«Ritiene, il presidente Occhiuto, di voler impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge sull’Autonomia differenziata approvata in via definitiva dal Parlamento lo scorso 19 giugno? E nel caso non lo ritenesse opportuno, quale strategia intende adottare per la riduzione dei divari infrastrutturali e dell’impatto di una riforma così dannosa per le politiche di sviluppo calabresi?». Sono questi i due quesiti contenuti nell’interrogazione a risposta scritta che i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonio Lo Schiavo (presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti) hanno depositato questa mattina, indirizzandola al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto.
I due esponenti dell’opposizione ricordano, in premessa, che «il provvedimento, per come approvato, rischia di compromettere la coesione del Paese e di aggravare le disuguaglianze sociali tra i cittadini, segnando un punto di non ritorno nell’equità dei servizi essenziali tra le Regioni italiane in un contesto già caratterizzato da un grave squilibrio tra il Nord ed il Sud dell’Italia; che tale rischio, ha generato molteplici critiche e non solo dai partiti di opposizione, nei confronti dell’adozione di tale provvedimento, non ultime quelle pronunciate dalla Conferenza episcopale italiana e dalla Commissione europea che nel Report annuale sulle economie nazionali ha definito il provvedimento approvato in via definitiva dalle Camere come rischioso per la coesione e le finanze pubbliche del Paese».
Mammoliti e Lo Schiavo ricordano altresì che «lo stesso Presidente Occhiuto, seppur fuori tempo massimo, ha espresso dubbi sulla bontà della riforma e ha condiviso la scelta della deputazione calabrese di Forza Italia di non approvare la legge» e che «molte Regioni stanno valutando di impugnare la legge in questione dinanzi la Corte Costituzionale». Da qui gli interrogativi posti al presidente Occhiuto per sapere se intende proporre o no ricorso alla Corte Costituzionale.
«Il presidente della Regione – aggiungono Mammoliti e Lo Schiavo –, dopo le ambiguità, i tentennamenti e le successive tardive recriminazioni, dimostri adesso nei fatti qual è il suo reale atteggiamento rispetto alla riforma con la quale i suoi allegati leghisti e il governo da lui sostenuto condannano definitivamente il Mezzogiorno d’Italia all’arretratezza. Non tutto ancora è perduto, la mobilitazione sociale e politica che sta montando in queste ore dimostra che esiste una contrarietà popolare diffusa su una legge ritenuta ingiusta, dannosa e immorale, rispetto alla quale le forze d’opposizione metteranno in atto ogni possibile azione di contrasto. Lo stanno facendo anche molti sindaci meridionali e calabresi che, senza distinzione di appartenenza partitica, hanno percepito la pericolosità dell’Autonomia differenziata e sono determinati a far valere le proprie ragioni. Battaglia alla quale si unirà anche il nuovo sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, che lunedì andrà a vincere al ballottaggio con il sostegno del fronte progressista lanciando, tra le altre cose, un chiaro segnale proprio all’atteggiamento padronale, sprezzante e accomodante verso le forze secessioniste, tenuto dal centrodestra in questa come in innumerevoli altre occasioni. Il presidente Occhiuto scelga dunque da che parte stare: se obbedire ancora una volta agli ordini di scuderia del suo partito e del suo schieramento o schierarsi dalla parte degli interessi della Calabria e dei calabresi, senza se e senza ma».