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Reggio: intitolata una via alla memoria di Benedetta Nieddu del Rio

“Grazie alla famiglia per aver trasformato una ferita personale in un patrimonio collettivo”, ha dichiarato Falcomatà

di redazione
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Si è svolta ieri la cerimonia di intitolazione di una via a memoria di Benedetta Nieddu del Rio; giovane reggina scomparsa prematuramente nel 2012 a causa di un brutto male.
Presenti i familiari, Carmela Cimino e Costantino Nieddu del Rio; il presidente dell’Associazione Abakhi Alessandro Cartisano; il presidente della Commissione Toponomastica Domenico Cappellano ed il sindaco Giuseppe Falcomatà.
In apertura della cerimonia il presidente della Commissione Toponomastica – Domenico Cappellano- ha ricordato come l’amministrazione abbia scelto, negli anni, di dare priorità ai nomi di personalità reggine per rafforzare il patrimonio di memoria collettiva della città. Ha sottolineato come questo preciso indirizzo abbia permesso di riportare alla luce figure che hanno contribuito in modo determinante alla crescita civile e sociale della comunità; tra cui Benedetta: una tra le più preziose testimonianze  emerse nel percorso di ricerca della Commissione.
Il presidente dell’Associazione Abakhi -Alessandro Cartisano- ha ripercorso la storia della “Casa di Benedetta”; nata nel 2017 grazie alla concessione dell’immobile da parte dei padri monfortani e successivamente rigenerata e gestita dall’associazione con il sostegno della fondazione di famiglia ( una comunità residenziale socio-educativa per minori a rischio devianza e da gennaio 2024 comunità penale per minori provenienti dal circuito della Giustizia Minorile di tutta Italia).
Cartisano ha evidenziato come la “Casa di Benedetta”, inaugurata nel 2020, abbia accolto oltre cento minori provenienti da diverse regioni italiane; con risultati significativi sul piano educativo e, soprattutto,  del reinserimento sociale.
Cartisano ha inoltre rimarcato come l’intitolazione della via contribuisca a chiarire e riordinare un’area cittadina che presentava criticità toponomastiche (certezza del domicilio) oltre a rafforzare il legame tra la casa, la piazza e il quartiere; già coinvolto attraverso il progetto “Adotta il Verde” che ha consentito all’Associazione di adottare la piazza.
I genitori di Benedetta, Carmela Cimino e Costantino Nieddu del Rio, si sono rivolti ai presenti con parole commosse; auspicando che chiunque attraverserà questa nuova via possa percepire la luce interiore che Benedetta custodiva e diffondeva:una luce che oggi continua a vivere attraverso la comunità e che, con l’intitolazione della vita, verrà ancora di più rafforzata nel suo messaggio. Hanno inoltre comunicato l’ipotesi, attualmente in fase avanzata di valutazione, che parte del complesso dei padri monfortani possa diventare uno studentato universitario: un luogo che, una volta realizzato, vedrebbe i giovani percorrere quotidianamente questa strada, avvolti simbolicamente da quell’eredità di speranza che Benedetta ha lasciato.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel ringraziare i presenti e nell’abbraccio dei familiari, ha sottolineato il valore civico e comunitario dell’iniziativa; inserita nel percorso di riorganizzazione della toponomastica cittadina volto a valorizzare personalità significative della storia reggina con l’intento di trasformarle in autentico patrimonio collettivo e comunitario. Ha evidenziato come l’intitolazione, pur essendo dolorosa, fosse “giusta e necessaria”.
Falcomatà ha infatti sottolineato la forza con cui la famiglia ha trasformato il dolore in una sorta di impegno collettivo e missione sociale: “Per condividere il dolore con un’intera città serve una straordinaria forza d’animo – ha dichiarato il primo cittadino- perché avete trasformato una ferita personale in un patrimonio collettivo. Di questo, da Sindaco, vi ringrazio a nome di tutta la città”.
Falcomatà ha poi ricordato il valore simbolico della strada nel suo mettere in relazione luoghi di comunità, accoglienza e socialità: la piazza, la Casa di Benedetta, che lo stesso sindaco ha nuovamente visitato, e gli spazi vitali del quartiere. “Una strada unisce, mette in comunicazione, non divide; e questa strada che unisce – ha concluso – non poteva che portare il nome di Benedetta”.

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