Il presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano, ha partecipato ai lavori della seduta congiunta indetta dalla Commissione consiliare regionale “Contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa” e dalla Commissione “Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili”, sulla tematica della prevenzione degli incendi e la salvaguardia del patrimonio boschivo e forestale, che ha registrato la presenza dell’assessore regionale Gianluca Gallo e l’audizione di tutti i rappresentanti dei Parchi Nazionali e Regionali della Calabria.
Nel corso del suo intervento, il Presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Leo Autelitano, nel ringraziare “i presidenti delle due Commissioni per aver promosso la riunione incentrata su una tematica “complessa ma fondamentale per la tutela del patrimonio boschivo regionale”, ha voluto tracciare alcuni spunti di riflessione, affinché si possa affrontare la questione con un “approccio ampio ed integrato, che possa consentire di studiare la contingenza ma anche attuare una pianificazione a lungo termine”. Il presidente Auteliano ha rimarcato la necessità di un “ampio coinvolgimento del territorio, inteso sia come attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, sia in un maggior ruolo operativo dei Comuni. Una solida e duratura programmazione regionale, non può non partire dai Comuni, la stragrande maggioranza del patrimonio boschivo, infatti, è costituito da terre pubbliche. Bisogna rivolgersi agli enti locali e di prossimità – ha aggiunto il presidente del Parco dell’Aspromonte – anche in considerazione dei più importanti strumenti di pianificazione e di intervento che vedono direttamente coinvolti i Comuni, mi riferisco ad esempio ai piani di gestione forestali, fondamentali per la gestione del patrimonio boschivo ma di cui pochi enti sono dotati. Tenere puliti e controllati i boschi è il primo risultato da raggiungere per evitare che, durante la stagione estiva, piccoli focolai si trasformino in incendi devastanti. Se non si inizia da una partecipazione generale di tutti gli enti, si rischia di non affrontare la problematica nel suo complesso ma solo parzialmente. Il livello di coinvolgimento del territorio nelle politiche di tutela dell’ambiente, sancito inoltre dalla legge 394 del 1991, deve avvenire anche a livello strategico e di programmazione, poiché la pianificazione di un’attività così determinante per la difesa del nostro patrimonio naturalistico, necessita di un interessamento collegiale”.
In relazione alla scorsa stagione estiva, in cui il Parco dell’Aspromonte ha subito l’incendio di “quasi 5 mila e 500 ettari di territorio, un dato mai così alto ed esteso nella storia”, Autelitano ha voluto ricordare l’origine delle fiamme e la propagazione, per favorire un’analisi complessiva delle difficoltà vissute. “Lo scorso anno, un incendio partito dalla periferia Reggio e non domato subito ha attraversato longitudinalmente l’Aspromonte, fino a “riunirsi” con un altro fronte di fuoco proveniente dal versante opposto e scatenando un disastro, alimentato dalle particolari condizioni climatiche e dai venti che ha reso praticamente impossibile lo spegnimento, facendolo diventare inarrestabile. Quando un incendio è così vasto, inoltre, raggiunge temperature altissime e anche gli interventi di spegnimento attuati dall’alto con gli aerei, rischiano di essere inefficaci. Il fronte “incendi” è un laboratorio di formazione impegnativo ed organizzativo, le istituzioni devono essere all’altezza per non farsi trovare impreparati”.
Nel corso dell’audizione il presidente Leo Autelitano ha illustrato le modalità della campagna antincendi boschiva del Parco dell’Aspromonte che “dal 2000, ininterrottamente, si avvale dei “contratti di responsabilità” siglati con le associazioni di protezione civile, alle quali vengono assegnate specifiche aree del territorio con compiti di monitoraggio, avvistamento e segnalazione: i nostri volontari in termini di segnalazione e primo intervento hanno compiuto il proprio dovere, ne sono testimonianza le segnalazioni registrate dalla centrale operativa. Il contratto di responsabilità agisce secondo una condizione essenziale: più superficie assegnata si brucia, minore sarà il rimborso che l’associazione riceverà. All’inizio e per alcuni anni i contratti hanno prodotto risultati importanti, contribuendo al contenimento degli incendi boschivi: ma bisogna capire che se interviene un fenomeno così devastante ed esteso come quello del 2021, non c’è contratto di responsabilità che potrà fermare la distruzione dei nostri boschi. Dico questo per ribadire il concetto della necessità di una pianificazione ed organizzazione complessiva ed ampia, perché il problema non si risolve con le segnalazioni ma con un intervento che possa coinvolgere diversi comparti, integrando strumentazioni e professionalità”.
Una “riflessione ed una iniziativa politica dovrebbe ricercarsi anche sulla legge 353 – ha aggiunto Autelitano – non per eliminare i vincoli, sia chiaro, ma possibilmente, per ottenere delle deroghe. Quando un territorio comunale brucia per circa il 95%, come nel caso di Roccaforte del Greco, applicare i vincoli vuol dire privare gli abitanti della principale forma di sostentamento, rappresentate dalle attività agricole o dagli allevamenti, praticamente obbligandoli a lasciare il proprio paese e contribuendo allo spopolamento delle zone interne. Credo dunque – ha concluso il presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte – che la “macchina” complessa per la tutela del patrimonio boschivo vada revisionata, unificando tutti gli elementi sotto un’unica cabina di regia, in termini di informazione, organizzazione e coordinamento: a mio avviso è questo il modello che bisogna perseguire”.