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SUL contrario alla costruzione del Ponte sullo Stretto

Per il Sindacato il Ponte sullo Stretto è un’Opera che sottrae i fondi per la Coesione a Sicilia e Calabria per un totale di 2.3 miliardi

di Sebastiano Plutino

Per finanziare un’opera che mi sembra utile solo alla propaganda partitica si sottraggono i fondi per la Coesione a Sicilia e Calabria per un totale di 2.3 miliardi di euro. Precedentemente si erano sottratte al Sud somme ingenti previste nel PNRR con la rassicurazione che sarebbero state recuperate nei fondi di Coesione che, appunto invece, vengono ulteriormente tagliati a danno del Sud e, in particolare, di Sicilia e Calabria.

Leggiamo sul sito della Presidenza del Consiglio-Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica la seguente frase: Il Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) è, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana  e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Non c’è bisogno di alcun commento perché il testo è chiarissimo.

Abbiamo visto la reazione del Presidente della Giunta siciliana, on. Schifani. Del Presidente Occhiuto abbiamo questa intervista al Corriere della Sera successiva alle dichiarazioni di Schifani relative al cofinanziamento per la realizzazione del Ponte sullo Stretto:– afferma Occhiuto in un’intervista al quotidiano ‘Il Corriere della Sera – La polemica tra Schifani e Salvini è stato un equivoco, la Sicilia voleva mettere 1 miliardo, il Governo ne chiede 1,3. Presto si chiariranno.

In sostanza è il via libera alla sottrazione dei fondi che dovrebbero servire a riequilibrare il divario economico, sociale e civile fra la Calabria e il resto d’Italia. Questo divario abnorme, l’assenza di prospettive dignitose e regolarmente retribuite di lavoro, l’uso clientelare delle assunzioni non solo nel settore pubblico spingono i nostri giovani calabresi a emigrare nel numero medio di 9.000 unità all’anno negli ultimi 30 anni. CP(1901 uomini e 1516 donne).

Energie sottratte alla speranza di rinascita della Calabria. Si tratta di giovani in genere istruiti, professionalizzati e capaci di affrontare il distacco dalla propria terra e dagli affetti con la determinazione necessaria.

Chiediamo al Presidente Occhiuto di difendere i fondi calabresi con forza. Chiediamo alla delegazione parlamentare calabrese di attivarsi per impedirne lo scippo. E chiediamo ai sindaci di esprimersi con la dovuta vigoria nella tutela e nella rappresentanza delle loro popolazioni.

Si tratta di difendere la Calabria. A noi interessa, speriamo che interessi anche ai rappresentanti istituzionali.

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