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Lapide di Palazzo Crupi, Patto per il Cambiamento: “Delirio egocentrico”

"La conferenza stampa del dottor Lamberti sullo spostamento della lapide è stata una fiera dell'autoreferenzialità", scrive il Movimento

di Sebastiano Plutino

“La conferenza stampa del dottor Lamberti sullo spostamento della lapide del Palazzo della Cultura Pasquino Crupi è stata la fiera dell’autoreferenzialità e della doppia morale. Fa quasi tenerezza ascoltare dal Dottore, in una sala che ha raccolto pressappoco i suoi dipendenti, accuse disconnesse ed evidentemente strumentali rivolte alla Città Metropolitana, secondo lui rea di voler cancellare le sue memorabili gesta di amministratore illuminato“. E’ quanto afferma in una nota il movimento politico reggino Patto per il Cambiamento.

“Lungi da noi voler sminuire la positiva attività svolta dall’allora Provincia di Reggio Calabria nella ristrutturazione del Palazzo della Cultura, intendiamo sottolineare che la Città Metropolitana ha già chiarito che la lapide, non è questa una definizione offensiva, ma quella recitata dal vocabolario Treccani che invitiamo tutti a consultare, è stata custodita e sarà ricollocata all’interno del Palazzo della Cultura. Non vi è alcuna volontà di cancellazione da parte dell’Ente. Non si capisce quindi dove stia lo scandalo o la lesa maestà. Piuttosto il suggerimento da rivolgere al dottore è quello di evitare di personalizzare le questioni come se tutto ciò che avviene in città ruotasse attorno alla sua figura”.

“Purtroppo ancora una volta – prosegue Patto per il Cambiamento – il dottor Lamberti, in quello che appare sempre più come una sorta di canto del cigno politico, tenta di metterla, guarda caso, sul personale, considerando la rimozione della lapide come fosse un attacco nei suoi confronti. Le sue invettive lo trasformano in una sorta di caricatura del suo personaggio, che però, non possiamo fare a meno di notare, si guarda bene dal chiarire le circostanze quantomeno singolari che gli vengono sottolineate nel corso della stessa conferenza”.

“A chi e come, ad esempio, è riferibile l’ordinativo della targa all’impresa incaricata? Come mai è stata posizionata danneggiando il muro senza nemmeno un parere della Soprintendenza? Chi ha pagato il debito prodotto? Lamberti questo non lo dice, richiamandosi sbrigativamente alla posizione dell’allora direttore generale della Provincia Minicuci, che guarda caso oggi è collega di partito di alcuni dei consiglieri che erano seduti alla stessa conferenza stampa di Lamberti”.

“C’è poi un altro aspetto da evidenziare prosegue Patto per il Cambiamento – se Lamberti afferma orgogliosamente che tutti i lavori sul Palazzo sono stati eseguiti gratuitamente, come mai è stato prodotto un debito fuori bilancio successivamente saldato con una delibera del Consiglio Metropolitano? E a cosa fa riferimento la delibera di presa d’atto dei lavori svolti in somma urgenza, approvata dalla giunta provinciale circa due mesi dopo l’inaugurazione del Palazzo, per saldare i lavori eseguiti all’interno? Sono questi gli interrogativi ai quali Lamberti dovrebbe rispondere, piuttosto che tentare di buttarla in caciara con il solito modus operandi egocentrico al quale ci ha da tempo abituati”.

“La vicenda è ormai definitivamente chiarita – conclude Patto per il Cambiamento la targa acquisita al patrimonio dell’Ente, è stata spostata per esigenze espositive. Nessuna volontà di cancellazione della storia del Palazzo, men che meno nei confronti del compianto intellettuale meridionalista Pasquino Crupi, tirato in mezzo a sproposito nel chiaro tentativo di nobilitare una posizione esclusivamente autoreferenziale, ed il cui nome campeggia in tutti i materiali prodotti anche di recente all’interno del Palazzo della Cultura, compreso un enorme pannello grafico posizionato proprio all’ingresso. Date queste certezze per acquisite, immaginiamo non ci sia altro da aggiungere. L’unico che ancora sembra non volerlo comprendere, evidentemente per darsi un tono, è proprio il Dottor Lamberti, che ancora ieri seguitava nel suo delirio egocentrico che, questo è bene infine precisare, è evidente che ai cittadini reggini interessi davvero poco”.

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