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Reggio Calabria: lettera aperta della Coolap alla strutture psichiatriche

Lettera aperta da parte della Coolap alle istituzioni per considerare il problema delle strutture psichiatriche di Reggio Calabria

di Filippo Francesco Idone

Il 10 ottobre in tutto il mondo si terrà la giornata mondiale della salute mentale, quale momento più favorevole per impegnarsi nella risoluzione di un problema come quello delle strutture psichiatriche reggine che perdura da oltre trent’anni? Per tale motivo il Coolap tenta di scuotere gli animi, assopiti da tempo, con la seguente lettera aperta, che oltre a essere resa pubblica, sarà inviata personalmente alle figure istituzionali indicate.

Gentilissime Istituzioni, la presente lettera nasce dall’esigenza di far comprendere che il tempo per le strutture psichiatriche reggine sta volgendo al termine e, con loro, il sacrificio e l’impegno più che trentennale di oltre 150 operatori. Crediamo che sia superfluo ricordare che tale apocalittica tragedia comporterebbe conseguenze nefaste e irrimediabili per tanti pazienti, famigliari, operatori e per un territorio in piena crisi sociale ed economica. Sebbene la salute mentale sia riconosciuta e tutelata dalla Costituzione e dall’organizzazione mondiale della sanità, ancora i servizi a lei dedicati soffrono dell’indifferenza e dello scarso pragmatismo di chi li dovrebbe tutelare e riconoscere.

Noi operatori del Coolap lottiamo da tempo e con ogni mezzo per scongiurare tale tragedia, ma l’indifferenza e il benaltrismo politico ci sconforta e ci rende consapevoli che il disagio mentale, che fa parte della complessità umana, non interessa a nessuno. È necessario, gentilissime Istituzioni, che tale considerazione sia da parte Vostra riconsiderata così da agire nel più breve tempo possibile. Vi ricordiamo, a tal proposito, che da oltre otto anni i ricoveri sono bloccati e questo ha comportato il venir meno del diritto alla cura per tanti pazienti, che avrebbero come unica alternativa la strada. Molti vengono, passateci il termine poco ortodosso, “deportati” in altre strutture fuori regione, rendendole più che mai traboccanti e assumendo sembianze manicomiali: tutto il contrario di quanto compiuto dall’Italia con la legge Basaglia, tesa proprio ad eliminare questo tipo di strutture. Abbiamo constatato con la pubblicazione della rete territoriale, che i numeri dei posti letto (170 circa) non sono assolutamente corrispondenti alla richiesta di un territorio vasto come quello di Reggio Calabria e provincia.

Il rapporto ISTISAN (istituto superiore di sanità) di giugno 2023 presenta un’analisi dettagliata della residenzialità psichiatrica in Italia, che vede la Calabria essere sotto il valore medio nazionale del 50%, sia per strutture psichiatriche attive (-93%), posti letto residenziali psichiatriche (-81,1%), presenze in strutture psichiatriche (-98,4%) e ammissioni in strutture residenziali psichiatriche (-98%). Numeri, a parer nostro, che dovrebbero fare riflettere e che vedono la Calabria fanalino di coda nella cura e nel trattamento del disagio mentale. Ovviamente, messi in condizione di farlo, noi operatori avremmo la possibilità di fare meglio e di più, ma purtroppo siamo costretti ad una lotta psicologica e quotidiana per mantenere la sopravvivenza e per non far mancare il nostro supporto ai nostri pazienti che, Vi assicuriamo, vedono in noi un punto di riferimento e in alcuni casi una famiglia.

Quest’ultimo e fondamentale punto ci spinge verso la lotta dei diritti e ci sprona a non mollare fino allo stremo delle nostre forze e alla risoluzione dei problemi. Il delicato lavoro terapeutico e riabilitativo che noi svolgiamo non è sostenuto ed è in balia d’inerzie amministrative che ne bloccano la crescita, questa è la realtà dei fatti. Partendo da queste consapevolezze, Vi chiediamo un confronto immediato e che dia delle reali soluzioni e non ulteriori perdite di tempo o di energie. L’obbiettivo da raggiungere dev’essere comune e deve contrastare la rassegnazione e l’inoperosità che aleggia nella mente di chi ancora non comprende l’importanza di certi temi, che evidenziano quelle fragilità umane più devastanti nei giovani, portandoli a idee suicide di cui sono piene le cronache odierne.  La cura della salute mentale dev’essere “strumento maturo” e sufficientemente attendibile, ma al momento risulta ostaggio di criticità e di carenze di risorse economiche e strutturali di cui la politica, e non solo, si deve fare assolutamente carico, come facciamo noi da sempre e con spirito di sacrificio.
Vi ringraziamo e rimaniamo in attesa di cordiale e tempestivo riscontro

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