Baker Hughes, l’azienda di tecnologia al servizio dell’energia e dell’industria che in Italia opera principalmente attraverso la società Nuovo Pignone, ha reso noto, con un comunicato, “di avere formalmente provveduto a presentare all’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la rinuncia al rilascio della concessione per la costruzione di un sito industriale nel porto di Corigliano-Rossano”.
Giuseppe Nucera, presidente del Movimento ‘La Calabria che vogliamo’, già in passato aveva aspramente criticato la scelta della Regione Calabria di affidare il ruolo di Commissario della Zes a Giosy Romano e allo stesso tempo giudicato negativamente il modello gestionale e di sviluppo di quest’ultimo.
“Chi oggi piange e si straccia le vesti per il passo indietro di Baker Hughes a Corigliano, tempo fa applaudiva alla nomina di Romano quale Commissario Zes, con lo stesso successivamente premiato anche con l’incarico in Fincalabra, non si capisce con quali meriti acquisiti.
Un Governo Regionale con una visione industriale e un Commissario calabrese della Zes avrebbe gestito in modo diverso la richiesta di un banchina portuale per l’insediamento industriale della Nuova Pignone. Non è tempo adesso di evidenziare con un ‘ve l’avevamo detto’ come le scelte scellerate compiute, in ruoli strategici di rilancio e sviluppo della nostra regione, possano rivelarsi dannose e controproducenti.
E’ tempo invece -sottolinea Nucera- di analizzare rapidamente quanto accaduto e immaginare soluzioni alternative che non pregiudichino definitivamente l’importante ricaduta economica ed occupazionale assicurata dall’investimento pensato da Baker Hughes”.
Giuseppe Nucera, già presidente di Confindustria Reggio Calabria, e l’economista Matteo Olivieri propongono ufficialmente all’azienda di tecnologia di considerare il porto di Saline Joniche quale infrastruttura che possa ospitare gli investimenti e le idee progettuali di Baker Hughes.
“Dopo il no a Corigliano- Rossano, suggeriamo di considerare il porto di Saline Joniche, che per l’occasione potrebbe essere disabbiato e reso operante. Basti ricordare che questo porto, alcuni anni addietro, era stato scelto per i suoi fondali e le banchine completamente libere quale base di una centrale a carbone che le legittime opposizioni ambientaliste hanno bloccato.
Adesso che si possono offrire opportunità lavorative ai tanti disoccupati della Città Metropolitana di Reggio Calabria… tutti latitanti. Manca la visione o per dirla più chiaramente manca il “manico” alla Calabria”.
Concludono Nucera e Olivieri nell’avanzare la proposta.
“Si tratta di una grande opportunita’ per il recupero dell’area industriale in questi anni abbandonata. Realizzato nell’ambito del c. d. “pacchetto Colombo”, il porto di Saline Joniche ha vocazione industriale ma non è mai entrato realmente in funzione. La politica reggina deve imporsi rispetto a questa chance irripetibile, avessimo avuto alla Zes un calabrese la questione sarebbe stata posta gia’ nel 2023. Sono queste le battaglie che il movimento “La Calabria che vogliamo” vuole portare avanti, ad esclusivo interesse della nostra regione.
Quanto accaduto con la vicenda Baker Hughes a Corigliano ci ha fatto capire, una volta di più, che nei posti strategici di sviluppo della Calabria servono manager calabresi e non personaggi dai curricula sbiaditi, imposti dai padrini politici romani.
Si è persa una grande occasione, ma non è ancora troppo tardi per rimediare. Chiediamo al Governatore Roberto Occhiuto di proporre all’azienda Baker Hughes (magari insieme al Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso) il porto di Saline Joniche quale hub strategico nel quale sviluppare i propri investimenti”.