Lavori in corso sul versante jonico per il rifacimento del reticolo stradale di competenza della Città Metropolitana. Interventi in fase di realizzazione in contrada Donisi, nel comune di Siderno, sulla Sp 119 dism, dove è in corso la scarifica e la bitumazione del nuovo tappetino stradale, per un intervento complessivo di circa 30mila euro. Altro intervento in località Salvi, sempre all’interno del Comune di Siderno, sulla Sp 117 dism, per un lavoro di ripristino del valore di circa 10 mila euro. “Due interventi – ha spiegato il sindaco facente funzioni Carmelo Versace, che detiene anche la delega alla viabilità della Città Metropolitana – forse apparentemente secondari, che in realtà costituiscono un nuovo step nel percorso complessivo di messa in sicurezza ed efficientamento dell’intero reticolo viario della Città Metropolitana, che sta riguardando in particolare l’area jonica ed il comprensorio della Locride“. “Gli interventi – ha aggiunto Versace – programmati d’intesa con il settore viabilità dell’Ente, guidato dal Dirigente Lorenzo Benestare, proseguiranno nei prossimi giorni secondo il cronoprogramma fissato, che punta all’efficientamento del reticolato stradale di competenza metropolitana a partire dalle criticità principali”.
Filippo Francesco Idone
Roccella Ionica: tutto pronto per la IV Edizione del Festival Locrian Department
La suggestiva Chiesa Madre del Castello Carafa di Roccella Ionica ospiterà la IV Edizione del Festival Locrian Department. Una settimana di Residenza Artistica per la produzione di un’Opera Musicale Originale. L’Opera realizzata sarà pubblicata in Vinile e video documentata dalla film maker Erin Mckinney di Chicago (Magnum Photo Agency). Una settimana di Residenza Artistica organizzata in partenariato con il Comune di Roccella Ionica e il Festival Rumori Mediterranei. Il progetto è cofinanziato da NOMA World aps e dalla Regione Calabria P.A.C. 2014-2020 Az. 6.8.3.
La Chiesa Matrice del Castello Carafa diventa Teatro per la rappresentazione di un’esperienza immersiva unica nel suo genere. La Chiesa, per la sua struttura e connotazione architettonica, è un luogo perfettamente adatto alle audio registrazioni delle performance dal vivo. Le peculiari qualità psico-acustiche dell’architettura di matrice Medievale, amplificheranno il suono all’interno della Chiesa, che risuonerà insieme ai musicisti. Per La Fortezza del Suono è stata scelta una linea di produzione artistica specifica: registrare non solo i suoni degli strumenti ma anche “l’aria” intorno agli strumenti stessi, ovvero la risposta acustica della Chiesa. Verranno effettuate registrazioni audio che metteranno a fuoco la dinamica del suono e la sua integrità timbrico armonica.
Giochi di luci al laser, generate dalle frequenze dei suoni prodotti dai musicisti, saranno proiettati negli spazi del Castello.
I musicisti attiveranno un dialogo multidisciplinare, sonoro e visivo, tra le consegne culturali del Medioevo e i linguaggi sperimentali delle avanguardie musicali. Gli Artisti coinvolti, di caratura internazionale, eseguiranno musica contemporanea “acusmatica”, basata sulla composizione istantanea e su partiture musicali grafiche. Nelle sere del 7/8/9 luglio dalle ore 21:00 alle ore 22:00 le porte della Chiesa saranno aperte al pubblico, che potrà assistere alle performance/concerto durante le sessioni di registrazione. I musicisti accompagneranno il pubblico all’ascolto dei linguaggi musicali contemporanei, attivando un confronto volto alla comprensione del processo creativo messo in atto.
Laser, Sintetizzatori, Chitarra Elettrica, Cornetta, Tromba, Percussioni e Voce riempiranno di luci e suoni gli spazi del Castello Carafa, che diventerà un palcoscenico internazionale per confermare Roccella Ionica come luogo fonte d’ispirazione e attrattore culturale, funzionale alla creazione e alla divulgazione artistica nel Mediterraneo.
Direzione Artistica a cura di Tommaso Marletta
Artisti in Residenza:
Albero Novello • Laser, Sintetizzatori
Alessandra Laganà • Voce, Sintetizzatori
Daniele Pagliero • Sintetizzatori
Gabriele Mitelli • Piccola Tromba, Cornetta, Sintetizzatori
Stefano Giust • Percussioni
Tommaso Marletta • Chitarra E., Sintetizzatori, Set Design
Erin Mckinney • Video-Foto Reportage
L’evento sarà presentato alla stampa il 28 lgulio alle ore 18.00 nella sala riunioni “Giusy Bruzzese” del Comune di Roccella Ionica (plesso nuovi uffici comunali)
Da oggi, i 7.901 paesi italiani, siano essi città o piccoli borghi, possono candidarsi a divenire “Comune Plastic Free 2024”. Il riconoscimento della onlus impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica premia l’impegno e l’attenzione verso l’ambiente di ogni amministrazione comunale, in base al proprio livello di virtuosità. Cinque i criteri di valutazione: rapporto di collaborazione con l’organizzazione ambientalista, corretta gestione dei rifiuti urbani, contrasto effettivo agli abbandoni illeciti, educazione e sensibilizzazione dei cittadini, realizzazione di azioni virtuose sul proprio territorio.
Ogni Comune potrà candidarsi gratuitamente entro il prossimo 13 novembre, contattando il referente locale Plastic Free o inviando una mail a comuni@plasticfreeonlus.it. Il Comune riceverà immediatamente tutte le indicazioni necessarie per poter fornire le evidenze che agevolino la valutazione da parte del comitato interno alla onlus. In appena 20 giorni si potrà ottenere un pre-esito con una lista di potenziali azioni da mettere in campo per poter migliorare il proprio livello di virtuosità.
“Con i nostri referenti verificheremo sul campo l’impegno concreto del Comune e attesteremo la veridicità dei dati comunicati ma, soprattutto, saremo accanto alle singole amministrazioni per guidarle ad ottenere l’ambito riconoscimento – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus – Per questo, invitiamo a non attardarsi affinché si possa contare su un tempo maggiore per attuare assieme una serie di iniziative e progettualità in linea con la scheda di valutazione così da raggiungere un risultato più importante a beneficio dell’ambiente e della propria comunità”.
Il riconoscimento che premia gli sforzi delle amministrazioni comunali con 1, 2 o 3 tartarughe giunge alla sua terza edizione. Dopo aver premiato 49 Comuni nel 2022 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze e 69 Comuni lo scorso marzo a Palazzo Re Enzo a Bologna, e aver ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e del Parlamento Europeo, nel 2024 Plastic Free ha scelto Milano come città madrina dell’evento, con cui da poche settimane è stato anche siglato il protocollo di collaborazione.
“L’elenco dei Comuni Plastic Free 2024 sarà reso noto a gennaio mentre la premiazione avverrà a marzo – spiega il presidente De Gaetano – Invitiamo tutti i Comuni a testare il proprio livello di attenzione per l’ambiente e ad ambire al nostro riconoscimento che, come testimoniato anche da casi concreti come quello della Regione Sicilia dove sono stati stanziati 63mila euro, permette l’accesso a risorse dedicate, con ulteriori vantaggi per la comunità locale”.
Se il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, anziché preoccuparsi di chiudere i porti e difendere i confini dai poveri disperati si fosse occupato di chiudere le crepe contenute nel codice degli appalti, che permettono a politici deviati ed a criminali di bivaccare con i soldi pubblici e di Governare i cittadini per il proprio tornaconto, avremmo costruito un deterrente per le ruberie e garantito un lavoro dignitoso a chi opera nei servizi in appalto. Invece il codice degli appalti è stato modificato in peggio, in nome della salvaguardia “del fare” senza ostacoli, allargando così quella crepa che continuerà ad ingrassare malaffare e malapolitica.
L’operazione condotta dalla Procura di Catanzaro e dalle forze dell’ordine stamattina ci offre un respiro e aria pulita della quale si avverte il bisogno ma, naturalmente, arriva a distanza di un decennio da quando i fatti malavitosi si sono consumati e l’azione giudiziaria non riparerà i soprusi, la prepotenza, la violazione stessa della democrazia che abbiamo subito come calabresi. Non restituirà alle lavoratrici ed ai lavoratori degli appalti coinvolti le ore di lavoro tagliate, i licenziamenti, i ricatti… perché non c’è lavoro e bisogna accontentarsi; non ridarà indietro a chi si è visto negare un servizio pubblico o un’opportunità ciò che gli era dovuto.
Ecco perché il codice degli appalti non va indebolito, come questo Governo ed il Ministro Salvini stanno facendo, perché indebolirlo significa allargare ulteriormente quella crepa e mantenere vivo un sistema che, aldilà delle retoriche, se non fa bene alla politica ed alla democrazia ha fatto bene ai politici che continuano ad alimentare il consenso attraverso favori e clientele che uccidono le speranze di riscatto della nostra Calabria. Fino a quando la Magistratura non sarà in grado di dimostrare soprattutto alla politica ed ai politici che alla fine la Giustizia farà prevalere sulla sua bilancia il lato dell’onesta – in altre parole a dimostrare che vale la pena e sia più utile vivere ed operare onestamente – la Calabria e l’Italia sono condannate ad una democrazia deviata ed alla precarietà e povertà nel lavoro.
A chi, oggi con responsabilità politiche importanti, si spenna le mani per applaudire l’operato della Procura e delle forze dell’ordine diciamo che sarebbe più opportuno adoperarsi coerentemente con i propri partiti e con i propri rappresentanti istituzionali a tutelare le leggi come il codice degli appalti, o gli strumenti come le intercettazioni che aiutano a chiudere la crepa dell’illegalità e salvaguardano il lavoro onesto e regolare.
L’Aeroporto dello Stretto vive da anni, nonostante gli sforzi delle istituzioni territoriali e dalle OO.SS., una condizione statica di abbandono, che lo ha portato, negli ultimi tempi, ad un calo drastico dei passeggeri, tanto da non renderlo più appetibile ai vettori che dovrebbero scegliere Reggio Calabria. Un danno economico rilevante, per il comparto turistico dell’area metropolitana, ma non soltanto per esso, che in tal modo è privata di un’infrastruttura rilevante che mobilita migliaia e migliaia di passeggeri ogni mese.
Vero è che Reggio Calabria è la parte più a sud della penisola italiana, ma al contempo è innegabile che la stessa Città metropolitana goda di bellezze culturali, naturalistiche e paesaggistiche da far invidia a qualsiasi altra concorrente nel mediterraneo. Basti pensare alle bellezze artistiche e naturalistiche di Scilla, della Tonnara di Palmi, di Roccella Jonica, di Stilo, di Gerace, oppure, ai percorsi archeologici di Palmi, Gioia Tauro, Rosarno, Locri, Bivongi per rimanere nel territorio, senza considerare la bellezza della Città di Reggio e dei suoi Bronzi. Un valore, certamente, aggiunto per questa terra, spesso salita alla ribalta esclusivamente per le illegalità diffuse e che invece meriterebbero attenzione e cura, prospettiva e visione.
È questo quello che manca. Manca la capacità di mettere insieme le cose, ovvero l’abilità di immaginare un sistema di trasporto pubblico, che unisca rete ferrata ed Aeroporto e che veda quest’ultimo come una finestra aperta sul mondo, pronta ad accogliere milioni di passeggeri e turisti che vogliano innamorarsi della nostra terra. Le molteplici attività messe in campo dagli Enti territoriali e dalle OO.SS. in questi anni non si sono rivelate sufficienti. Nell’ultimo periodo una visione miope ha caratterizzato l’azione della Regione e di Sacal, che non hanno guardato agli interessi generali e strategici dell’Aeroporto dello Stretto. Cosa fare allora? Bisogna urgentemente sedersi ad un tavolo, con tutti gli attori interessati, per trovare le giuste strategie di sviluppo di una infrastruttura nevralgica ed essenziale per la crescita del territorio. Se ciò non dovesse concretizzarsi, sarebbe utile iniziare ad immaginare una soluzione alternativa, che punti ad una governance indipendente dell’Aeroporto dello Stretto, specificamente ancorata agli interessi del territorio.
Bene fa la città Metropolitana ad alzare il livello di confronto con tutti gli attori interessati, serve pensare in grande e programmare un piano industriale serio che inserisca all’interno anche il rilancio dello scalo reggino. Servono investimenti per superare i problemi atavici che caratterizzano lo scalo e su cui in pochi hanno deciso di spendersi, adeguando la pista di atterraggio ed agendo tecnicamente per il superamento delle limitazioni, per le quali i piloti necessitano di un addestramento particolare. Forse il PNRR, da questo punto di vista, poteva costituire uno strumento fondamentale per l’implementazione della struttura aeroportuale, invece nulla è stato fatto da parte dei soggetti deputati alla governance regionale.
Serve la volontà di tutte le parti istituzionali coinvolte, affinché l’Aeroporto dello Stretto non sparisca definitivamente dall’agenda regionale e soprattutto dal piano nazionale degli aeroporti. Come Cgil dell’Aerea Metropolitana crediamo sia importante spegnere le polemiche e concentrarsi tutti insieme (Regione, Sacal, Città metropolitana, Enac, Ministero dei Trasporti ed OO.SS.) sul lavoro da fare, nell’interesse di migliaia di cittadini delle aree metropolitane di Reggio e Messina, che già vivono un isolamento importante, per la mancanza di reti ferroviarie adeguate ed infrastrutture di collegamento interno. Da parte nostra ci dichiariamo immediatamente disponibili a partecipare ad un confronto costruttivo, già lanciato pubblicamente dalla Città Metropolitana, a livello territoriale e nazionale, che coinvolga tutti i soggetti decisori e possa in maniera concreta offrire una prospettiva di rilancio per il nostro scalo, immaginando anche soluzioni differenti rispetto all’attuale assetto di governance regionale.
Gregorio Pititto segretario CGIL Rc-Locri
Reggio Calabria: importante evento alla Parrocchia S. Cuore di Gesù
Il divenire di una comunità, civile e di fedeli, che si riconosce oggi nella Parrocchia del S. Cuore di Gesù, al rione ferrovieri. Sarà questo il tema di una rappresentazione, tra narrazioni e testimonianze, accompagnate da immagini d’epoca, che si terrà nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, in via Galilei, domani sera, a partire dalle ore 20,30, dal titolo “Na Cresia, nu Riuni, Cuntu e cantu”. Evento inserito nel programma delle annuali festività in onore del S. Cuore di Gesù.
Aneddoti, personaggi, storie, curiosità, che si sono susseguite nella realtà del quartiere a Sud del ponte Calopinace. Là dove un tempo c’era una distesa di campi coltivati e qualche casa rurale, oggi sorge uno dei quartieri più popolosi e centrali della città. Attorno a quel primo nucleo di case-baracche delle Ferrovie dello Stato, prima, per dare dignità ai ferrovieri del grande Compartimento ferroviario di Reggio Calabria, la costruzione delle moderne palazzine, poi. Quindi il trasferimento delle famiglie dei pescatori della città, nel ‘nuovo’ Rione Pescatori. E accanto ad essi la “Chiesa baracca” luogo di culto degli anni post terremoto, fino alla nuova Chiesa tra le prime realizzate dopo il Concilio Vaticano II, moderna e spaziosa, aperta al culto il 6 aprile 1962 e consacrata da S.E. Mons. Giovanni Ferro domenica 1luglio 1962. Ricordi indelebili nella gioventù di quegli anni, con tanti protagonisti, che affiancarono i parroci che si susseguirono alla guida della Parrocchia. Un racconto per flash, ricordi presi qua e là nel pozzo della memoria, di alcuni giovani dell’Azione Cattolica di quegli anni, e raccolti in un testo narrativo da uno di loro, Nuccio Neri, da anni residente, come tanti altri fuori Reggio e per l’occasione presenti per questa sorta di amarcord reggino, con al centro la scultura del S. Cuore di Gesù, sotto la cui protezione molti sono cresciuti e si sono formati ai valori della fede, dell’amicizia, e della convivenza civile. Un ritrovarsi tra vecchi amici, per raccontare, anzi rivelare ai più giovani, ed a coloro che il quartiere lo vivono da poco tempo, la storia e l’armonia di una comunità che si è sempre più compattata nella difesa della propria identità.
Coldiretti Calabria, Aceto sulla discarica Scala Coeli: “Una vera e propria bomba ecologica”
“E’ una vera e propria bomba ecologica. Cosi esordisce Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria nell’affrontare la grave vicenda che sta interessando la discarica di Scala Coeli (CS). Adesso, dopo la bonifica totale del percolato che, si è riversato sul suolo e sottosuolo, nel fiume Nicà e nel mare, ordinata dalla regione alla ditta gestore dell’impianto, è l’occasione giusta per fare il punto sulla gestione dei rifiuti in Calabria per compiere un salto di qualità ed eventualmente decidere fino a che punto si può e si deve sostenere il principio dell’autosufficienza dei territori nello smaltimento dei rifiuti. Sono già visibili e riscontrabili – commenta – gli elevati costi economici, sociali ed ambientali che colpiscono il sistema integrato agricoltura –agroalimentare-turismo, e, visto che la vicenda ha ormai assunto un rilievo nazionale, anche la reputazione e la credibilità della “ Calabria Straordinaria” che stiamo proponendo al grande pubblico. Non c’è bisogno in questo momento però – aggiunge Aceto – di provvedimenti tampone bensì strutturali duraturi nel tempo e che devono rappresentare una soluzione che a dire la verità sembra ancora lontana. Siamo nella stagione estiva e, ho il grande timore – afferma il presidente di Coldiretti Calabria – che vada in crisi il ciclo dei rifiuti, che potrebbe portarci malauguratamente a farlo diventare calamità naturale. Sui rifiuti la posizione di Coldiretti è chiara e lo abbiamo ribadito a più riprese sia nei confronti con i candidati presidenti che in altre occasioni ufficiali. E’ ormai giunto il tempo, anzi è scaduto, per superare la concezione dei mega-impianti adibiti al trattamento dei rifiuti, che non offrono sicurezza e hanno un impatto terrificante sul territorio. Per questo – continua – occorre indirizzarsi verso la realizzazione di una serie di mini impianti, eco-distretti, concepiti ciascuno per servire le necessità di aree comprendenti bacini con una utenza non superiore a 60-70mila abitanti.”
“Questo, come più volte sostenuto da Coldiretti Calabria, – continua Aceto – significa indirizzare la pianificazione regionale (codificata nei Piani regionali di gestione dei rifiuti) che sono lo strumento con il quale ogni regione misura i propri fabbisogni e verifica di essere o meno autosufficiente nello smaltimento dei rifiuti urbani. Realizzazioni di questo tipo, permettono controlli efficaci e, parallelamente i microimpianti non impattanti, favoriscono la fortemente la raccolta differenziata, facilitando la valorizzazione economica e i ricavi della vendita che potrebbero andare a ridurre gli oneri di raccolta posti a carico di cittadini e imprese. Anche sul piano economico – continua Aceto– gli impianti più impattanti per l’ambiente invece, hanno tariffe di accesso più elevate. Più volte tra l’altro – riferisce – l’autorevole “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promosso da Coldiretti ha certificato che i megaimpianti si prestano ad azioni non conformi alle buone pratiche di salvaguardia dell’ambiente con il ricorso in diverse occasioni ad azioni illegali. Rinnoviamo quindi la nostra contrarietà a mega impianti sul territorio ed esortiamo l’amministrazione regionale, ad intensificare i controlli e sostenere processi di economia circolare con accordi con le imprese, comuni, province e organizzazioni per impianti utili a riciclare tutte le materie prime contenute nei rifiuti. E’ un compito arduo, difficile ma non impossibile!”
Il viaggio per la riscoperta della storia di Reggio Calabria del 900 e della sua rinascita dopo il tremendo terremoto del 1908, rappresentato dalla mostra “Corde et ala. L’opera di Camillo Autore per la ricostruzione di Reggio Calabria” allestita nella sala Boccioni di Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana a Reggio Calabria, ha registrato nei giorni scorsi la visita del nipote del celebre architetto, omonimo del nonno, Camillo Autore. A riceverlo a Palazzo Alvaro è stato il consigliere metropolitano, delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio, che lo ha accompagnato all’interno del percorso espositivo, insieme alla curatrice della mostra, la professoressa Marisa Cagliostro dell’associazione Ulysses. La mostra, che si concluderà il 28 giugno e promossa dalla Città metropolitana d’intesa con Ulysses, ripercorre le diverse fasi e l’impegno di Camillo Autore, per la ricostruzione della nuova Reggio Calabria dopo il sisma del 1908 che investì l’intera area dello Stretto. Sono numerose le testimonianze del suo impegno professionale, dai palazzi istituzionali, alle scuole, alle numerose chiese. Grazie al riordino della donazione delle carte dell’ingegnere e architetto Camillo Autore alla biblioteca “Pietro De Nava” sarà possibile quindi apprezzare il suo impegno e conoscere una storia visibile dell’attuale Reggio Calabria.
“Per noi è stata una esperienza bella ed emozionante soprattutto nel vedere tanto interesse, quasi affetto, verso la figura del nonno da parte di studiosi anche giovani”. Così il nipote Camillo Autore, che era presente insieme alla propria famiglia, “È chiaro – ha aggiunto – un ringraziamento particolare va alla professoressa Marisa Cagliostro che con anni di studio e lavoro è riuscita a valorizzare la figura professionale e l’opera di questo nostro stretto parente, mai conosciuto”. “Conoscere la nostra storia è fondamentale per affrontare meglio il nostro futuro – ha invece affermato il consigliere Quartuccio – l’obiettivo è rivolto alla realizzazione di opere che possano essere utili. Con questa mostra, ci auguriamo di aver contribuito a far conoscere un illustre professionista del primo novecento italiano che ha lasciato davvero segni indelebili nella nostra città”. Documenti, immagini e testi riguardano l’edilizia scolastica: l’Istituto Tecnico Piria, il Liceo-Convitto Tommaso Campanella, la Scuola elementare G. Carducci e le scuole rurali. Infine l’edilizia privata con i palazzi Valentino e Mazzitelli, la casa Zabban e le Case per impiegati dello Stato, di fronte il Museo Nazionale Archeologico, incluse nell’isolato 158. Su incarico del Genio civile e del Comune Autore progettò la Caserma dei RR CC, il Provveditorato e Catasto, il Lido, la via Marina, realizzato con modifiche, il monumento a Vittorio Emanuele III o Cippo e la fontana La luminosa, oggi in corso di riattivazione e restauro. Autore progettò anche alcune Chiese per conto dell’Opera Interdiocesana: Santa Maria dell’Itria, Santa Maria del Soccorso, Santa Caterina del Trivio, Spirito Santo, San Giorgio al Corso-Tempio della Vittoria e la canonica di Santa Lucia.
Ponte sullo Stretto, Versace ribadisce la sua posizione: “Servirà a poco se non si realizzeranno le opere complementari utili”
Il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, è intervenuto al seminario “Il Ponte sullo Stretto di Messina – Un’opportunità per i territori dello Stretto e per l’area Euro-Mediterranea”, organizzato dal Lions club nell’ambito del meeting “Forum Permanente del Mediterraneo e Mar Nero” che unisce circa quaranta club del Multidistretto Italy. “Il Ponte servirà a poco se non si realizzeranno tutte le opere complementari utili ad unire il nostro territorio al resto del Paese”. Così, il sindaco facente funzioni Versace, nel corso del suo intervento, ha aperto uno squarcio “sulle criticità di sistema che ruotano intorno all’idea di realizzazione di un’opera faraonica».
“Non capisco – ha continuato il sindaco facente funzioni rivolgendosi, fra gli altri, ai vertici di Rfi – come sia possibile che, nel 2017, da Reggio Calabria si arrivava a Roma in poco più di quattro 4 ore e, adesso, la stessa tratta, nonostante i forti investimenti sulla rete, si percorra con un’ora in più di viaggio. Cosa dovrebbe collegare il Ponte se questo è lo scenario che siano costretti a vivere ed analizzare? Siamo davanti ad una mega-opera che, da possibile risorsa, rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto”. Per Versace, infatti, “servono opere complementari che sono cosa ben diversa dalle opere di compensazione di cui non avvertiamo alcun bisogno”.
Il problema, infatti, secondo l’inquilino di Palazzo Alvaro “non è la realizzazione di infrastrutture, ma la loro messa in rete con quelle già esistenti”. “Non vedo come le nostre imprese – ha aggiunto – possano continuare ad investire qui se queste sono le condizioni di partenza”. Nel ripercorrere il dibattito che, in queste settimane, sta interessando il ponte sullo Stretto, il sindaco facente funzioni ha detto di “aver apprezzato le parole del ministro Matteo Salvini quando, in passato, ha assicurato la presenza delle Città Metropolitane di Reggio e Messina al tavolo della “Società Stretto di Messina spa”, così da poter supportare le legittime richieste che arrivano dei territori”.
“Se si parla di Ponte – ha proseguito – non possiamo non pensare al sistema di portualità ed a quello aeroportuale, temi sui quali la Città Metropolitana non può operare fintanto che la Regione non trasferirà al nostro Ente le funzioni che le spettano per legge. E se immagino che interverrà prima il Parlamento a risolvere una questione che, ancora oggi, la Regione, unica in Italia, non ha risolto, gradirei, comunque, una presa di posizione netta e chiara da parte delle autorevoli ed importanti cariche istituzionali su una faccenda che interessa direttamente le nostre comunità”.
Il sindaco metropolitano facente funzioni ha, quindi, concentrato la propria attenzione sulla questione della continuità territoriale: “Se ne continua a discutere, ma anche in questo caso servono azioni concrete. Negli uffici del ministero per le Infrastrutture giace un protocollo d’intesa che aspetta la firma di Anas per acquisire la competenza, come giusto che sia, sulle vecchie Strade provinciali di interconnessione che, fino al 2011, venivano finanziate dallo Stato con 19 milioni di euro e che, oggi, vengono gestite dalla Città Metropolitana con trasferimenti per 1,5 milioni su 1800 chilometri di viabilità“. “Servirebbe un po’ di buona volontà da parte di Anas – ha concluso Versace – per firmare, come del resto ha fatto in tutta Italia, questo accordo per liberare delle risorse e per poter fare il minimo indispensabile nei confronti dei nostri territori. Sono piccole richieste, risolvibili in appena 10 minuti, ma in grado di infondere un segnale diverso ad un territorio marginalizzato come il nostro”.
Anas: ripulita la strada statale 107 ‘Silana Crotonese’, interventi sulla strada statale 106 Jonica
Gli Operatori Anas in questi giorni sono impegnati negli interventi di manutenzione delle opere in verde lungo la strada statale 106 Jonica. Le attività, che stanno interessando il tratto stradale compreso nel territorio comunale di Crotone, con interventi di sfalcio erba ai bordi di scarpate e banchine, rientrano nell’ambito delle attività necessarie a garantire i massimi livelli di efficienza e di sicurezza per i veicoli in transito. Inoltre, lungo la strada statale 107 ‘Silana Crotonese’, Anas ha completato la pulizia delle scarpate e delle opere idrauliche nel territorio comunale di Rocca di Neto.