Oltre 600 persone provenienti da tutta Italia alla messa in ricordo di Antonio Bellocco che si è celebrata sabato a San Ferdinando (RC) alle ore 19 nella chiesa Madre situata in pieno centro del paese della Piana.
Ad assistere all’intera funzione c’era anche Klaus Davi, precipitatosi da Milano appena saputo che ci sarebbe stato questo importante evento. Chiesa gremita all’inverosimile per ascoltare le parole del sacerdote Don Domenico Rizzi. Boom tra i giovanissimi visto che un terzo dei presenti aveva meno di 25 anni. Tutto si è svolto in modo molto sobrio e la famiglia Bellocco al completo occupava le prime file della chiesa.
“Siamo venuti perché Antonio era uno di noi – hanno dichiarato numerosi partecipanti intervistati da Davi fuori dalla chiesa – Qui era benvoluto da tutti e se fosse stato un ragazzo del Nord non sarebbe stato descritto come hanno fatto i giornali”. Nei primi banchi al completo fratelli e parenti stretti del giovane erede della famiglia Bellocco ucciso dal capo ultrà interista Andrea Beretta lo scorso 4 settembre. «È stato un evento culturale, antropologico, non lo descriverei altrimenti. Escludo che la gente sia venuta perché costretta», commenta Davi il quale non contesta la funzione, «ci mancherebbe, è un momento molto doloroso per la famiglia», ma è rimasto colpito dalla folla accorsa per ricordare il giovane Bellocco: «Non critico assolutamente la funzione, ma per lo Stato è stato un KO. Siamo nel 2024 e l’antimafia è vissuta come lontana, culturalmente non ha inciso, si è visto plasticamente». Durante l’omelia il parroco ha citato esplicitamente gli Ebrei come popolo della forza, contrapponendolo a Gesù e al “popolo della Misericordia e della Croce”. Il giornalista pubblicherà integralmente l’intervento di don Domenico.