È una testimonianza di coraggio e speranza quella che Maria Antonietta Rositani ha restituito ieri ai tanti convenuti alla presentazione del suo libro, “IO NON MUOIO” (edito da Laruffa), scritto con l’amica e giornalista Emilia Condarelli, attraverso il quale si racconta il percorso di dolore e rinascita che ha affrontato dopo il tentato femminicidio subito dall’ex marito, il 12 marzo 2019.
Il volume, già ospite all’ultima edizione del Salone del libro, è stato presentato ieri nella sala Spinelli del Grande Ospedale Metropolitano. Oltre alle autrici, sono intervenuti il Commissario Straordinario, Dr. Gianluigi Scaffidi, il Direttore Sanitario Aziendale, Dr. Salvatore M. Costarella e la Presidente “Donne Medico”, sez. Reggio Calabria, Dr.ssa Anna Federico. L’incontro è stato moderato da Piero Gaeta, Capo servizio della Gazzetta del Sud.
L’appuntamento odierno ha avuto un grande valore simbolico, in quanto il G.O.M. è stato il luogo in cui la Rositani ha affrontato una buona parte del suo lungo percorso di guarigione.
Un racconto a lieto fine che rappresenta moltissimo per la società civile e, in particolare, per questa città: “Questa storia nasce dal coraggio di una donna – racconta Emilia Condarelli – vittima di un terribile episodio di violenza, che ha offerto la sua sofferenza per lanciare alla società un messaggio di condivisione e di speranza riguardo ad un problema che, anche se spesso viene nascosto, è dentro moltissime famiglie.”
Piero Gaeta ha poi chiesto all’autrice di parlare della campagna #STOPVIOLENZA, un’iniziativa della Associazione Cult 3.0, e abbracciata dalle Istituzioni nonché dalle associazioni reggine, scaturita proprio dal fatto di cronaca che ha coinvolto Maria Antonietta Rositani: “Non abbiamo voluto raccontare un fatto di cronaca né un decorso sanitario – ha detto la Condarelli – noi volevamo che questa storia fosse come una parabola per poi fare un ragionamento sulla violenza, che è un tema e non riguarda solo noi donne, ma riguarda tutta la società. La rissosità sociale è oltremodo evidente, per strada, nelle scuole, sui social, eccetera, e questo libro vuole aprire un confronto il più possibile ampio a partire da un’esperienza di violenza subita, che però non si focalizza sul mero episodio.”
La Rositani, durante il suo commosso intervento, ha speso tantissimi ringraziamenti per tutto lo staff del G.O.M., che ha saputo accoglierla, prestandole assistenza medica e supporto morale: “Ogni singola figura dell’Ospedale mi ha donato amore e cura; negli occhi di ogni operatore vedevo il mio dolore. È questo che ho avuto dal G.O.M.: Amore. Grazie perché mi avete fatto credere che ce l’avrei fatta. Mi sento quindi di dire che il G.O.M., pur non essendo un centro grandi ustioni, rappresenta un’eccellenza a livello sanitario ed è proprio in quest’Ospedale che è nata l’idea del libro: in reparto ho potuto ricevere la visita di Emilia con la quale siamo ormai sorelle e, in quell’occasione, ci siamo ripromesse che se me la fossi sentita di raccontare la mia storia, lei sarebbe stata le mie mani”.
È poi intervenuto il dr. Costarella: “La storia di Maria Antonietta tocca la sensibilità di tutti. Siamo noi a dover ringraziare lei perché la sua testimonianza è un ulteriore impulso al percorso di emancipazione culturale che purtroppo, nonostante i grandi progressi, è ancora lungo. Maria Antonietta, ti confesso che le tue paure erano anche le nostre paure, il tuo dolore è stato assimilato e condiviso da tutti noi. Devo però dire che Maria Antonietta – ha concluso il Dr. Costarella – ha sempre conservato il sorriso e questa forza è stata ammirevole e ha trasformato un evento doloroso in un’energia positiva che ha messo al servizio degli altri. Credo che Maria Antonietta rappresenti un’eroina moderna.”
Anche il Commissario Straordinario ha ripercorso le tappe dell’iter di cura di Maria Antonietta ed ha poi aggiunto: “Sapevo a chi l’affidavo, conoscevo l’umanità e la professionalità del team multidisciplinare che l’ha presa in carico. Ecco quindi che un caso così delicato, frutto di un atto a dir poco disumano, è stato affrontato con il massimo dell’umanità. Fa sempre piacere poter raccontare la buona Sanità: basta un caso come quello di Maria Antonietta per gratificare un’intera carriera professionale. Grazie anche ad Emilia che con il suo lavoro mirabile ha dato voce a questa vicenda.”
A chiudere il giro di interventi, la Dr.ssa Anna Federico, Presidente Ass. Italiana Donne Medico – sez. Reggio Calabria, che si è soffermata sugli aspetti medici legati al fenomeno della violenza ed ha lanciato un invito a tutte le istituzioni affinché questi temi vengano affrontati a più livelli, già a partire dai giovani, per promuovere la cultura del rispetto e della tolleranza.
“IO NON MUOIO” non è solo un racconto di rinascita personale, ma un vero e proprio manifesto di resistenza per tutte le donne vittime di violenza.