I familiari di Martina Critelli, una giovane morta nei giorni scorsi dopo essere rimasta ferita nel marzo dello scorso anno a Catanzaro, hanno presentato una denuncia alla procura della Repubblica nei confronti del personale dell’ospedale “Pugliese” e della clinica San Vitaliano del capoluogo calabrese, affinché venga fatta luce su eventuali responsabilità nella morte della ragazza.
Dal giorno dell’incidente, assistita dall’avvocato Francesco Gigliotti, la donna aveva cercato di dimostrare che non era lei alla guida del mezzo coinvolto nell’incidente.
Rimasta ferita, nei mesi scorsi sembrava che le sue condizioni fossero migliorate dopo aver superato in terapia intensiva la fase acuta del post incidente, e si stava preparando al trasferimento a Monza dove avrebbe affrontato una complessa e lunga riabilitazione. Il giorno prima della partenza, però, sostengono i familiari, “qualcosa andava storto nell’espletamento di un esame medico che aveva interessato la trachea, tanto da rendere necessario il rinvio della partenza”. Da quel momento, non solo non poteva più parlarsi di riabilitazione, al punto che la struttura di Imola la rimandava indietro “poiché – affermano i congiunti – non si presentava nelle condizioni che l’ospedale Pugliese in un primo tempo aveva descritto, ma rappresentava anche l’inizio di un calvario culminato nella sua prematura scomparsa”.
I familiari hanno quindi dato incarico all’avvocato Francesco Gigliotti, che si occupa anche di queste problematiche, “affinché venga fatta piena luce sull’accaduto ed in particolare affinché si accertino le responsabilità per questa prematura morte”, in merito alla quale i familiari sono sicuri “che qualcosa nell’assistenza sanitaria non abbia funzionato come avrebbe dovuto”.
La Procura ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, ed ha fissato per il 3 luglio prossimo il conferimento dell’incarico ad un medico legale per eseguire l’autopsia sul corpo della giovane. (ANSA).