La mobilitazione nazionale del 18 ottobre, organizzata dal Tavolo Interassociativo Calabrese, ha visto anche in Calabria -a Reggio, a Lamezia e a Cosenza- la presenza di molte associazioni, docenti, studenti ed esponenti della società civile, che hanno a cuore le sorti della scuola. Quando il 4 settembre, le associazioni, CIDI Cosenza e Reggio Calabria, FLC CGIL Calabria, Proteo Fare Sapere Calabria hanno lanciato, su emanazione del Tavolo Nazionale, l’idea di un tavolo regionale per la scuola democratica c’è stata fin da subito una grande adesione, in termini di consenso, ma soprattutto di contributo di contenuti e di proposte.
E’ opinione condivisa da tutte le componenti del Tavolo che le nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo Scuole dell’infanzia e scuole del Primo ciclo di istruzione siano un pericoloso ritorno al passato. Vogliamo sostenere l’idea di una scuola capace di garantire eguaglianza, secondo i principi costituzionali, emancipazione, pensiero critico e che sia partecipe, anzi promotrice dei processi di innovazione.
Come si legge nella “Lettera – appello alla società civile” del Tavolo nazionale, “questi interventi promuovono un modello trasmissivo, gerarchico, selettivo: una scuola del ‘programma da svolgere’, del merito individuale, funzionale alle logiche aziendalistiche. Si abbandona l’idea di una cittadinanza planetaria per ripiegare su un’educazione che esalta l’identità nazionale, i confini, l’ordine e l’obbedienza”.
L’attacco alla scuola democratica e della costituzione, in realtà, è iniziato già dal 2022 con le nuove linee guida per l’educazione civica incentrate sull’individuo come imprenditore di se stesso, difensore della proprietà privata piuttosto che del bene comune; la riforma della filiera tecnico-professionale che piega la scuola alle esigenze delle aziende e ripropone, in pratica, l’antico ‘avviamento’; il ddl sull’obbligo del consenso informato che minaccia libertà di insegnamento e l’autonomia scolastica e priva i giovani del loro diritto a un’educazione sessuo-affettiva; il ritorno a una valutazione classificatoria e sanzionatoria con il ripristino dei giudizi sintetici nella scuola primaria.
La giornata del 18 ottobre in tutte le piazze d’Italia ha dimostrato che l’idea che il Paese ha della scuola è un’altra e che democrazia e libertà fanno parte di tutti i processi formativi della persona