Torna ad essere audito nell’Ottava Commissione (Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione), presieduta da Maria Ranieri, il Garante metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza, Emanuele Mattia. Durante la seduta, Mattia è intervenuto nuovamente dopo una precedente relazione, soffermandosi sull’importanza del numero verde 114, istituito con il Decreto Legislativo 144/1999. Sebbene inizialmente pensato come strumento per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile, il numero non è destinato esclusivamente all’emergenza infanzia. È attualmente gestito dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dalla Fondazione SOS Telefono Azzurro, ed è stato rafforzato dal Decreto Legislativo 99/2025, entrato in vigore il 16 luglio scorso. «Il recente decreto – ha spiegato il Garante – rappresenta una svolta importante: il legislatore ha riconosciuto ufficialmente il ruolo del 114 nella prevenzione e nel contrasto al bullismo e cyberbullismo, dotandolo di nuovi strumenti operativi. Un numero che coinvolge forze di polizia ed enti preposti, in grado di indirizzare i casi di abuso su minori verso gli uffici competenti».
La presidente della Commissione Maria Ranieri ha posto l’attenzione sui linguaggi “forti” utilizzati anche in ambito familiare nell’educazione dei bambini e dei minori. In risposta, il Garante ha sottolineato l’urgenza di coinvolgere le famiglie in percorsi di sensibilizzazione, attraverso incontri condivisi che vedano la partecipazione non solo di psicologi, ma anche di pedagogisti, figure centrali per l’osservazione e la promozione delle buone prassi educative in relazione alle mutate esigenze sociali e strutturali.
Diversi sono stati i contributi dei consiglieri: Filippo Quartuccio ha posto l’accento sul ruolo della televisione come veicolo di ogni tipo di contenuto, chiedendo interventi concreti per la tutela dei minori. Ha inoltre proposto la creazione di un progetto di educazione digitale nelle scuole, con percorsi formativi per un uso consapevole delle tecnologie. Giuseppe Giordano ha suggerito il coinvolgimento del settore comunale Welfare nelle prossime sedute dedicate ai minori. Demetrio Marino ha proposto di raccogliere dati sui minori al fine di elaborare una proposta politica strutturata. Santo Bongani ha evidenziato il disagio vissuto dai minori privi di una rete familiare di base, sottolineando l’urgenza di interventi mirati.
Sul tema giovani e movida, Mattia ha ribadito che compito fondamentale del Garante è ascoltare direttamente le istanze: «Ogni fascia d’età ha bisogni, richieste e prerogative specifiche. Le consulte giovanili e scolastiche sono fondamentali: è da lì che nascono i buoni cittadini del futuro. L’ascolto è la chiave di una visione efficace».
La seduta ha posto l’accento sulla mancanza di dati strutturati relativi a infanzia e adolescenza: «I disagi non sono uguali per tutti – ha aggiunto Mattia – e assumono spesso caratteristiche specifiche del territorio, come ad esempio nel caso della dispersione scolastica. Per avanzare proposte concrete, servono dati: quanti minori ci sono? Quante famiglie si rivolgono ai servizi sociali?». A questo proposito, il Garante ha illustrato una prima proposta, nata dopo un confronto con il sindaco Falcomatà: aprire un’interlocuzione con l’Istituto degli Innocenti di Firenze, che da oltre 80 anni si occupa di monitoraggio nazionale e presenta il Piano per l’Infanzia. «Abbiamo ricevuto una proposta che ora sarà valutata dagli uffici. L’obiettivo è istituire un Osservatorio che raccolga tutti i dati relativi a infanzia e adolescenza, per intervenire in modo efficace sulle micro e macro criticità territoriali». Mattia ha inoltre segnalato che l’Ufficio del Garante sta già collaborando con organizzazioni come Medici nel Mondo, Save the Children e mantiene un’interlocuzione costante con il mondo della scuola. «Siamo un organo terzo e imparziale – ha concluso – che supporta le attività di impulso alla politica. Ed è compito della politica favorire e sostenere progetti dedicati all’infanzia e al territorio».