Nello sport, in qualsiasi sport, le vittorie non sono tutte uguali, non sono fabbricate con uno stampo della medesima forma. Ognuna di esse si porta dietro il modo in cui è stata originata e montata, costruita e realizzata.
Lo slancio che ha portato la Domotek Volley Reggio Calabria alle Final Four della Coppa Italia di Serie B ha firme raffinate e volti scavati dalla sofferenza, giorni gonfi di ardore e notti con gli occhi spalancati a disegnare una Storia. Il trionfo di domenica sera in un PalaCalafiore in amore è il punto di confluenza di tante trame di vita, tutte diverse, eppure tutte combinate magistralmente secondo un profilo modellato da ciascuno dei protagonisti che non si sono lasciati fermare mai, nemmeno per un attimo dalla disillusione e dal disincanto troppo spesso, a queste latitudini, divorante propositi ed obiettivi, desideri ed azioni. Nel cuore dell’estate un lampo: Antonio Polimeni, idealista che lascia fuori dal campo le illusioni, catapulta la propria visione sulla città di Reggio Calabria. Sa, non scommette; si fida di sé stesso, si fida di chi richiama attorno all’Idea: Marco Tullio Martino, sarà lui ad occuparsi della direzione generale del club, con un attaccamento immediatamente viscerale ed una preparazione professionale conosciuta e riconosciuta; Ascenzio Corso, sarà lui, in qualità di team manager, a gestire tutto ciò che ruota attorno alla miriade di faccende che spuntano, una dietro l’altra, nella quotidianità. Hanno tra le mani un neonato che amano incondizionatamente, ma giorno dopo giorno, svezzandolo, abituano al pensiero di diventare adulto reggendosi sulle gambe della coscienza del proprio potenziale. La squadra diventa fin da subito comitiva, ma il gioco diventa subito lavoro: rigido, tenace, ininterrotto. Ad immagine e somiglianza perfetta della società levatrice: non un solo giocatore ignora quel che deve al proprio talento nei cui confronti nutre riguardo. Tutti, navigati capitani di mille battaglie e giovani affamati di sapere cosa riusciranno a scolpire con i loro sacrifici, con le loro gesta. Per manifesto desiderio del vertice dirigenziale: Domotek Volley Reggio Calabria non è solo la denominazione ufficiale, ma la rivendicazione orgogliosa di una profonda identificazione territoriale. D’altra parte è quella l’Idea, un Noi dal perimetro sempre più largo, un Noi che muove ogni passo con un intento terso come il cielo a Ferragosto: spingere il volley ad un’altezza sconosciuta a Reggio Calabria. La bellezza di operare, ognuno con i propri arnesi, per dare corpo a quella visione originaria. Lo sport, si sa, è pregno di retorica, che spesso retorica non è; è denso di frasi fatte, che, però, sono fatte di imprese, sono fatte di uomini in carne ed ossa. E sì, le celebrazioni di domenica sera per il lasciapassare alle Final Four di fine marzo hanno mille volti a rappresentarle, mille volti a significare la felicità di aver porto un motivo di esaltazione al pubblico accorso in massa al PalaCalafiore per godere della prima espressione materiale dell’Idea: a simboleggiarli tutti gli occhi di Gianluca Schipilliti, il centrale infortunatosi la settimana scorsa. Un incidente di gioco metaforico del suo modo di stare in campo: grondare fiumi di sudore impastato con la stoffa del campione e con l’indole che lo pone sul piedistallo dell’Umiltà, quello da cui si ammira la magnificenza del Noi e nemmeno l’ombra sbiadita dell’ego. Gianluca, dal momento in cui ha messo piede sotto il tetto del PalaSport ha sofferto come e più dei compagni, compagni genuini, non banali compagni di squadra. Occhiali scuri aggrappati alla fronte, una parola a chiunque, da chiunque e con chiunque, il sorriso in tensione, il rito del caffè a bordo campo con il direttore generale Martino, lo sguardo lucido ed imbottito di emozione di un atleta, di un Uomo che è stato il primo ad essere abbracciato da tutti. Perché, come era scritto sulle maglie preparate per l’occasione: “Questa è per te”. E perché questa è la manifestazione vivida che le vittorie non sono tutte uguali: ci sono quelle di valore, ci sono quelle dei Valori. Quella di qualche ora fa contro Campobasso, che ha consegnato alla Domotek Volley Reggio Calabria il tagliando per le Final Four di Coppa Italia, ha avuto la potenza di coniugare entrambe: una vittoria di valore, una vittoria dei Valori.