«Questa Amministrazione, guidata dal Sindaco Falcomatà, in dieci anni e senza disporre di ingenti finanziamenti, è riuscita a realizzare ben quattro ponti, due dei quali erano opere incompiute ereditate dal centrodestra. Per questo motivo, le polemiche sollevate dai consiglieri di Forza Italia risultano prive di fondamento». Lo afferma in una nota Giovanni Latella, consigliere di Italia Viva, in riferimento all’avanzamento dei lavori per la costruzione del ponte sul Calopinace.
«L’intervento ha incontrato ostacoli sia infrastrutturali che progettuali – ha precisato il Consigliere – soprattutto in seguito al crollo del Ponte Morandi di Genova che ha portato a un cambiamento nelle normative. Il nuovo ponte collegherà il Lungomare monumentale Falcomatà alla zona sud della città, estendendo il fronte mare per circa tre chilometri. A chi critica i ritardi, in particolare ai consiglieri di Forza Italia, ricordiamo che il ponte di Paterriti era fermo da oltre dieci anni, mentre quello di Lume Lia a Pellaro era bloccato dal 2012: entrambe erano opere che avrebbe dovuto completare il centrodestra, ma che sono state portate a termine dall’Amministrazione Falcomatà. I ritardi, lo ribadiamo, sono legati a questioni burocratiche e normative. Con il nuovo ponte, il quarto dopo quelli di Lume di Pellaro, Paterriti e il collegamento tra il Waterfront e l’area portuale, si potrà valorizzare l’intero tratto costiero, dalla collinetta del Parco Lineare Sud fino alle splendide spiagge del litorale. Al di là dei ritardi amministrativi, ciò che conta è che l’opera stia finalmente vedendo la luce».
Tuttavia, per Latella il ponte rappresenta molto più di un’infrastruttura: apre a nuovi scenari per la città. «Reggio – ha evidenziato – può riappropriarsi della zona sud, oggi occupata dal deposito ferroviario, e dare vita a un progetto di rigenerazione urbana. Si immagina una nuova city, una città bella e gentile adagiata sul mare dello Stretto, con strutture ricettive integrate in un grande parco urbano, visitabile agevolmente a piedi o con mezzi di mobilità dolce, e una lunga intubata per i treni che va dall’area del Calopinace all’Omeca correndo parallela al viale Aldo Moro. Questo consentirebbe di eliminare la barriera dei passaggi a livello che, di fatto, ostacola il collegamento diretto con il mare. È fondamentale pensare a un intervento coordinato con le Ferrovie, che per quasi un secolo hanno separato fisicamente la zona sud dal resto della città. Serve una visione simile a quella già adottata per il centro storico, con una grande intubata ferroviaria che restituisca continuità urbana».
«È il momento di pensare in grande – ha concluso Latella – come il centro città è riuscito a proiettarsi verso nord, ora Reggio deve aprirsi verso sud. La ferrovia non può più essere una barriera, ma deve diventare parte integrante di una visione moderna e sostenibile della città».