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Ponte sullo Stretto, Caminiti: “Comunità villese rivive l’incubo a cadenza decennale”

"UE valuti con attenzione valutazione impatto licenziata con esito negativo dalla commissione VIA VAS del 19 novembre 2024", scrive Caminiti

di Sebastiano Plutino

La Sindaca del Comune di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, al rientro del dibattito a Bruxelles sul progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, al quale hanno partecipato anche il circolo del Pd villese e la presidente del comitato “Titengostretto”, interviene nuovamente, tramite una nota, sulla vertenza riguardante l’Opera: “A Bruxelles ho rappresentato ancora una volta la posizione dell’amministrazione comunale diventata – con i deliberati consiliari – la posizione della Città di Villa San Giovanni rispetto al progetto definitivo aggiornato del ponte sullo Stretto: l’invito dell’onorevole Tridico (che ringrazio personalmente per l’opportunità che ha dato alla Città) ci ha permesso di avanzare richieste precise. La prima richiesta: che l’Europa valuti con la massima attenzione la valutazione di impatto appropriata licenziata con esito negativo nel parere della commissione VIA VAS del 19 novembre 2024, soprattutto perché le mitigazioni ambientali proposte dalla Stretto Di Messina e pubblicate il 9 gennaio 2025 dal Ministero sono assolutamente insufficienti e contrastanti per Villa San Giovanni, ma anche insufficienti per l’area dello Stretto (che è interessata dalla presenza di zone di protezione speciale e zone speciali di conservazione tutelate con le direttive Habitat e Natura 2000 dall’Europa). La seconda richiesta: qualora questo progetto definitivo aggiornato arrivi al vaglio del CIPESS (pur non essendoci le condizioni perché ciò avvenga!) l’Europa sostenga la richiesta del consiglio comunale di Villa San Giovanni di astensione dalla dichiarazione di pubblica utilità. Una motivazione giuridica sostiene la nostra richiesta: in mancanza di un progetto definitivo di cantierizzazione, infatti, non è esattamente individuata l’area da espropriare e questo è l’unico caso giuridico in cui il CIPESS potrà astenersi dalla dichiarazione di pubblica utilità e “liberare“ una città e soprattutto i suoi espropriandi dall’incubo di un’occupazione imminente delle proprie abitazioni e degli spazi interessati. Noi abbiamo tenuto dal novembre 2022 una posizione istituzionale, condivisa con la presentazione del ricorso al Tar con la Città Metropolitana e con il sindaco Falcomatà: una battaglia per il rispetto delle istituzioni e per la tutela del territorio. Lo abbiamo detto in ogni dove, partecipando a tutti i confronti sul ponte, quelli del sì e quelli del no, ricevendo nella nostra sala consiliare tutti coloro che ne hanno fatto richiesta e di entrambi i fronti. Siamo stati seduti a tutti i tavoli istituzionali, abbiamo partecipato senza mancare una scadenza alle conferenze del MASE e del MIT, presentando osservazioni e prescrizioni. La commissione VIA VAS ha recepito le nostre osservazioni sugli studi disponendoli con ottemperanza prima della presentazione del progetto esecutivo: ma la società proponente continua a sostenere che gli studi vanno eseguiti nel momento della progettazione esecutiva. Non è ciò che chiediamo sin dall’inizio: non abbiamo preteso di sostituirci nel potere decisorio al Governo (la legge obiettivo del 2004 ha resistito al vaglio della magistratura amministrativa), e noi che siamo istituzione rispettiamo le istituzioni e sappiamo che la Città non decide e che solo la sensibilità politica nazionale avrebbe potuto introdurre il dibattito pubblico. Non lo ha fatto e ne abbiamo preso atto! Abbiamo chiesto che almeno cambiasse il paradigma: non più la solita opera infrastrutturale da propaganda elettorale, ma un metodo nuovo tecnico scientifico che dia ai territori la possibilità di governare la fase di cambiamento. E non solo la fase in cui il cantiere verrà aperto (che per Villa San Giovanni sarà più devastante del ponte stesso perché vuol dire tagliare in 2 la città!) ma l’oggi. L’ente territoriale deve avere contezza e consapevolezza, il che presuppone che deve avere tutti gli strumenti che permettano la visione per il territorio. Adesso l’Europa è chiamata a valutare il progetto sulla base di una valutazione di impatto appropriata negativa, che non si deroga ex lege perché non siamo davanti a un caso di salute pubblica o di sicurezza. Lo hanno detto i ministri Pichetto Frattin prima e Salvini dopo che gli atti vanno mandati in Europa: ecco perché siamo stati a Bruxelles a chiedere attenzione. La mancanza di un progetto di cantierizzazione, la mancanza dei progetti definitivi di risoluzione delle interferenze (fognaria, idrica, viabilità di cantiere, pubblica illuminazione) e del progetto di monitoraggio ambientale per la fase pre apertura cantieri, impongono una fase di approfondimento prima del CIPESS, ad oggi negata. Se mai questo progetto definitivo aggiornato (che per noi non è un progetto definitivo perché manca dei presupposti di legge), superando anche la commissione europea, dovesse arrivare al CIPESS, bisognerà battersi per ottenere l’astensione del comitato dalla dichiarazione di pubblica utilità, perché la Città teme un’incompiuta e la Comunità rivive un incubo che torna ogni 10 anni e che tale resterà fino a quando ogni dubbio strutturale, ambientale, di sostenibilità economica non sarà superato. “, scrive la Sindaca Caminiti

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