Il 2024 non è stato un anno semplice per la Reggina.
Pochi i momenti di felicità per i suoi tifosi e per lo più collegati ad avvenimenti fuori campo: tra questi l’avvenuto cambio di denominazione sociale che ha eliminato la locuzione “Fenice Amaranto”, causa di tante polemiche, e l’acquisto del c.d. “marchio” che per molti rappresentava l’elemento di riconoscimento indispensabile per considerare l’attuale società meritevole di gestire la principale espressione calcistica della città.
Ma il 2024 non sembra essere stato un anno tranquillo nemmeno per il Gruppo aziendale dell’ex patron amaranto Felice Saladini.
MeglioQuesto Spa, lo ricordiamo, dal 2021 è una società quotata sul mercato Euronext Growth Milan (EGM) di Borsa Italiana e, per questo, tenuta a pubblicizzare all’esterno gli accadimenti principali.
Ed ecco che, analizzando le comunicazioni ufficiali, rileviamo, tra l’altro, che già in marzo/aprile 2024 si sono manifestate situazioni problematiche che hanno portato alla sospensione, tuttora in essere, della quotazione del titolo e, successivamente, alle dimissioni di Saladini dal CDA (comunicato del 23 aprile 2024).
Da quel momento gli eventi si sono succeduti incessantemente.
Nel maggio 2024 è stato nominato un nuovo CdA senza la presenza di Saladini. Ma già in giugno due dei tre nuovi consiglieri si sono dimessi e Saladini è tornato in CdA, essendo addirittura rieletto come Presidente e Chief Executive Officer con le più ampie deleghe per la gestione della società.
Ciò nonostante la situazione non è certo migliorata.
Sempre in giugno, con riguardo agli obblighi relativi al Bond MeglioQuesto 4,75% 2022-2026 emesso dalla Società, si è dichiarata l’impossibilità di far fronte al pagamento degli interessi e al rimborso della quota di capitale per un importo complessivo pari a euro 3.034.375,00.
Nel mese di luglio il CDA ha preso atto del superamento degli indicatori che determinano il ricorrere della crisi di impresa ed il successivo 20 agosto MeglioQuesto Spa ha presentato domanda di composizione negoziata della crisi ai sensi degli artt. 12 e ss. del Codice della Crisi (“CCII”), con richiesta di applicazione delle misure protettive del patrimonio sociale nei confronti dei creditori di cui all’art. 18 del citato CCI.
La domanda è finalizzata a superare il periodo di tensioni finanziarie che sta attraversando la Società, rinegoziando in modo ordinato le proprie posizioni debitorie, con l’obiettivo di perseguire una profittevole gestione aziendale, salvaguardando i rapporti con i dipendenti, i clienti e i partner commerciali.
Al riguardo, il Tribunale di Milano ha confermato fino al 27 dicembre 2024 le misure protettive del patrimonio sociale nei confronti dei creditori come previsto dal Codice della Crisi (art. 18 e 19) e pochi giorni prima di tale scadenza, il 23 dicembre 2024, il CDA di MeglioQuesto S.p.A. ha approvato un complesso piano di risanamento da sottoporre ai creditori propri e delle controllate rientranti nella procedura di composizione negoziata della crisi.
Nel frattempo, il 6 dicembre 2024 sono state comunicate le dimissioni di BDO Italia Spa dalla carica di revisore legale per il triennio 23-25.
BDO ha individuato nella carenza di allineamento informativo la giusta causa delle predette dimissioni.
E, per finire, non sono mancate neppure le problematiche fiscali:
– la notifica di uno schema di atto di accertamento da parte dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Milano nei confronti di MeglioQuesto Sales Srl, con il quale è stata contestata l’indebita detrazione di IVA, per l’anno 2018, in misura pari ad Euro 3.516.978 e quantificate le relative sanzioni in Euro 5.106.636;
– la notifica di uno schema di atto di accertamento da parte dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Milano nei confronti di MeglioQuesto Voice Srl, con il quale è stata contestata l’indebita detrazione di IVA, per l’anno 2018, in misura pari ad Euro 895.140 e quantificate le relative sanzioni in Euro 1.510.548,75.
Si tratta, lo sottolineiamo, di contestazioni che potranno essere confutate dalla MeglioQuesto e, pertanto, bloccare l’eventuale e successivo accertamento fiscale.
Vedremo a breve quali saranno i successivi sviluppi di tale complessa vicenda e se gli sforzi di Saladini e dei suoi consulenti consentiranno il salvataggio del suo gruppo imprenditoriale.
Sebbene il destino della vecchia società Reggina 1914 srl appaia irrimediabilmente destinato al fallimento non è, a nostro avviso, inutile dare uno sguardo al passato per una lettura degli accadimenti oggettiva e, soprattutto, utile per il futuro.