposte diverse e fra loro incongrue. Motivo per cui con il consigliere Saverio Pazzano abbiamo da circa un mese presentato un’interrogazione a risposta scritta, che ad oggi non ha avuto alcun riscontro. Il consigliere ha provveduto a sollecitare a mezzo pec, ma entro la prossima settimana, non dovesse giungere risposta, chiederà un incontro con il Prefetto. È un tema di giustizia tributaria ma anche di salute pubblica su cui l’Amministrazione Comunale non può permettersi di tergiversare. Soprattutto in vista della discussione sul bilancio previsionale.

Non capiamo come mai dagli uffici competenti non arrivi una risposta a una domanda semplice semplice. Se non hanno l’acqua potabile, i cittadini hanno diritto a un rimborso?    

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