Rabbia, frustrazione, dolore, disillusione, perdita di speranza questo viviamo ogni giorno in Calabria di fronte all’ennesima ingiustizia che nessuno sembra voler vedere. Tutti attoniti, intontiti, storditi dal tragico evento, nessuno che possa lucidamente mettere i cocci apposto, provando a rendere merito ed onore a coloro che sono stati strappati alla vita ingiustamente, dopo una nottata di lavoro. È il lavoro che manca dalla scena, la fatica, come se fosse un supplemento, come se non contasse, nemmeno stavolta, nemmeno dopo le ennesime morti. Che ci facevano 4 esseri umani vestiti eleganti in mezzo ad una strada nel cuore della notte? Nessuno sembra saperlo, a nessuno sembra importare anche se questa cosa avrà un’importanza notevole per la vita di chi resta, senza affetti e senza protezione sociale. Se non sono morti di lavoro non avranno neanche il riconoscimento che in questi casi è dovuto, che non serve ad alleviare il dolore, forse a riconoscere un po’ di Giustizia, sicuramente ad aiutare a campare chi è stato privato dagli affetti. Invece no, il lavoro non esiste, come non esiste il luogo da dove venivano e dove avevano lavorato per un tozzo di pane.
Esistono le tragedie ed i colpevoli, che siamo noi, povera gente colpevole perfino di morire così. Perché tutti si sono concentrati sulla Strada, continuando a guardare il dito e a puntarlo sulla mancanza di autovelox o di telecamere tanto è che se la Trasversale delle Serre è insicura è colpa nostra che non la sappiamo affrontare da veri esperti automobilisti; non certo di chi sulla strada ha consumato inefficienze, illegalità, ruberie che hanno portato il progetto iniziale a ridursi e a sacrificare la sicurezza dell’arteria sull’altare del “scrurdammoce o passato”.
È solo ispirandosi a questo mantra se il Ministro Salvini può cinguettare a sproposito sui social citando le imminenti novità al codice della strada che magicamente non provocheranno incidenti mortali mentre il suo Governo introduce i voucher nel Turismo, così se qualcuno crepa per strada, anche se aveva un lavoro irregolare, l’azienda sarà coperta da un ticket magari acquistato qualche minuto la tragedia; piuttosto che il Presidente della Calabria che seppur incalzato ripetutamente sul tema dello sfruttamento e dell’irregolarità nel settore, oggi si sente con la coscienza apposto e si addolora.
La povera gente la si può trattare così, con superficialità e una pacca sulle spalle, sentenziando e promettendo cambiamenti epocali mentre nulla cambia, perché se non si torna a dare dignità e valore al lavoro nulla cambierà. Continueremo a piangere morti a parlare di fatalità anziché di quello che sarebbe giusto per dare dignità alle nostre esistenze.
Giuseppe Valentino Segretario Generale Filcams Cgil Calabria