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Il SUL lancia l’allarme sui 36 lavoratori del Consorzio di Bonifica ancora senza impiego

Il Sindacato evidenzia anche le conseguenze dal punto di vista operativo, come il rallentamento subito sulla manutenzione nel territorio

di redazione
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Da inizio d’anno 2025 i dipendenti del Consorzio di Bonifica sono fuori dal lavoro. 36 persone altamente professionalizzate non si è voluto o potuto riutilizzare nei lavori di riforestazione e manutenzione territoriale di cospicue zone del basso Jonio. Questi dipendenti, all’epoca del Consorzio di Bonifica, hanno provveduto alla piantumazione di 97.000 alberi su 47 ettari dislocati nelle zone più impervie del territorio, pur con un numero risicato di giornate lavorative (51 il primo anno e 101 il secondo).

Accade che il Consorzio di Bonifica non intende più provvedere ai lavori forestali per cui l’autorità politica decide di farli gestire, almeno in parte, dalla Castore, società in house interamente pubblica, per il 51% di proprietà del Comune di Reggio Calabria e per il 49% della Città Metropolitana. Castore dimentica di inserire la clausola sociale e, quindi, non si è provveduto al transito dalla vecchia alla nuova Azienda. Castore emana un avviso di selezione pubblica a ciìui possono partecipare tutti ma la graduatoria non viene pubblicata, nonostante la conclusione dell’iter di selezione.

La cosa incomprensibile è che Castore assuma tramite l’Ufficio del Lavoro sia appena prima che dopo che la graduatoria è stata redatta.

Vorremmo capire il motivo per cui lavoratori che hanno compiuto con dedizione e onore il proprio incarico e che hanno ricevuto sperticati e sinceri (almeno speriamo).

Il risultato è che buona parte di quei dipendenti attendono ancora risposta, che la necessaria manutenzione ha subito un rallentamento preoccupante e che quei progetti,finanziati con il PNRR, rischiano di rimanere senza l’esito programmato perché, come dichiarato Commissario Europeo Fitto, al 31.12.2026 cesseranno i relativi contributi.

Sollecitiamo l’Azienda Castore e la proprietà della società in house a intervenire per rirpistinare un minimo di diritto in capo a lavoratori che paiono abbandonati da tutti.

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