Nuovo appuntamento letterario promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, assieme alla Biblioteca Pietro De Nava e con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria: il prossimo giovedì 24 Marzo 2022 alle 16:45 verrà presentato, presso la Sala Giuffrè della Biblioteca De Nava di Reggio Calabria, il libro “La Ragazza di Palmi” di Pina De Felice, edito Città del Sole. A presentare il volume sarà la Prof.ssa Francesca Neri, che ha curato la nota critica, mentre la lettura dei brani più significativi è affidata a Marilù Laface e a Daniela Scuncia.
Pina De Felice, autrice de “La ragazza di Palmi” e responsabile poesia dell’Associazione Anassilaos, durante la sua carriera letteraria ha pubblicato sei libri di poesie, due dei quali in vernacolo palmese: “Se Abbrisci” e “‘A Lumera”. Gli altri titoli, in lingua, sono: “Nei miei silenzi”, “All’ombra della luna”, “Voglia di poesia” editi Città del Sole, mentre edito Falzea Editore il libro “Entrando dal mare”.
Per quanto riguarda la produzione in prosa, invece, Pina De Felice ha pubblicato con Città del Sole “I stori i ‘na riggitana”, racconti di vita della pittrice Nenè Arcidiaco Borrello, in dialetto reggino.
In questa raccolta di racconti, l’Autrice – scrive Francesca Neri nella sua nota critica – abbandona il ricorso alla densità icastica del verso a favore della dilatazione meditativa affidata alla narrazione in prosa, a “racconti” che tuttavia trovano la propria unitarietà nella rievocazione di “Pinuzza, la bambina nata sotto le bombe del ‘43”. Ella sa bene, infatti, di dialogare col ricordo, seguendo un andamento bidirezionale che va, ovviamente, dal presente al passato, ma che segue anche la direzione opposta, sicché, se la Pina di oggi rievoca con piena consapevolezza quella di ieri, è pur vero che quest’ultima, annullando quasi la distanza temporale, indica alla Pina matura in quale misura e in qual maniera l’infanzia e le fasi più verdi della vita l’abbiano segnata contribuendo a fare di lei la donna che è oggi. Perché noi siamo anche il nostro vissuto.
Franco Araniti, autore della prefazione, ha evidenziato invece come la raccolta sia un atto d’amore verso i luoghi, le persone e le cose, trattati con delicatezza, come a voler evitare che si possano equivocare rimpianti che l’autrice non ha, né vuole avere.