A tre giorni dalla sconfitta casalinga con il Siracusa si continua, inevitabilmente, a parlarne.
Non era una partita come le altre: in gioco il primato e, soprattutto, la conferma di non essere inferiori a quel Siracusa protagonista da due anni nel girone I.
Tante le speranze dei tifosi amaranto, corroborate da una sequela di prestazioni convincenti e farcite da un gioco piacevole e autoritario, che sono naufragate al triplice fischio.
Il Siracusa, al di la delle individualità, ha vinto con il collettivo, soffrendo e piegandosi alla forsennata aggressività amaranto dei primi trenta minuti ma, successivamente, riprendendo, a poco a poco, il governo del gioco fino a ribaltare il risultato.
Squadra esperta quella aretusea, capace, anche in svantaggio e davanti a 7.000 tifosi avversari, di gestire con mestiere le difficoltà; il bomber Maggio un esempio: dialogo fitto e continuo con l’arbitro, battibecchi con l’avversario vicino e botte negli scontri in area.
Sia chiaro: tutto nei limiti e, anche questo, sinonimo di esperienza.
Il Siracusa, come ammesso dai più, non ha rubato nulla e, una volta acciuffato il pareggio, si è dimostrato superiore nella gestione dell’incontro pur se gli amaranto, non dimentichiamolo, hanno creato più di un’occasione per raddrizzare il risultato.
Ciononostante continuiamo a pensare che tra le due squadre non ci sia il divario espresso dall’attuale classifica ma siamo anche consapevoli che qualcosa, evidentemente, sia finora mancato alla nostra squadra per essere alla pari o, addirittura, sopra di chi la precede.
Certamente è mancato, e non solo domenica scorsa, il cinismo nel concretizzare le occasioni da gol create con conseguente pregiudizio del risultato finale ma anche una condizione fisica costantemente sotto tono di alcuni atleti che non hanno finora fornito il supporto atteso.
Ma mancano ben 11 gare alla fine del campionato. Non sono poche, tutt’altro.
La Reggina ha un obbligo che, per quanto scontato, vogliamo ribadire: scendere sempre in campo con la determinazione di chi gioca una finale.
Non può e non deve permettersi cali di tensione che sarebbero ingiustificabili ma proseguire, senza guardare la classifica, il proprio campionato.
La società non deve lasciare nulla d’intentato per perseguire il massimo obiettivo.
I tifosi lo hanno urlato a gran voce a fine partita: “Noi non molliamo, siamo sempre con voi”.
Ripartiamo da qui. Tutti.