È stata rinviata per la mancanza di interpreti di lingua dari e l’udienza del processo contro i presunti scafisti del barcone naufragato a Cutro il 26 febbraio scorso Sami Fuat, turco di 50 anni, Khalid Arslan, di 25 anni, e Ishaq Hassnan, di 22 anni, entrambi pakistani, tutti accusati di naufragio colposo, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Stamani era prevista l’udienza con la rogatoria internazionale per ascoltare, su richiesta della Procura della Repubblica di Crotone, alcuni superstiti del naufragio nel quale sono morte 94 persone, di cui 35 minori. I testimoni, tutti afgani, erano collegati in videoconferenza dalla Germania, ma prima di iniziare ci si è resi conto che mancavano gli interpreti di lingua dari e farsi. Presenti invece, nel Tribunale di Crotone, interpreti di tedesco, turco e urdu (lingua del Pakistan).
Il presidente del collegio, Edoardo D’Ambrosio, ha provato ad aprire l’udienza ascoltando uno dei testimoni che parlava un po’ di tedesco. Alla decisione si sono opposti sia il pm Pasquale Festa che i difensori degli imputati, gli avvocati Salvatore Perri e Teresa Paladini, in considerazione del fatto che la testimonianza era considerata molto importante ai fini processuali e che quindi andava garantita la traduzione esatta delle parole pronunciate. Ad un certo punto anche il giovane testimone afgano ha rinunciato, spiegando al Tribunale che non riusciva a capire tutte le domande tradotte in tedesco e che voleva poter rilasciare le sue dichiarazioni nella lingua madre.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 24 aprile ed il presidente ha chiesto la convocazione degli interpreti necessari per portare avanti la discussione. Al riguardo, dalla Germania hanno avvisato che il 24 aprile la sala a disposizione per la videoconferenza è disponibile solo fino alle 15.30 e quindi è stato deciso di anticipare di un’ora, alle 10.30, l’inizio dell’udienza. (ANSA).