Aule adeguate, docenti apprezzati e un titolo di studio sempre più spendibile sul mercato del lavoro, anche nel Mezzogiorno.
È la “fotografia” dell’Unical che emerge dal XXVI Rapporto sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati pubblicato recentemente dal consorzio Almalaurea.
Il tasso di occupazione – secondo il rapporto – cresce, in controtendenza rispetto al dato nazionale: la percentuale di laureati di secondo livello (magistrale biennale o a ciclo unico) che lavorano a un anno dal conseguimento del titolo sale di oltre tre punti percentuali, passando dal 65,9% al 69,1%, mentre la media nazionale è in diminuzione.
La medesima tendenza si registra a cinque anni dalla laurea: l’Unical sale dall’81,3% dello scorso anno all’attuale 82%, contrariamente a quanto accade per la media del Paese che scende di 0,5%.
Tra i laureati Unical che hanno trovato occupazione, sei su dieci lavorano al Sud (+2,7% rispetto al precedente rapporto), il 28,5% al Nord, il 10,3% nel Centro, il 3,6% all’estero (+0,9%). “L’ateneo – riferisce l’Unical – si conferma importante fucina di formazione della classe dirigente meridionale, sfatando un cliché che vedrebbe la maggior parte dei laureati dell’Università della Calabria assorbita dal tessuto produttivo del Nord Italia. Da sottolineare, inoltre, l’origine sociale dei laureati del 2023 presso il campus di Rende: il 75,3% è stato il primo membro del proprio nucleo familiare ad ottenere il titolo universitario, mentre a livello nazionale il dato scende al 67,5%. Sembra quanto mai attuale, pertanto, la visione dei padri fondatori dell’Unical che sognavano un ateneo in grado di svolgere con incisività il ruolo di ‘ascensore sociale’ per i giovani calabresi. Nel complesso, dunque, continua ad aumentare il grado di apprezzamento espresso dai laureati: coloro che sono soddisfatti dell’esperienza di studio nell’Ateneo raggiungono il 94,4%, a fronte di una media nazionale del 90,5%. Nessuna grande università del Paese ha fatto segnare una performance migliore”.
“I dati emersi dall’indagine annuale di Almalaurea – dichiara il rettore Nicola Leone – confermano il costante impegno dell’Università della Calabria nel porre lo studente al centro della propria azione. Un lavoro che trova ulteriore riconoscimento nel rapporto Censis, che colloca il nostro ateneo ai vertici della classifica nazionale anche per i servizi offerti. Dall’analisi delle risposte fornite dagli studenti si evince un’elevata valutazione per la qualità dell’offerta didattica, nonché un crescente apprezzamento per il corpo docente, obiettivo strategico perseguito attraverso il reclutamento di professori e ricercatori di alto profilo. La politica di potenziamento delle risorse umane, portata avanti in questi ultimi anni, ha avuto un impatto decisamente positivo sulla qualità complessiva dell’esperienza universitaria dei nostri iscritti, confermata, nei giorni scorsi, dall’incremento del 28% delle domande di ammissione anticipata ai corsi di studio, dato in crescita per il quinto anno consecutivo”.
“Spesso – conclude Leone – sentiamo ripetere che ‘tanto dopo la laurea per lavorare bisogna emigrare al Nord’. È notevole come Almalaurea smentisca, con dati oggettivi, questo falso luogo comune, mostrando che la maggior parte di coloro che studiano all’Università della Calabria non solo trova lavoro, ma lo trova al Sud. Il fatto che, nel confronto con le grandi università, i nostri laureati siano i più soddisfatti d’Italia ci rende orgogliosi e ci incoraggia a proseguire nell’azione di potenziamento del nostro ateneo”.