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Alta Velocità al Sud ed in Calabria: Scutellà attacca il Governo e Regione

"Premier, Salvini e Occhiuto “sorvegliano la propaganda”, ma la realtà è misera», dichiara la consigliera pentastellata

di redazione
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«Non è solo una delusione, è una ferita aperta al diritto della Calabria e del Meridione a esistere come parte dell’Italia e dell’Europa». Lo dice Elisa Scutellà, Consigliera regionale della Calabria, commentando la mappa pubblicata dalla Commissione Europea sulla rete ferroviaria ad alta velocità in Europa, che taglia sistematicamente fuori il Mezzogiorno.

 

L’Unione Europea ha annunciato un piano da 392 miliardi di euro entro il 2027 nell’ambito della rete TEN-T, con l’obiettivo di dimezzare i tempi di percorrenza e realizzare una rete ad alta velocità integrata entro il 2040. Eppure, la Calabria, la Basilicata, la Puglia (ad eccezione di Bari) e la Sicilia risultano non incluse tra i corridoi prioritari.

«È un gioco di prestigio politico», attacca Scutellà. «Mentre Berlino e Copenaghen vengono collegate in poche ore, per i pendolari calabresi persiste lo spettro dei binari unici e dei tempi di percorrenza inaccettabili».

 

I numeri parlano con chiarezza: la nuova linea AV/AC Alta Velocità / Alta Capacità Salerno–Reggio Calabria è stata inserita solo marginalmente nei piani europei, con un avanzamento lavori al lotto 1A inferiore al 5% e una serie di lotti successivi privi di progettazione definitiva.  Nella nostra regione, invece, la rete ferroviaria si estende per circa 852 km, ma resta largamente inadeguata rispetto ai requisiti del trasporto moderno.

 

«Il Governo nazionale – con la regia del duo Meloni-Salvini – e la Regione Calabria stanno sorvolando sull’emergenza infrastrutturale del meridione, preferendo spettacoli mediatici e progetti faraonici, contrapponendo un fantomatico quanto irrealizzabile ponte sullo Stretto, al vero piano di connessione e sviluppo della nostra terra».

 

«Controllo costante, interrogazioni, proposte, infrastrutture concrete» dice la Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. «Non ci fermeremo fino a quando la Calabria non sarà davvero parte della rete europea della mobilità. Perché questa – conclude Scutellà – Non è solo una battaglia per il diritto alla mobilità. Si tratta di dignità. È il diritto dei calabresi alla cura, al lavoro, alla mobilità, al diritto di sentirsi cittadini italiani ed europei».

 

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