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Tropea: al via la 9° edizione di “Teatro d’aMare”

Tre giornate di teatro, danza e performance con il festival ideato da LaboArt che mette al centro l’inclusione

di Sebastiano Plutino

Partirà domani la 9° edizione di “Teatro d’aMare”, il festival promosso da LaboArt con la direzione artistica di Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi che quest’anno porterà al centro “La cura nella scena contemporanea” con 3 giornate che si svolgeranno, dall’11 al 13 settembre, nelle quali si terranno spettacoli, performance, installazioni e laboratori racconteranno come le arti possano farsi strumento di inclusione e rigenerazione sociale.

«Dal 2022 abbiamo scelto di costruire ogni edizione intorno a un tema che potesse diventare lente d’ingrandimento sulla realtà: l’assenza, la casa, il femminile – spiegano i direttori artistici Maria Grazia Teramo e Francesco Carchidi -. Quest’anno abbiamo scelto di parlare di cura, non come concetto astratto, ma pratica concreta che, come associazione, portiamo avanti quotidianamente. Cura è accogliere differenze, dare spazio a chi vive fragilità, trasformare i margini in luoghi di incontro. Per tre giornate, Tropea si trasformerà in palcoscenico per una riflessione aperta e condivisa, tra artisti, studiosi, operatori, giornalisti e pubblico».

Il festival si aprirà domani, alle 17:30, a Palazzo Santa Chiara, e sarà incentrato sul tema “Arte-è-cura. Le arti performative quando diventano mezzo d’inclusione”. Il dibattito sarà un confronto tra studiosi, artisti e operatori culturali, moderato da Francesca Saturnino, goiornalista de “Il Manifesto” che racconterà come la scena possa favorire il dialogo, abbattere barriere e generare nuove forme di comunità.

Al dibattito interverranno: Luciana Maniaci (psicoterapeuta); Antonio Viganò (Teatro La Ribalta – Bolzano); Carlotta Vitale e Mimmo Conte (Gommalacca Teatro Potenza); Antonino Pirillo e Giorgio Andriani (Teatro Biblioteca Quarticciolo Roma); Veronica Caggia (Santa Briganti, Vittoria RG); Antonio Turano (psicoterapeuta e musicoterapeuta, Belmonte Calabro CS); Francesco Carchidi e Maria Grazia Teramo (LaboArt, Tropea).

Seguirà l’installazione site-specific ideata dall’artista Pietro Spoto e dal musicista Andrea Gerlando Terrana “Trans. Essere Paesaggio”. Un’esperienza immersiva e collettiva, nella quale, attraverso un percorso itinerante, i partecipanti saranno guidati tra le vie, le piazze e gli angoli nascosti della città, evocando una dimensione sensoriale profonda.

Alle 20:30, e in replica alle 22:45, al Museo Diocesano va in scena “Nella mia stanza l’Orsa Maggiore”, conclusione di un percorso accademico annuale condotto da LaboArt, con la drammaturgia di Francesco Carchidi, che ne cura anche la regia insieme a Maria Grazia Teramo. Attraverso una serie di quadri, si dipanano le vite di personaggi sospesi tra desideri e paure: ogni stanza è un universo, un rifugio e al tempo stesso una prigione, dove la paura diventa strumento di trasformazione.

Alle 21:30 nel Giardino del Museo Diocesano arriva invece “Afànisi” del gruppo teatrale CTRL+ALT+CANC,  performance che rovescia i rapporti tra spettatore e spettacolo, tra realtà e sguardo che la osserva, con la drammaturgia e regia di Alessandro Paschitto, anche in scena insieme a Raimonda Maraviglia e Francesco Roccasecca. La serata si chiuderà in musica con il live di DonGocò, un rapper e musicista sui generis, la cui ricerca artistica spazia su diverse sonorità e ambiti musicali, con una profonda attitudine hip hop.

La seconda giornata, il 12 settembre, si apre con la presentazione del libro “La non-scuola di Marco Martinelli” a cura di Francesca Saturnino, alle 17:30 a Palazzo Santa Chiara. Il volume nasce dall’osservazione diretta della pratica della non-scuola, portata a Napoli dal regista con un gruppo di adolescenti, riguardante la “messa in vita” dei testi di Aristofane nel progetto Sogno di volare al Parco Archeologico di Pompei. Saturnino racconta il percorso dal punto di vista di insegnante e giornalista, intrecciando le voci di ragazzi, studiosi e artisti.

Alle 19:30, sempre a Palazzo Santa Chiara, Annalisa Limardi presenta “NO”, un lavoro in cui la performer affronta le pressioni esterne, incarnate da un microfono che la incalza con domande invasive. Da questa condizione di limite emerge la sua ribellione: conquistando il microfono, ritrova voce e autonomia.

Alle 20:30 al Giardino del Museo Diocesano, C&C Company porta in scena “Larva” di e con Carlo Massari, primo atto del trittico “Metamorphosis”, un progetto sul sottile confine tra uomo e bestia, un’indagine sulle trasformazioni, i mutamenti, l’alterazione fisica e spirituale dell’essere alla ricerca di una propria nuova natura, identità, forma.

Alle 22:00, nel Giardino del Museo Diocesano, appuntamento con “Voci da un vicolo” di Putéca Celidònia, conferenza-spettacolo che racconta l’esperienza vissuta dal collettivo nel Rione Sanità di Napoli, attraverso le immagini, i suoni e le voci dei protagonisti di questo percorso. Alle 23:00, chiude la serata Claudio Francica trio con il live tratto dall’album “Quiete”.

Ad aprire l’ultima giornata, il 13 settembre alle 18:45 nel Giardino del Museo Diocesano, sarà invece la performance “Peccato” di Mucchia Selvaggia, con Giorgia Conte e Martina Militano per la regia di Antonella Carchidi. Una performance site-specific che trasforma lo spazio in un rito di sconsacrazione e riflessione, invitando a interrogarsi su come il mondo potrebbe essere diverso, se gli eventi avessero preso altre direzioni.

Alle 19:30, sempre nel Giardino del Museo Diocesano, Carlo Massari e la C&C Company proseguono il viaggio del progetto “Metamorphosis” con il secondo capitolo del trittico, “Blatta”. Alle 20:30, segue un momento speciale di incontro e condivisione: la cena comunitaria performativa “Limine”, pensata come naturale prosecuzione del percorso artistico avviato con la performance Trans. Un’esperienza collettiva di Pietro Spoto, Andrea Gerlando Terrana e LaboArt in cui nutrimento, gesto e relazione si intrecciano in forma rituale.

Alle 22:15 Federica Greco e Paolo Presta conducono gli spettatori in una reinterpretazione delle musiche della tradizionale calabrese, mentre alle 22:30 Teatro d’aMare 2025 si chiude con “Sapiens”, ultimo solo di “Metamorphosis” della C&C Company.

Teatro d’aMare 2025 è realizzato con il contributo economico del Comune di Tropea, con il sostegno di Camera di Commercio Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e dei main sponsor LaboApartments e Tropis Hotel.

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