In occasione della giornata internazionale delle persone anziane il Sindacato pensionati della Cgil Calabria (Spi Cgil Calabria) denuncia come, malgrado nella nostra regione la percentuale di over 65 sia estremamente alta, manchino gli strumenti e i servizi per consentire loro una buona qualità della vita.
“Siamo una regione di anziani – C In Calabria gli anziani over 65 sono oltre 439mila, pari a circa il 24% della popolazione, e sono destinati a crescere sempre di più raggiungendo circa le 600mila unità nel 2050, il 36% della popolazione, secondo le proiezioni demografiche. La mancanza di occupazione e il rallentamento delle nascite sono inesorabili sul tessuto demografico calabrese. Eppure la politica, centrale e regionale, è miope e da tempo non accompagna all’invecchiamento della popolazione misure mirate a garantirne un’adeguata qualità della vita”.
“Basti pensare – fa notare Gullì – alla legge sulla non autosufficienza, rimasta una scatola vuota. La Legge delega 33 del 2023, nonostante le premesse e le promesse positive, è stata schiacciata da una drammatica assenza di risorse. Ma non solo. La norma è estremamente discriminante, nonché divisiva, perché esclude le persone tra i 65 e i 70 anni dall’assistenza. Vergognose poi le misure per la nuova domiciliarità, cardine di una riforma che doveva assicurare alle persone di poter vivere ed essere assistite a casa propria, o la mancata riforma delle Rsa, nonostante il sistema della residenzialità abbia mostrato tutti i suoi limiti più drammatici durante la pandemia”.
A livello regionale il sindacato solleva perplessità sulla legge sull’Invecchiamento Attivo. “A non convincerci è l’incertezza dei fondi. Ecco perché abbiamo chiesto alla Regione di mettere a disposizione risorse proprie e fondi strutturali europei”.
Pesa sugli anziani anche la catastrofica situazione sanitaria. “Secondo gli ultimi dati resi disponibili dalla Fondazione Gimbe la Calabria è l’ultima regione per i Livelli essenziali di assistenza (Lea) creando una forte discriminante: chi nasce in Calabria ha aspettative di vita inferiori rispetto a chi nasce nelle regioni settentrionali. Con l’Autonomia Differenziata – denuncia il Segretario – scenari già drammatici come questi si esaspererebbero fino a portare ad una vera e propria bomba sociale, un impoverimento dei servizi e un’ulteriore desertificazione dei nostri territori”.
“Tutto questo – conclude – mentre i “nonni” sono per le famiglie una vera e propria forma di welfare familiare, contribuendo all’accudimento dei nipoti e al loro sostentamento per arginare l’indebolimento del potere d’acquisto e la penuria degli asili nido. Pensare gli anziani significa pensare al futuro e costruire un futuro migliore per loro stessi e per tutte le generazioni”.