Nonostante le non poche perplessità scaturite dai rilievi che sono stati rivolti dalla Commissione valutatrice al dossier presentato dalla delegazione reggina, il giorno della proclamazione mi sono collegata alla diretta dell’evento ed ho tifato per Reggio. Senza se e senza ma, con dita incrociate, batticuore e mani fredde. Speravo nella vittoria sapendo quanto questa scelta sarebbe stata importante per la Città e tifavo Reggio Calabria!
Sentire pronunciare il nome di un’altra città mi ha deluso e ferito, molto. Ho sentito come un male fisico.
D’istinto ho scritto cosa stavo provando sul mio profilo Facebook, per condividere con gli amici quel sentimento di scoramento pervasivo e forte.
Molti si sono riconosciuti in questa mia costernazione, ma tanti mi hanno addirittura chiamato in privato per dirmi “ma realmente tifavi per questa proclamazione?”, “questa è certamente un’altra sconfitta della maggioranza”, “ma allora non sai fare politica !?”
Cari colleghi riparto da questa ultima considerazione che mi è stata rivolta perché la considero inaccettabile e per chiarire che ne dissento fermamente.
La differenza tra chi ama questa città e chi non la ama sta proprio nel senso di questa frase, che riduce perfino l’amore per la terra dove siamo nati a terreno di scontro e di speculazione tra correnti politiche, che di fronte all‘opportunità di ricevere un riconoscimento per la nostra città, non dovrebbe neppure sfiorare il pensiero di nessuno di noi.
Quindi sarò anche la più scarsa in quest’aula nell’arte del politichese, ma amministrare con rispetto e onore, mettendo la Città prima di tutto, specie delle nostre “piccole” ambizioni personali, credo che sia tutta un’altra cosa, il nostro primo impegno e la nostra più importante missione.
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