Numerosi sindaci calabresi chiedono che la Regione Calabria impugni, davanti alla Corte Costituzionale, il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva dalla Camera il 19 giugno, collegato alla manovra di finanza pubblica sull’attuazione dell’Autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ma anche tutti gli eventuali provvedimenti attuativi.
La richiesta scaturisce dalla sottoscrizione dell’appello “Una sola Italia”, lanciato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita e che vede tra i primi firmatari i sindaci di Cosenza Franz Caruso, di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, di Crotone Vincenzo Voce, di Vibo Valentia Enzo Romeo – appena eletto – di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, di Castrovillari Domenico Lo Polito, di Siderno Mariateresa Fragomeni, di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, di Palmi Giuseppe Ranuccio.
“UnasolaItalia” è il titolo dell’appello che i primi cittadini hanno rivolto al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto e al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
Le adesioni, già quasi settanta in poche ore, stanno arrivando alla mail dedicata unasolaitalia@gmail.com. Chi vorrà, è scritto in una nota, potrà aderire fino a giovedì prossimo, 27 giugno. Poi il documento sarà trasmesso ufficialmente a Occhiuto e Mancuso.
“I Sindaci della Calabria – è scritto nell’appello – impegnano il presidente della Giunta regionale e il presidente del Consiglio regionale ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva dalla Camera nella giornata del 19 giugno 2024, collegato alla manovra di finanza pubblica sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ma anche tutti gli eventuali provvedimenti attuativi. La legge contiene evidenti elementi di anticostituzionalità e mina nella fondamenta l’unità del Paese, sottraendo ingenti risorse e funzioni alle Regioni meridionali, tali da compromettere i valori costituzionali dell’uguaglianza e i diritti alla salute, al lavoro e all’istruzione di tutti i cittadini”.
“Le disposizioni della legge – conclude l’appello – creerebbero, se attuate, inaccettabili discriminazioni tra i cittadini delle Regioni del nord e quelle del Meridione, soprattutto in settori vitali quali la sanità pubblica e l’istruzione, disegnando un Paese diviso a metà e molto lontano dall’impianto voluto dai Padri Costituenti”.
Questo l’elenco, in ordine alfabetico, dei sindaci e delle sindache che hanno firmato l’appello: Pino Capalbo, sindaco di Acri; Giuseppe Nicola Cusato, sindaco di Agnana Calabra; Luigi Ruggiero, sindaco di Amaroni; Pietro Antonio Peta, sindaco di Andali; Valter Matozzo, sindaco di Argusto; Giovani Versace, sindaco di Bianco; Grazia Zaffino, sindaca di Bivongi; Elisabeth Sacco, sindaca di Borgia; Vincenzo Maesano, sindaco di Bovalino; Giuseppe Alfarano, sindaco di Camini; Antonio La Rosa, sindaco di Canolo; Francesca Pisani, sindaca di Casali del Manco; Salvatore Magarò, sindaco di Castiglione; Domenico Lo Polito, Sindaco Castrovillari; Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro; Matteo Lettieri, sindaco di Celico; Domenico Savio Donato, sindaco di Chiaravalle Centrale; Fernando Sinopoli, sindaco di Centrache; Alessandro Falvo, Sindaco di Cicala; Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi; Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano; Franco Scalfaro, sindaco di Cortale; Franz Caruso, sindaco di Cosenza; Raffaele Mercurio, sindaco di Cropani; Vincenzo Voce, sindaco di Crotone; Giuseppe Papaleo, sindaco di Davoli; Raffaella Perri, sindaca di Decollatura; Gaetano Sorcale, sindaco di Dipignano; Gregorio Gallello, sindaco di Gasperina; Laura Moschella, sindaca di Gimigliano; Luca Ritorto, sindaco di Gioiosa Superiore; Pierantonio Cristofaro, sindaco di Girifalco; Vincenzo Mirarchi, sindaco di Isca sullo Ionio; Ferdinando Serratore, sindaco di Jacurso; Stefano Filippo Raschellà, sindaco di Mammola; Vittorio Scerbo, sindaco di Marcellinara; Mario Migliarese, sindaco di Montepaone; Nicola Malta, sindaco di Olivadi; Domenico Emanuele, sindaco di Palermiti; Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi; Lucia Papaianni, sindaco di Paterno Calabro; Vincenzo Marino, sindaco di Pentone; Santopolo Giulio, sindaco di Petrizzi; Antonio Muto, sindaco di Pietrafitta; Davide Esposito, sindaco di Platania; Michele Tripodi, sindaco di Polistena; Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria; Domenico Lucano, sindaco di Riace; Vittorio Zito, sindaco di Roccella Ionica; Filippo Tocci, sindaco di San Basile; Linda Cribari, sindaca di San Fili; Raffaele De Santis, sindaco di San Pietro Apostolo; Domenico Giampa, sindaco San Pietro a Maida; Antonio Tino, sindaco di San Vito sullo Ionio; Nicola Ramogida, sindaco di Sant’Andrea Apostolo sullo Jonio; Francesco Severino, sindaco di Santa Caterina sullo Jonio; Lucia Nicoletti, sindaca di Santo Stefano di Rogliano Renzo Russo, sindaco di Saracena; Mariateresa Fragomeni, sindaca di Siderno; Davide Zicchinella, sindaco di Simeri Crichi; Salvatore Monaco, sindaco di Spezzano della Sila; Michele Chiodo, sindaco di Soveria Mannelli; Mario Gentile, sindaco di Stalettì; Sebastiano Tarantino, sindaco di Taverna; Salvatore Megna, sindaco di Vallefiorita; Enzo Romeo, sindaco di Vibo Valentia; Giusy Caminiti, sindaca di Villa San Giovanni; Domenico Gallelli, sindaco di Zagarise.
Autonomia, Occhiuto: “Con la promulgazione della legge, il Consiglio Regionale ne discuterà”
Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e vicesegretario nazionale di Forza Italia, ha replicato sulla questione se impugnerà il disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato lo scorso 19 giugno, davanti alla Corte Costituzionale come chiedono anche numerosi sindaci calabresi.
“L’autonomia differenziata deve ancora diventare legge, nel senso che appena sarà promulgata evidentemente il Consiglio regionale ne discuterà. Di certo non mi iscrivo al Pd”, ha dichiarato Occhiuto.
“Ho detto pubblicamente quello che nelle riunioni di partito ho sempre affermato – ha aggiunto Occhiuto – ho parlato pubblicamente assumendomi la responsabilità del mio ruolo di dirigente nazionale. L’ho detto sempre in assoluta coerenza e vi invito a vedere anche i resoconti della Conferenza delle Regioni quando per la prima volta si è discusso dell’autonomia differenziata. In quell’occasione io dissi di non avere pregiudizi verso l’autonomia differenziata a condizione che si superasse la spesa storica. Anche in quella occasione in sostanza dissi: quello che ho sempre ripetuto: no money, no party”.
Alla domanda sulla posizione espressa dal ministro e leader della Lega Matteo Salvini secondo cui il governatore avrebbe dovuto esprimere la sua contrarietà all’autonomia differenziata prima che la legge passasse, Occhiuto ha risposto: “E che ne sa Salvini che io non l’abbia fatto nei luoghi dove si decideva per esempio nel mio partito?”, ha concluso.