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Il nibbio reale Andrea torna a volare dopo un barbaro atto di bracconaggio

Dopo 3 mesi di cure, in seguito al ferimento nelle campagne reggine, avvenuto il 3 ottobre, il giovane nibbio reale Andrea torna a volare

di Sebastiano Plutino

Il 3 ottobre 2024 un giovane e magnifico nibbio reale di nome Andrea era stato gravemente ferito da una fucilata nelle campagne poco più a sud di Reggio Calabria. Abbattuto dal colpo di fucile, il rapace era rovinato a terra sanguinante ma, per un caso fortuito, era rimasto in vita seppure con un’ala spezzata da un pallino di piombo.

Grazie al fatto che Andrea è un esemplare molto speciale e che, per questo, i suoi spostamenti vengono monitorati costantemente mediante un GPS che porta sul dorso, gli ornitologi che lo tengono sotto controllo hanno immediatamente rilevato un’anomalia, hanno localizzato il rapace, lo hanno recuperato e poi trasferito al Centro Recupero Fauna Selvatica “Stretto di Messina”.

Ci sono voluti tre mesi di cure e riabilitazione, ma Andrea è potuto tornare a volare perfettamente e il 19 gennaio 2025 è stato liberato in Sicilia nei pressi del Parco Regionale delle Madonie, ove sono presenti altri esemplari di nibbio reali che, all’atto del ferimento, Andrea stava raggiungendo.

Per il giovane nibbio reale si è trattato di un secondo rilascio in natura, dopo che ornitologi dell’Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati e della Stazione Ornitologia Calabrese lo hanno dotato in un nuovo GPS.

La prima liberazione era avvenuta nel luglio 2023 nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Andrea, infatti, ha una storia interessante alle spalle ed un importante futuro davanti, futuro che un grave e vergognoso atto di bracconaggio compiuto tra le località di Pellaro e Motta San Giovanni (nei pressi di Reggio Calabria) aveva rischiato di stroncare.

Nato in Svizzera nel 2023, il giovane era stato prelevato nel nido da un team di ornitologi del Cantone di Friburgo ed era poi stato trasferito e liberato nel Parco Nazionale dell’Aspromonte nell’ambito di un programma di reintroduzione della specie che viene realizzato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte con il cofinanziamento dell’Unione Europea.

Con il progetto LIFE MILVUS, infatti, si punta a ricostituire una popolazione di nibbio reale in Calabria meridionale, dove la specie non nidifica più da vari decenni, rilasciando in natura un centinaio di individui provenienti da aree donatrici nell’arco di cinque-sei anni. Nel 2024 ed il 2025 sono stati 25 i nibbi reali liberati, provenienti da Svizzera, Francia (Corsica) e Basilicata.

Questi giovani rapaci, dopo il rilascio in natura, compiono anche significativi spostamenti ma tornano poi nell’area di rilascio ed è qui che, dopo i due anni di età, si spera che comincino a nidificare. Andrea, infatti, dopo la liberazione nel Parco Nazionale dell’Aspromonte aveva compiuto lunghi movimentiesplorativi in Sicilia e in Italia meridionale e centrale, tanto da percorrere circa 12.000 km in un anno eraggiungere persino l’Emilia-Romagna, ma poi aveva fatto ritorno in Calabria meridionale, dove la barbara fucilata lo aveva fermato.

Il nibbio reale, elencato tra le specie “Vulnerabili” nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia, è un rapace dotato di un piumaggio bellissimo e di un volo acrobatico. La sua dieta si basa in buona parte sul consumo di animali morti e questo suo “riciclo” di materia organica contribuisce ad evitare il diffondersi di organismi patogeni. Pur trattandosi di un rapace, il nibbio reale non ha becco e zampe molto robusti ma riesce, comunque, a predare piccoli roditori, fornendo così un ulteriore importante contributo all’equilibrio ecologico delle aree rurali.

“Purtroppo il bracconaggio risulta ancora essere un fenomeno grave e diffuso”, ha affermato il Commissario dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte arch. Renato Carullo, che mette a rischio la sopravvivenza di specie rare che, come il nibbio reale, non solo non hanno nessuna conflittualità con le attività agricole e zootecniche ma che, anzi, svolgono un importante ruolo ecologico”.

Bisogna, infine, considerare il fatto che questo fenomeno si aggiunge ad altre minacce che colpiscono severamente molte specie di rapaci minacciati quali l’uso di rodenticidi, l’uso di bocconi avvelenati e l’elettrocuzione.

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