Ha sfiorato la mezzanotte la chiusura dell’ultima seduta del Consiglio Regionale. Al vaglio della Giunta, un ordine del giorno non troppo lungo ma decisamente complicato. Sono state principalmente due le proposte che hanno generato un maggiore quanto acceso dibattito: la proposta di legge di riforma dei Consorzi di bonifica calabresi, sul quale il presidente Roberto Occhiuto aveva in un primo momento posto la questione di fiducia, e gli indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa per il prossimo quadriennio.
La proposta di legge per l’istituzione del Consorzio di Bonifica della Calabria
Riguardo la proposta sui Consorzi di Bonifica, la legge sarebbe andata a istituire il Consorzio di bonifica della Calabria, ente pubblico economico a struttura associativa ispirato a principi di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza, e al rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio, con sede a Catanzaro, organizzato in comprensori corrispondenti ai territori di competenza degli 11 consorzi già esistenti, con la riserva per la Giunta di apportare eventuali modifiche a questi ultimi.
L’obiettivo era quello di armonizzare, in un’unica gestione, il riparto delle spese, il piano delle attività delle opere di bonifica, progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione ordinaria delle opere idrauliche, di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario; progettazione e realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria delle opere e degli impianti di competenza del Consorzio.
La proposta si è resa necessaria, come esposto dal Presidente Roberto Occhiuto, a seguito della verifica della ricognizione dei debiti e dei crediti dei consorzi, avviata dall’allora Giunta Oliverio, dalla quale è emerso che i Consorzi devono alla Regione oltre 184 milioni di euro, scompenso che ha causato il collasso degli enti che non sono riusciti a garantire i necessari servizi agli agricoltori, compresa la manutenzione degli impianti. Il rischio, qualora la Regione si fosse fatta carico del debito anche nei confronti delle banche presso le quali erano stati richiesti ingenti prestiti e per i quali l’ente si è fatta garante, era quello di affondarne il bilancio. Una responsabilità di governance tanto quanto politica, secondo Occhiuto, che necessita di una chiarezza che solo questa riforma avrebbe potuto dare.
Per quanto la proposta fosse abbastanza condivisa dai membri dell’aula, dal dibattito conseguito è emersa una importante reticenza nei confronti della questione fiducia, che diventava così un vero e proprio ostacolo all’eventuale approvazione della riforma. Il Presidente Occhiuto ha pertanto deciso di ritirare la questione e passare direttamente al voto della proposta di legge, che è stata poi approvata con larga maggioranza di 23 voti a favore, compresi quelli di due consiglieri di opposizione: Ferdinando Laghi, del gruppo De Magistris presidente, e Francesco Afflitto, del Movimento 5 stelle.
Altri punti all’ordine del giorno del Consiglio Regionale
Dopo la legge di Riforma dei Consorzi di bonifica, l’Assemblea ha licenziato, con emendamenti e l’autorizzazione al coordinamento formale, la proposta di legge che detta disposizioni per l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea. Approvate anche le “Modifiche e integrazioni alla legge 29 novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria)“, il rendiconto dell’esercizio finanziario 2022, della relazione sulla gestione 2022 e del piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi del Consiglio regionale, e – con qualche polemica – gli indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa.
Acceso dibattito sul dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa
In merito si è espressa la vicepresidente della Giunta Giusy Princi, delegata all’Istruzione che, nell’invitare tutti a lasciare la scuola fuori da ogni strumentalizzazione di carattere politico, ha sostenuto di conoscere bene i dati relativi alla dispersione scolastica, principale preoccupazione dei consiglieri. Un problema dovuto, secondo la Princi, “a una politica pregressa che non ha mai avuto a cuore la scuola, non avendo effettuato con regolarità i necessari dimensionamenti”. “Le Regioni – ha aggiunto – hanno cercato di opporsi a quanto stabilito dal Governo in merito al numero di autonomie, ma lo stesso è sempre imposto a livello centrale”. LA vicepresidente ha quindi asserito di essersi “confrontata con le parti sindacali sui criteri per cercare di salvaguardare le aree più disagiate, utilizzando il criterio della compensazione“.
La seduta si è conclusa con l’esame della mozione del consigliere Ernesto Alecci (Pd) per l’anticipo dei fondi regionali per il Diritto allo studio, che non è stata approvata per mancanza di numero legale. Il presidente del Consiglio Filippo Mancuso si è impegnato a reinserirla al primo punto della prossima seduta.