Dopo 30 anni di operato, Donatella Versace lascia il ruolo di Direttore Creativo dell’omonima maison. Scettro e corona andranno a Dario Vitale, ex designer Miu Miu. La Capri Holding, società del brand, comunica che l’iconico volto della maison ricoprirà il ruolo di Chief brand Ambassador continuando a sostenere le iniziative filantropiche e di beneficenza di Versace, promuovendo il brand su scala mondiale. Il presidente e amministratore delegato di Capri Holdings, John D. Idol, sottolinea che “Gli annunci di oggi fanno parte di un attento piano di successione per Versace. Vitale è un eccezionale design leader e siamo certi che il suo talento e la sua visione saranno fondamentali per la crescita futura di Versace”. Donatella accoglie la nuova direzione creativa con queste parole: “Sono entusiasta che Dario Vitale si unisca a noi e non vedo l’ora di vedere Versace con occhi nuovi. Voglio ringraziare il mio incredibile team di design e tutti i dipendenti di Versace con cui ho avuto il privilegio di lavorare per oltre tre decenni. È stato il più grande onore della mia vita portare avanti l’eredità di mio fratello Gianni. Lui era il vero genio, ma spero di avere un po’ del suo spirito e della sua tenacia”. È noto che il brand Versace appartiene, dal 2018, allo stesso gruppo di azionisti dello stilista americano Michael Kors, insieme a Jimmy Choo e di linea leggendaria, ormai, ha il ricordo del defunto Gianni che fonda la maison dell’ iconica Medusa nel 1978, con lo spirito di rivoluzionare la libertà della donna italiana degli anni 80, rendendola libera, provocatrice e trasgressiva. Ogni abito per Gianni era un punto di inizio che segnava, di passerella in passerella, il traguardo della donna verso un’ emancipazione che non teme giudizio. Il lavoro che dal prossimo primo aprile andrà a svolgere Dario Vitale, sarà fedele al mood di Gianni con un concetto di cambiamento che volge lo sguardo ad un futuro attento alle nuove generazioni.
Cheren Surfaro
Sanremo Icon: Lucio Corsi e l’Alta Moda.Tra passerelle Glam Rock, Musica e Cinema
Il connubio tra moda e musica sul palco del Festival di Sanremo non si incontra solo nella serata co-condotta da Bianca Balti ma anche in Lucio Corsi che, dopo aver conquistato il secondo posto del podio ed il Premio Mia Martini consegnato dalla supermodella, conquistato il pubblico con i suoi contenuti e perfomance sceniche, attira l’attenzione del direttore creativo di Gucci. È il 2017 quando lo stilista Alessandro Michele, nel pieno del suo ruolo autorevole in maison, scopre il talento artistico di Lucio Corsi e decide di farlo sfilare per la collezione ispirata al Glam Rock anni 70- Cruise 2018 denominata “Rinascimento Rock ‘n’ Roll”. La scelta di Corsi si rivela un attestato di stima per le sue sfaccettature artistiche. Si svolge nel prestigioso Palazzo Pitti e diventa esclusivo per via del pubblico d’eccezione che ne partecipa, tra cui Elton John e Beth Ditto (voce della band Gossip e modella curvy). Viene fotografato da Mick Rock, noto per i suoi lavori con le icone internazionali della musica, tra i quali David Bowie. A chiudere l’evento è il concerto sito nel Giardino Boboli, luogo in cui Lucio imbraccia la chitarra e suona al fianco dei suoi più illustri colleghi. Altre curiosità su Corsi arrivano dal 2023, anno in cui apre il concerto della storica band londinese The Who al Firenze Rock, qualche mese più tardi riceve la targa MEI come Miglior Artista Indipendente. Nel 2024 con l’uscita del singolo “Tu sei il mattino” arriva un altro importante traguardo con Carlo Verdone che decide di inserire questo brano tra le colonne sonore della sua serie tv “Vita da Carlo”. Consolidato definitivamente al grande pubblico con “Volevo essere un duro” a Sanremo 2025, nel video ufficiale del singolo partecipano amichevolmente due grandi attori toscani: Massimo Ceccherini nei panni del papà del bambino protagonista del racconto e Leonardo Pieraccioni nel ruolo del prete che aiuta la famiglia a contenere lo spirito ribelle del ragazzino. Per il momento è estasiato nel sostenere i prossimi concerti già in sold out ma non ci stupirebbe se dovessimo vederlo con un ruolo sul maxi schermo, dopotutto “Non sono altro che Lucio” è la voce di un artista con i piedi ben saldati al suolo che scopre nuovi orizzonti viaggiando nell’aria, così come fa la musica.
Sanremo Icon: tra la vittoria della contemporaneità di Olly e il tributo alla storia
Gabry Ponte apre le danze alla finale della 75° edizione del Festival di Sanremo e lo fa con l’esibizione del jingle techno folkloristico “Tutta l’Italia” già amato dal grande pubblico ma chi lo conquista realmente è la contemporaneità sonora del brano “Balorda Nostalgia” del vincitore Olly che, incredulo ed emozionato dichiara “Assurdo ma è successo” . Al secondo posto in classifica arriva Lucio Corsi- vincitore del primo della critica Mia Martini, il terzo posto è occupato da “L’albero delle noci” del cantautore calabrese Brunori Sas che si aggiudica anche il premio Bardotti per il miglior testo, a Simone Cristicchi va il premio Giancarlo Bigazzi per il miglior componimento musicale. I premi continuano con l’emozione di Giorgia, fuori dal podio ma vicina ai cuori dei fans al punto di ricevere il premio Connessione offerto dalla Tim e da tutto il calore del pubblico in sala che le urla “Hai vinto tu”, si concludono le premiazioni ufficiali con Antonello Venditti che riceve il premio alla Carriera. Chi si si aggiudica il premio “Icon” di questa rubrica è l’artista che ha ricevuto il premio Mia Martini dalle mani della supermodella internazionale Bianca Balti, definito “Cantautore potentissimo” dal vincitore del Festival, in un nome, Lucio Corsi che dal suo primo ingresso in scena ha reso memorabile ogni sua performance. Il connubio stilistico è abbastanza chiaro; Ziggy Stardust, con l’esperienza del passato, è tornato sulla terra abbracciando anche la poesia, la dolcezza e la schiettezza del cantautorato italiano, raccogliendo tutta la rivoluzione mondiale della musica anni settanta dello scorso secolo. Chi lo definisce Alieno non sbaglia- per come lui stesso dichiara- “Un mio pezzo potrebbe essere uscito nel 1930 e sono sicuro che andrà bene nel 2070. Del tempo non mi frega niente, la musica viaggia nell’aria e mi consente di fuggire dal passato reinventandomelo”. Lo abbiamo visto in versione da duro in stile Kiss & Bowie, duettare “Nel Blu dipinto di blu” in abito bianco insieme all’esordio di Topo Gigio sul palco dell’Ariston, riportando alla ribalta Domenico Modugno, non solo il primo vincitore della storia del festival ma anche la prima voce di Topo Gigio, icona mondiale insieme al successo del brano. Lo abbiamo visto indossare la storia Wandrè, ovvero il primo produttore di chitarre elettriche in Italia in cui Corsi dichiara sui suoi canali social “Stasera mi vesto Wandrè. Per l’ultima notte all’Ariston, serviva tirare fuori Excalibur dalla custodia”. Il suo mood emotivo continua con la scritta Andy sulla suola della scarpa, intento a ricreare un omaggio all’infanzia ed al valore dei ricordi ispirandosi ad una memorabile scena del film Toy Story. Si rivela un artista fuori dagli schemi che si esibisce con i suoi vissuti abiti da palco che non solo racconta la sua gavetta da musicista ma anche la storia del Festival di Sanremo e della nostra nazione. Ad incoraggiare e sostenere Lucio Corsi in questo suo percorso è anche Tony Effe, considerato il più “prezioso” cantante in gara per via dei gioielli sfoggiati durante le serate del festival, dal valore totale di mezzo milione di Euro e lo fa indossando la maglietta cover del brano di Lucio “Volevo essere un duro” e con il volto di Topo Gigio, outfit accessoriato con la collana della discordia di Tiffany & Co, levata sotto obbligo dagli autori del festival, poco prima di esibirsi, per ragioni di conducibilità al suo sponsor. Come ci insegnano i grandi nomi del nostro passato, si diventa Icon facendo rivoluzione, riavvolgendo il nastro per ri- scrivere la nostra storia.
La serata cover, forse la più amata del Festival di Sanremo, si è conclusa con la vittoria del binomio Giorgia – Annalisa, esibite con il brano Skyfall di Adele. Nonostante la performance sia stata un fuori gara ai fini del festival, la vera sfida è avvenuta mettendo in discussione l’attitudine e la confort zone dei partecipanti – come racconta Giorgia – “È stata Annalisa a propormi Skyfall. La proposta mi ha stuzzicata perché io non avevo mai cantato Adele, ho voluto misurarmi con questa canzone”, conclusa con standing ovation. Partendo dall’unione di due grandi voci del nostro panorama musicale, la suggestione, per tutti i protagonisti in gara, avviene anche attraverso lo “spartito digitale”, ovvero l’innovativa idea del regista di Sanremo 2025, Maurizio Pagnussat, che ha creato per ogni singola esibizione del festival una melodia digitale fatta di inquadrature, movimenti di macchina, luci e grafiche attinte dal trend degli attuali video-clip musicali pop. Al secondo posto della classifica si piazza Lucio Corsi in duetto con Topo Gigio, personaggio scelto in quanto l’unico più vicino a Domenico Modugno, il primo doppiatore dell’iconica voce di Gigio (1959-1960). “Nel blu dipinto di blu è la canzone delle canzoni- racconta Lucio Corsi tramite i suoi social- poiché l’elemento della musica è l’aria. Topo Gigio mi ha insegnato come non diventare marionetta”. Nel 1958 questo brano vince il Festival di Sanremo ed è la prima canzone italiana ad ottenere il titolo di canzone più famosa nel mondo, classificandosi al terzo posto all’Eurovision Song Contest di quell’anno. Sempre al terzo posto ma della serata di Sanremo cover 2025, arriva “Bella stronza”, cantata da Fedez in duetto con l’autore Marco Masini. Entrambi in total black scenico, la canzone rimane colma di controversie riguardo la dedica del brano che subisce un restauro del testo per uniformarsi al mood di Fedez ed alla società, ormai lontana dall’ideologia espressiva del 1995. L’interpretazione di Marco Masini (già vincitore del Festival nel 2004 con “L’uomo volante”) nonostante qualche cambio sonoro, mantiene alto il tiro e l’intenzione rock del brano in suo perfetto stile vecchia scuola. È una serata dove il passato incontra il presente e questo ce lo comunica l’outfit del co-conduttore Mahmood, in Maison Margiela con la firma di John Galliano, pensato per far rivoluzione su l’attuale consumismo estremo dell’abbigliamento e per non produrne altro, attinge capi dai mercati dell’usato per creare una collezione attraverso l’assemblaggio di pezzi provenienti dal passato. Non poteva esserci occasione d’uso migliore per sfoggiare questo concetto, se non in una serata capsula del tempo che ha puntato il riflettore su tutti i vincitori storici del Festival di Sanremo.
Dalla passerella Green Carpet alla prima serata sul palco dell’Ariston abbiamo iniziato a cogliere l’essenza dei protagonisti in gara e smentita, per alcuni, nel corso dell’esibizione.
Come promesso da Francesca Michielin “Qualcosa di inaspettato” arriva dal cambio di mise; leva le stampelle ed il tailleur effetto pigiama che sottolinea ironicamente il suo infortunio e passa ad un dresscode che si amalgama totalmente alla performance ed al mood pop del suo brano. Il colpo di scena avviene per Elodie che abbandona il sensuale mix di trasparenze Mugler per un abito, migliore amico con il make up, che rievoca il passaggio del 2002 di Anggun al Festival di Sanremo, con il Gucci bordeaux è subito diva d’altri tempi. Molto discussa e contrastata è la tenuta in bianco antico di Valentino per Coma_Cose, seppur attinente al tema romantico di “Cuoricini” rimane d’impatto particolarmente epocale, come testimonia anche il forte make up da bambola d’altri tempi. Rimanendo sul tema epoca e romanticismo, rimane fedele allo stile Dandy (damerino) Achille Lauro con il suo abito in Dolce & Gabbana che ricorda il Jack Dawson del Titanic tirato a lucido per la serata di Galà, riconferma il mood in gessato per la seconda esibizione. Poco credibile per il suo carisma ma in linea con “Incoscienti giovani”.
Presente alle discussioni l‘immagine di Tony Effe che dal Green Carpet conferma solo il colore della pelliccia per il suo Total White completo di cover up sui tatuaggi. Che non voglia comunicare una “ripulita” di attitudine verso i suoi testi accusati di misoginia? Certo è che il brano in gara si slega dallo stile e dal sound che finora lo ha reso noto al grande pubblico.
Un’altra tenuta scenica che dal Green Carpet al palco volta pagina ma torna nella seconda puntata è quella del cantautore Lucio Corsi che si ispira alla band Glam Rock americana dei Kiss in visita alla corte di Re Sole, il quale sottolinea i cambi poliedrici del suo guardaroba con la stessa facilità in cui avvengono nella sua ballad “Volevo essere un duro”. Rimaniamo nelle corti francesi con il cappotto di Irama, proveniente dalla Maison Balmain, il cui stile si lascia influenzare dal grado militare di Lady Oscar.
È la volta di Sarah Toscano, giovanissima voce che incanta ed emoziona il Festival con la sua “Amarcord” e sul come fosse vestita non ci soffermiamo poiché rientra tra gli artisti come Giorgia, Marcella Bella, The Colors, Modà, Willie Peyote, Simone Cristicchi, Clara e Joan Thiele che puntano ad emozionare il pubblico rendendo protagonista la loro arte canora.
Tra abito e testo mantiene coerenza stilistica Fedez in Atelier Versace ma ciò che continua a far discutere è l’occhio alienato che ricrea con particolari lenti a contatto ispirate dal chitarrista dei Limp Bizkit. Questo suo mood lo fa arrivare in top 5 nella classifica della seconda serata.
Concludiamo con Brunori Sas, il cantautore calabrese che è entrato nel cuore di tutti gli italiani, per come testimonia la sua presenza nella top 5 classifica di Sanremo in prima serata, assieme ai colleghi Achille Lauro, Joan Thiele, Giorgia e Lucio Corsi. Il suo inedito “L’albero delle noci” prodotto dalla Island Records è già attivo su tutte le piattaforme anche con il video ufficiale girato in Calabria con la straordinaria regia di Giacomo Triglia, prodotto da Borotalco TV e supportato dalla Calabria Film Commission.
Sono stati protagonisti di queste prime puntate diversi commenti ed emozioni, soprattutto per la seconda serata in cui la co-conduttrice e supermodella Bianca Balti ha regalato al pubblico un forte messaggio motivazionale, celebrando la vita nella bellezza di ogni sua stagione.
Nonostante tutto questo, siamo ancora un po’ lontani dal concetto di Icona 2025. Attendiamo lo stupore nel corso delle prossime sfide.
Sanremo Icon: la Dicotomia dell’immagine. Le perfomance dal riflettore già acceso
Mancano poche ore all’inizio della kermesse ligure che avrà in conduzione e direzione artistica Carlo Conti e già alcuni dei protagonisti in gara non rimangono in silenzio stampa: “Battito” , inedito di Fedez che conduce nel buio e profondo abisso della psiche, è “Una dicotomia tra quella che può essere una canzone d’amore dedicata ad una donna impersonata nella depressione” dichiara Federico Maria a Carlo Conti, in anteprima sul palco del Teatro Ariston. Il concetto di opposto si ritroverà in “Bella stronza” nella serata cover in duetto con Marco Masini dove il testo, in vecchia scuola e politicamente scorretto, subirà un restauro di strofe per renderla nuova ed adattarla al mood dicotomico di Fedez. Non ci resta che attendere l’inizio del festival per scoprire a chi sarà dedicato questo principio di opposizione. All’attivo, sul palco dell’Ariston, la dicotomia rimane ancora solida tra gli artisti in gara; se da una parte Achille Lauro in Dolce & Gabbana, Irama in Balmain, Coma_Cose in Valentino faranno molto discutere, dall’altra il cantautore Lucio Corsi annuncia che non avrà uno stylist responsabile della sua immagine ed i suoi outfit arrivano direttamente dal suo armadio personale, Willie Peyote indosserà una serie di capi brandizzati con tessuti raccolti da fondi di magazzino, Joan Thiele nella sua prima apparizione a Sanremo ci farà ricordare il volto di Frida Kahlo, curato da Chanel. Restiamo sintonizzati sul “Qualcosa di inaspettato”, spoiler di Francesca Michielin ed attendiamo il colpo di scena di Elodie che depista ogni scommessa.
La 75esima edizione della Kermesse canora sanremese è alle porte, questa volta al timone ed alla direzione artistica è Carlo Conti che, nell’iconico Teatro Ariston, dall’11 al 15 febbraio, per tutte le sere sarà affiancato dai celebri nomi, in co-conduzione, quali Gerry Scotti, Antonella Clerici, Bianca Balti, Cristiano Malgioglio, Nino Frassica, Miriam Leone, Elettra Lamborghini, Katia Follesa, Mahmood, Geppi Cucciari ed in finale avrà al suo fianco Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan. Ventinove artisti in gara si sfideranno con brani inediti, duetti, cover e perché no, anche la perfomance e la ricercata tenuta scenica di ogni singolo artista probabilmente si farà ricordare e discutere, così come fece Fiorella Mannoia in abito bianco e barefoot (piedi nudi) nella scorsa edizione e Anna Oxa nel 2001, un mood che ha reso Icon quel momento della loro esibizione ancor più del brano in gara. Altri esempi affini li si recuperano nel “manifesto politico” di Loredana Bertè nel 1986, quando si presentò in scena con mini dress in pelle nera ed un finto pancione il cui messaggio urlava forte e chiaro: “La donna incinta non è malata ma ancora più potente. Solo Sting mi capì, invece la casa discografica mi strappò il contratto”. Accompagnata dalla grinta della sua voce e dalla trasgressiva attitudine rock, mise in piazza l’attuale tema delle donne incinte, il cui ruolo viene messo in discussione. Fece parlare di sé per molto tempo. Potremmo andare avanti per giorni e riportare alla ribalta i grandi nomi che hanno scritto le storiche perfomance di Sanremo ma l’obbiettivo è quello di continuare la ricerca e l’Icona di questa edizione negli artisti che si presenteranno sul palco con i loro inediti dai temi attuali:
- Achille Lauro– Incoscienti giovani
- Gaia- Chiamo io chiami tu
- Coma_Cose– Cuoricini
- Francesco Gabbani– Viva la vita
- Willie Payote– Grazie ma no grazie
- Noemi– Se ti innamori muori
- Rkomi- Il ritmo delle cose
- Modà- Non ti dimentico
- Rose Villain– Fuorilegge
- Brunori SAS– L’albero delle noci
- Irama– Lentamente
- Clara- Febbre
- Massimo Ranieri– Tra le mani un cuore
- Sarah Toscano– Amarcord
- Fedez– Battito
- Simone Cristicchi– Quando sarai piccola
- Joan Thiele– Eco
- The Kolors– Tu con chi fai l’amore
- Bresh– La tana del granchio
- Marcella Bella– Pelle Diamante
- Tony Effe- Damme ‘na mano
- Elodie- Dimenticarsi alle sette
- Olly– Balorda nostalgia
- Francesca Michielin– Fango in paradiso
- Lucio Corsi– Volevo essere un duro
- Shablo feat. Gue, Joshua e Tormento– La mia parola
- Serena Brancale– Anema e core
- Rocco Hunt– Mille volte ancora
- Giorgia– La cura per me
In panoramica, riguardo il festival, sappiamo che gli ospiti annunciati in esibizione dal palco galleggiante Costa Toscana sono i Planet Funk, dal Suzuki Stage allestito in Piazza Colombo si esibiranno Raf, Big Mama, Ermal Meta, Benji & Fede, Tedua. Altri ospiti presenti nelle prima serata saranno: Lorenzo Jovanotti, Noa, Mira Award. Mercoledì 12 febbraio: Damiano David, il cast del film Follemente. Giovedì 13 febbraio: Duran Duran, cast della serie tv Mare Fuori e l’ospite di sabato 15 febbraio sarà Vanessa Scalera.
Tornando ai personaggi in gara, reduci dalle scorse edizioni, che attirano l’attenzione sulla loro immagine scenica sono Achille Lauro, performer che ha fatto delle sue scelte fashion un tratto distintivo delle sue apparizioni. Il cantautore, sempre legato a Nick Cerioni, punterà sullo stile sartoriale, elegante e seducente di Dolce & Gabbana. Stesso team di styling anche per Clara Soccini, rivelazione a Sanremo 2024, di nuovo seguita da Francesco Vavallo che per lei potrebbe scegliere anche qualche creazione vintage. Elodie, una delle artiste più discusse ed in analisi dell’Ariston, sarà sempre seducente, sofisticata e dark chic, seguita dalla stylist Giulia Cova. Inedita sotto tutti i punti di vista sarà l’immagine di Fedez, che fedele al brand dell’amica Donatella Versace, indosserà creazioni su misura di “Atelier Versace”. Viene confermato anche il legame di Giorgia con Dior che lo scorso anno, per la serata in cui la cantante è stata co-conduttrice, ha indossato diversi dress disegnati per lei da Maria Grazia Chiuri. Per i cantanti meno noti al grande pubblico, lo stile è fondamentale per farsi ricordare anche da chi non li conosce ancora bene. Terremo d’occhio alcuni nomi che a Sanremo e non solo hanno dimostrato di saper sperimentare con lo stile contemporaneo.
Rose Villain, Irama e Rkomi, gli artisti amati dal pubblico giovane, nelle scorse edizioni hanno portato all’Ariston originalità e tocchi glamour indimenticabili.
Piene di stile anche le uscite de Coma_Cose, che hanno colpito il pubblico in passato con outfit coordinati; non ci resta di scoprire se anche quest’anno ripeteranno la formula vincente. Andiamo ad investigare anche sullo stile dei conduttori: Il guardaroba di Carlo Conti sarà composto da abiti da sera sartoriali realizzati in atelier da Stefano Ricci, brand Toscano così come Geppi Cucciari indosserà abiti di Antonio Marras. Elettra Lamborghini sarà un icona di luce e stile indossando gli abiti spettacolari di Zuhair Murad, il maestro degli abiti dei principali Red Carpet internazionali. Alessia Marcuzzi, invece, punterà su Dolce & Gabbana, come già anticipa nelle sue stories su Instagram con la prova abito delle meravigliose creazioni realizzate per lei. Attendiamo adesso l’inizio del festival per scovare non solo l’icona di questo 2025 ma soprattutto il vincitore del festival che rappresenterà la nazione in Svizzera all’Eurovision Song Contest, in programma a Basilea martedì 13, giovedì 15 e sabato 17 maggio.