La partita di ieri contro l’Akragas era l’ultima dei quattro incontri consecutivi in programma contro squadre, al momento, allocate nella parte bassa della classifica.
Pur speranzosi di raccogliere dodici punti e ridurre ulteriormente il gap con le battistrada non abbiamo mai pensato che ad Agrigento sarebbe stata una passeggiata, anzi!
Intanto per la tradizione sfavorevole che vedeva la Reggina mai vittoriosa in casa dell’Agrigento negli ultimi 75 anni e poi perché consci che le non certo pacate dichiarazioni dei dirigenti girgentani della settimana scorsa avrebbero determinato una reazione della squadra pungolata dai paventati e immediati interventi sulla rosa.
Non siamo, quindi, rimasti sorpresi dal furore agonistico con cui i biancazzurri hanno, fin dal fischio iniziale, aggredito i nostri: ci saremmo aspettati, invero, di subire un minor numero di occasioni da rete e, di contro, attuare qualche ripartenza più incisiva che impaurisse i padroni di casa.
E invece il primo tempo è stato un assolo agrigentino con Lazar protagonista assoluto, autore di una parata da cineteca e da altri pregevoli interventi salva risultato. Senza contare l’involontario salvataggio di Cham colpito da una pallonata indirizzata in porta che lo ha messo ko per qualche minuto.
La reazione della Reggina? Un buon fraseggio tra Renelus e Ragusa che, anche se decentrato, ha tirato con forza scaldando i guanti di Dregan e, da calcio d’angolo, un colpo di testa di Adejo con paratona dell’estremo difensore locale.
Il secondo tempo è stata un’altra musica con l’Akragas che ha inevitabilmente abbassato il ritmo mentre la Reggina diventava padrona assoluta del campo.
Le occasioni per gli amaranto sono fioccate e Dregan non è stato da meno di Lazar in almeno due episodi: i rischi maggiori per la porta agrigentina sono arrivati dalla testa e dai piedi di Adejo e Girasole e, tranne che per il contestato episodio in area su Curiale, non ricordiamo azioni concluse dai nostri attaccanti.
Barranco, encomiabile nel massacrante lavoro di far salire la squadra, non è mai stato pericoloso arrivando fuori tempo su un assist di Ragusa.
Peraltro, nonostante il dominio amaranto nel secondo tempo, al fischio finale abbiamo tirato un sospiro di sollievo avendo vissuto gli ultimi venti minuti con il fiato sospeso a causa dell’infortunio di Lazar, in campo solo perché non sostituibile.
Il riscaldamento di Martinez nell’intervallo del primo tempo ci aveva indotto a immaginare il suo immediato ingresso in campo ma, evidentemente, Lazar si è sentito in grado di proseguire tranquillizzando lo staff tecnico che, conseguentemente, ha optato per utilizzare le sostituzioni su uomini di movimento.
L’infortunio del moldavo non ci è sembrato di poco conto; speriamo di sbagliarci ma dovremo attendere qualche settimana per rivederlo tra i pali e ci dispiace per Roman che oggi aveva ricevuto la meritata convocazione per la nazionale U21 del suo paese.