Il nuovo volume dello storico Giuseppe Caridi dal titolo Il cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799, edizione Rubbettino, sarà presentato dal Rhegium Julii , in collaborazione con la Fondazione Italo Falcomatà e la Deputazione Storia Patria per la Calabria, domani 4 ottobre alle ore 17, 30 nella sede della Città metropolitana, Palazzo Alvaro sala Perri (Piazza Italia).
Ne parleranno il Prof. Antonino De Francesco ordinario di Storia moderna all’Università Statale di Milano e il prof. Salvatore Bottari professore associato di Storia moderna all’Università di Messina. I saluti introduttivi saranno del Dott. Pino Bova del Rhegium Julii e del Sindaco Avv. Giuseppe Falcomatà.
Nel testo, molto importante dal punto di visto storico, sono ricostruite, con il supporto di una vasta documentazione, le vicende del Cardinale Fabrizio Ruffo dalla nascita – avvenuta il 16 settembre 1744 a San Lucido – sino alla conclusione della spedizione da lui condotta e che nell’arco di quattro mesi, dal febbraio al giugno 1799, avrebbe contribuito il modo determinante alla riconquista del Regno di Napoli per conto di Ferdinando IV di Borbone.
Esponente di una illustre casata della nobiltà calabrese, Fabrizio Ruffo, dopo avere ricoperto importanti incarichi presso la Santa Sede, nel 1794 è nominato cardinale e si trasferisce a Napoli.
Con l’avvento della Repubblica napoletana e la fuga in Sicilia di Ferdinando IV, il Ruffo intraprende la spedizione che in quattro mesi dal febbraio al giugno 1799 porta alla riconquista del Regno di Napoli. Sarebbe stata l’insegna della Croce posta in evidenza negli stendardi con l’intento di mostrare che si combatteva in difesa della Chiesa e del Sommo pontefice, imprigionato dagli invasori francesi, a caratterizzare questa spedizione, definita perciò sanfedista. Il suo impegno di salvare la vita ai giacobini napoletani viene però disatteso dai sovrani borbonici con l’avallo dell’ammiraglio.
Sulla figura e la spedizione del cardinale Ruffo è stata espressa una dura condanna gli storici repubblicani coevi, Pietro Colletta, Carlo Botta e Vincenzo Cuoco. Un giudizio più equilibrato è invece quello di Benedetto Croce, che riconosce al vicario regio il merito di essere stato promotore, della stipula di una capitolazione con i repubblicani assediati nei castelli che «loro assicurava l’incolumità, la vita civile e la protezione delle leggi».
Partito fra lo scetticismo generale con pochi uomini e scarsi mezzi economici, il cardinale Fabrizio Ruffo, sebbene oggetto di controverse interpretazioni, rimane un personaggio di rilievo indiscutibile per avere compiuto una straordinaria impresa militare e politica.