In Italia l’88% (la media europea supera di poco il 76%) delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa dei consumatori. E’ quanto afferma Coldiretti Calabria in riferimento al rialzo dei prezzi di gasolio e benzina che ha sfondato ampiamente la quota dei 2 euro al litro in autostrada. Si sovrappongano continuamente – annota -due diversi aspetti della questione: il livello del prezzo dei carburanti e la sua dinamica.
A subire le conseguenze dei rincari – sottolinea la Coldiretti – è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei costi per frutta e verdura. Una situazione che peggiora il deficit competitivo dell’Italia a causa dei ritardi infrastrutturali con il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante che, a livello nazionale, è pari a 1,12 euro/ chilometro, in Calabria viste le distanze ancora di più, più alto di paesi come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro) secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. Il gap logistico italiano comporta un aggravio di spesa superiore dell’11% rispetto alla media europea e ostacola – continua Coldiretti – lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema dei trasporti risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale.
In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Le risorse per lo sviluppo e l’efficientamento delle infrastrutture di trasporto da sole non bastano -commenta Coldiretti – per garantirne la piena efficacia ed efficienza. L’impegno poi è che tali risorse siano trasformate in tempi quanto più possibile ragionevoli in opere e infrastrutture al servizio del sistema economico. Secondo quanto emerge dai dati Banca d’Italia e dell’Agenzia della Coesione Territoriale, il tempo medio di attuazione delle opere infrastrutturali in Italia è pari a 4,5 anni, ma cresce progressivamente all’aumentare delle dimensioni progettuali. La durata di realizzazione sale a quasi 11 anni per le opere il cui valore supera i 5 milioni fino a raggiungere i 15,7 anni per progetti di oltre 100 milioni di euro. La segmentazione territoriale -conclude Coldiretti – evidenzia, inoltre, differenze apprezzabili tra aree del Centro Nord e Mezzogiorno. Al Sud si osservano durate maggiori e un’incidenza più significativa dei tempi dedicati alle attività accessorie.