Si è svolta venerdì 11 luglio alle 18 presso la nuova sede di Piazza Orange, e precisamente in via Crisafi 22/A, la presentazione alla stampa e ai reggini di “Onda Orange”, un gruppo di lavoro permanente aperto alla città che ha come filo conduttore il concetto di “restanza”.
L’apertura spetta a Danilo Emo, architetto reggino, che spiega com’è nata questa nuova compagine:
“Ci siamo incontrati nel tempo, in percorsi diversi, abbiamo creato gruppi, scritto progetti, fatto esperienze. Oggi quell’ onda prova a emergere non per fare rumore, di quello ce n’è già tanto, ma per prendersi la responsabilità di esistere e di diventare classe dirigente. Dentro Onda Orange ci sono storie diverse. Ci sono studenti che si impegnano per il futuro, professionisti che mettono a disposizione le loro competenze e il loro tempo, cittadini che vogliono semplicemente vedere la loro città migliorare. E ci accomuna una passione vera, un senso di identità così forte che per noi la voglia di cambiare è diventata una necessità.”
A seguire la parola è passata a Sara Bracciorosso, giovane laureata in filosofia contemporanea che oggi si occupa di comunicazione e marketing politico. Cuore dell’intervento il tema dell’emigrazione giovanile. Partendo dai dati preoccupanti che registrano per la Calabria, nell’ultimo ventennio, la partenza di 162.000 giovani tra i 18 e i 34 anni, mentre Reggio Calabria ha dovuto salutare 27.000 giovani negli ultimi dieci anni. Tra i fattori sui quali incidere per invertire la rotta, una posizione strategica la riveste certamente l’università, chiamata sempre più a una visione programmatica e integrata con il sistema produttivo locale e le sue caratteristiche.
Michele Rizzo, 59 anni dei quali 41 spesi in aziende nazionali e internazionali del settore food e beverage, ricorda i pilastri sui quali si fonda Onda Orange: cultura, lavoro, turismo, legalità, decoro urbano ed extraurbano. Nel concreto Rizzo ricorda che: “Dobbiamo formare gli imprenditori e dobbiamo formare i giovani ad essere imprenditori e dipendenti. Dobbiamo creare percorsi che uniscano scuola, università e quella poca buona impresa che esiste. La seconda azione è favorire l’imprenditorialità giovanile. Troppi ragazzi hanno idee brillanti ma nessuno strumento per realizzarle”.
L’impegno nel sociale, lotta alla mafia e diritti umani sono stati invece i valori analizzati nell’intervento di Lucia Lipari, avvocatessa e giornalista, da tempo impegnata in percorsi finalizzati al sostegno delle persone più fragili e per la costruzione di buone prassi e politiche sociali rispondenti ai bisogni emergenti. Per fare fronte a una sfida sociale complessa, sostiene la Lipari, occorre che ciascuno faccia la propria parte e metta a disposizione le proprie competenze nella gratuità. Non si può essere uomini e donne circostanti, citando Stefano Rodotà. È tempo di profondità e di impegno oltre campanilismi e stretti orizzonti partitici.
Sul settore turistico è intervenuto Domenico Guarna, storico e guida escursionistica che ha ricordato come nel tempo, Reggio si sia allontanata dall’assunto che il turismo è una scienza economica basata su un moltiplicatore di ricchezza. Il settore turistico locale ha la necessità di offrire servizi in grado di agevolare la permanenza o addirittura di prolungarla. Fattori questi che possono generare ricchezza e occupazione. Nel concreto, biglietti unici per i luoghi di interesse, realtà aumentata e audioguide per chi vuole spostarsi in autonomia sul nostro territorio, offerte esperienziali integrate con l’area metropolitana e la dirimpettaia Messina.
A seguire, gli interventi di alcuni partecipanti all’incontro. L’avvocato Antonino Polimeni ha ribadito l’importanza del digitale, ricordando come le nuove risorse tecnologiche siano applicabili, creando valore, nel settore turistico, ambientale e nella mobilità urbana. Reggio deve ambire, secondo Polimeni, a diventare una capitale dell’innovazione culturale.
Per Consuelo Nava, docente dell’Università Mediterranea, le città negli ultimi venti anni sono cambiate anche a prescindere dai sindaci, c’è un processo di cambiamento delle città che prescinde dalla politica. Fa tenerezza l’impegno di Massimo Canale, seguita la Nava, perché data la sua esperienza sa bene a cosa va incontro ma nonostante questo ha deciso di dare la sua disponibilità ad aggregare altre persone con esperienze diverse, rilanciando la sfida all’interno del centrosinistra. Questo impegno è da apprezzare, trovare oggi una persona che ci crede ancora è un valore.
Storie di restanza, storie di reggini che hanno deciso di investire le proprie competenze al servizio della città, invertendo un po’ quella prassi che fa partire i movimenti politici dai nomi, spesso dimenticando visioni e metodo. In una città spesso legata, come in queste ore, alla rilettura sterile del passato, Onda Orange vuole guardare al futuro di Reggio con un orizzonte che non si chiude alle prossime comunali.