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Farmaci anti obesità: parla il dott. Tromba

“I nuovi farmaci anti-obesità promettono ottimi risultati e protezione cardiometabolica”, dichiara in un'intervista, il dottore

di redazione
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Abbiamo incontrato il dottor Domenico Tromba, endocrinologo, consigliere dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria e responsabile presso il Dipartimento Scolastico della Regione Calabria per tutti gli Ordini calabresi. Autore dell’“Abecedario dell’Alimentazione”, lo specialista reggino è tra i maggiori esperti italiani nel campo delle malattie metaboliche e dell’obesità, una patologia sempre più diffusa e difficile da trattare.

“L’obesità è una patologia cronica, progressiva e recidivante – spiega il dottor Tromba –. Se non curata, tende a peggiorare con l’età. Non basta una dieta: va trattata per tutta la vita, perché anche quando è ben controllata, può ripresentarsi e richiedere nuovi cicli di trattamento”.

L’obesità non è solo un problema estetico, ma una vera e propria malattia multifattoriale, in cui concorrono genetica, ambiente, ormoni e stile di vita. Le sue conseguenze possono essere molto gravi: aumenta il rischio di diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari, patologie osteo-articolari, alcuni tumori e disturbi psicologici.

“Riduce l’aspettativa di vita e ne peggiora la qualità”, sottolinea l’endocrinologo.

Fino a pochi anni fa, la ricerca di un farmaco efficace per il trattamento dell’obesità era un terreno deludente: i farmaci disponibili erano poco efficaci o gravati da pesanti effetti collaterali.
Oggi, invece, nuove molecole stanno rivoluzionando il trattamento farmacologico dell’obesità.

“Siamo arrivati a un punto di svolta – spiega Tromba –. Questi nuovi farmaci non solo migliorano il controllo del peso corporeo, ma agiscono anche sulle patologie metaboliche e cardiovascolari associate”.

Si tratta di farmaci nati per il diabete, che sfruttano il meccanismo delle incretine, ormoni intestinali in grado di ottimizzare il metabolismo e aumentare la sensazione di sazietà.

“Sono farmaci intelligenti – precisa Tromba – perché sono glucosio-dipendenti: riducono la glicemia alta senza rischiare ipoglicemie”.

Il primo passo in questa nuova era è stato rappresentato dal Liraglutide, somministrato una volta al giorno tramite una penna pre-riempita.
Successivamente, è arrivato Semaglutide, con una durata d’azione più lunga e una somministrazione settimanale, che ha reso il trattamento più comodo e ha permesso un calo medio del 15-17% del peso corporeo.

Il farmaco oggi più innovativo è Tirzepatide, un doppio agonista che agisce sia sul recettore GLP-1 sia sul GIP.

“Questa doppia azione – spiega Tromba – amplifica l’effetto di riduzione dell’appetito e del peso. Gli studi mostrano un calo medio del 26% dopo 88 settimane di trattamento”.

Nonostante i risultati entusiasmanti, il dottore invita alla prudenza: “Sono farmaci efficaci, ma non privi di effetti collaterali. Possono causare disturbi gastrointestinali e interagire con altri medicinali. Inoltre, richiedono terapie prolungate nel tempo”.

Il medico sottolinea che l’intervento farmacologico deve sempre essere associato a uno stile di vita sano, basato su alimentazione equilibrata e attività fisica regolare.

“Questi farmaci non sono una scorciatoia, ma un aiuto. Vanno prescritti solo quando le condizioni cliniche lo richiedono e sotto stretta sorveglianza medica”.

La rivoluzione dei farmaci anti-obesità rappresenta una nuova speranza per milioni di persone. Tuttavia, come ricorda il dott. Tromba, la cura dell’obesità resta una battaglia complessa che richiede consapevolezza, costanza e un approccio multidisciplinare.

“La terapia farmacologica è uno strumento potente, ma la vera cura nasce da un cambiamento duraturo dello stile di vita” – conclude lo specialista.

 

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