“La strage di Cutro mi ha segnato veramente nel profondo perché è avvenuta a pochi chilometri da casa mia e ho sentito il dovere di fare sentire la mia vicinanza a quelle persone e far conoscere le loro storie”.
Un impegno che gli è valso, a 14 anni anni, ancora da compiere il 29 agosto, la nomina ad “Alfiere della Repubblica” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per il suo impegno sul tema delle migrazioni e per aver “cercato attraverso il dialogo e il confronto, di vincere l’indifferenza e di restituire dignità alle vittime, ai loro familiari e ai superstiti della strage”.
Giovanni Prestinice, di Crotone, è stato colto alla sprovvista dalla nomina e l’ha saputo dall’ANSA mentre era con i suoi genitori in Sila: “Ringrazio il Capo dello Stato per aver pensato a me.Sono davvero sorpreso e felice. A Mattarella vorrei solo dire di non dimenticare i giovani calabresi come me. Sono molto importanti come tutti quanti i giovani perché saremo le future generazioni”.
“Quella di impegnarmi per i diritti dei migranti – racconta il ragazzo – è sempre stata una cosa molto vicina a me, soprattutto l’anno scorso quando se n’è parlato nelle tematiche di Save the Children. Facendo parte del gruppo Sottosopra di Crotone abbiamo scelto il tema dei migranti anche per via della strage di Cutro. Quello che mi ha colpito è stata la vicinanza della mia città alle vittime ed ai loro parenti e il fatto che la nave era a 50 metri dalla costa e chi poteva salvarle non lo ha fatto. Non voglio entrare nei dettagli però dico che queste persone non sono numeri, sono esseri umani che hanno affrontato più problemi di noi e sono dovute scappare dal loro Paese perché perseguitati”.
L’argomento migrazioni è di casa nella famiglia di Giovanni “anche perché mia mamma faceva la mediatrice linguistica. Mi sono avvicinato a Save the Children perché la Focal point del gruppo Sottosopra è mia zia e perché nella mia scuola ci sono stati degli incontri con Save the Children”.
“E’ importantissimo – ribadisce il giovanissimo Alfiere della Repubblica – combattere per i diritti propri e soprattutto degli altri. Per queste persone, arrivare in Italia e non trovare il riconoscimento dei propri diritti, come accade spesso, è molto brutto. Dobbiamo superare i pregiudizi”.