Diciannovenne, proveniente da Bari, il ballerino Mattia Zenzola è il nuovo vincitore di Amici 2023, il programma con cui Maria De Filippi recluta talenti emergenti che spiccano per doti artistiche. Sfidando l’apprezzata cantante Angelina Mango, il ballerino di danze latino-americane si è esibito con quattro performance di grande intensità. Si prende, così, una rivincita sull’infortunio che l’anno scorso lo costrinse a lasciare il programma e, contravvenendo eccezionalmente al regolamento della trasmissione che non permette di partecipare per più di una volta al talent, rientra nella scuola quest’anno, nella squadra guidata da Arisa e Raimondo Todaro. Gli altri due finalisti – Isobel e Wax – pur con l’amarezza di chi sfiora la vittoria, possono reputarsi soddisfatti per aver ottenuto i premi della critica, rispettivamente Tim e Oreo.
Helena Pedone
Drammatico incidente nel pomeriggio di ieri a Crotone. Tre persone hanno perso la vita e una versa in gravissime condizioni. I quattro viaggiavano sulla statale 106, in prossimità della contrada Poggio-Pudano. Le tre vittime sono cacciatori della provincia di Reggio Calabria che erano di ritorno da una gara di caccia svolta nella zona addestramento cani in località Fatagò nel comune di Cirò.
L’auto a bordo della quale viaggiavano, un pick up Ford Raptor di colore blu, per cause in corso di accertamento, è finita fuori strada in un tratto rettilineo della statale 106. La vettura è poi finita in un canale di scolo profondo circa dieci metri e nell’impatto con il muro, Domenico Battaglia e Santo Marcianò, entrambi di 73 anni, sono deceduti sul colpo. I loro corpi sono stati estratti dai Vigili del fuoco di Crotone che con una gru hanno dovuto sollevare l’auto dal canale di scolo per procedere al recupero delle salme. Mentre Antonio Carriago, 29 anni, estratto vivo dalle lamiere dai vigili del fuoco è deceduto poco dopo essere giunto, in codice rosso, all’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Una quarta persona è ora ricoverata nel reparto di Rianimazione del nosocomio crotonese. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e le forze dell’ordine per i rilievi del caso.
È stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato, nella mattinata di ieri, l’autore dell’omicidio che ha scosso la comunità reggina la sera di giovedì 11 maggio.
Si era rifugiato a oltre 200 chilometri da Reggio il presunto assassino di Antonio Morelli, ucciso da due colpi di pistola al torace, al rione Marconi.
L’assassino Damiano Bevilacqua, cognato della vittima, è stato arrestato nel quartiere di Aranceto a Catanzaro.
Bevilacqua, dopo quel giovedì pomeriggio di sangue, si era dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce.
Escluso sin da subito ogni legame con la criminalità organizzata, le indagini si sono concentrate sui rapporti familiari e su controversie, frizioni e litigi tra parenti.
All’incontro di sabato 20 maggio, ore 17,30, che si svolgerà nell’Aula Magna dell’Università Telematica Pegaso (via De Nava, 140) prenderà parte Filippo Sorgonà, Giornalista, Patrizia Gambardella, ANPI Sezione Ruggero Condò e Giorgio Neri, Giornalista. Modererà l’incontro Diego Cilio, Vice Presidente Sezione ANPI “Ruggero Condò”. Desiante, laureato in storia moderna, ricercatore dell’Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea del corso dei suoi interventi ci parlerà di Tommaso Maestrelli, partigiano, indimenticabile allenatore di calcio che porto per la prima volta la Reggina calcio in Serie B (promozione che gli valse il “Seminatore d’oro come migliore allenatore della Serie C). Tommaso Maestrelli, fu partigiano nell’armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, combatte con il 3° battaglione della I^ Brigata Garibaldi, dove ricopri il grado di commissario. Fu anche un iscritto ANPI a Bari. Le storie saranno raccontate e attualizzate per una nuova Resistenza contro i neofascismi – non più olio di ricino e manganello – che attraverso nuove forme cercano d’imporsi a livello nazionale e europeo, perché non si sottovalutino i pericoli continuamente corsi dalla democrazia.
Si raccomanda partecipazione e puntualità.
Al termine dell’incontro ci sarà un buffet cena per raccolta fondi a favore della Sezione ANPI “Ruggero Condò”.
Riceviamo e pubblichiamo:
La cerimonia di consegna delle Bandiere Blu ha premiato ancora una volta la Calabria, con l’assegnazione di ben 19 “vessilli” nella nostra regione. Intendo fare i miei più sinceri complimenti ai sindaci e ai Comuni che hanno ottenuto questo importante riconoscimento, sia per chi è riuscito a riconfermarsi sia per chi ha ottenuto quest’anno la Bandiera Blu per la prima volta, come Catanzaro e Rocca Imperiale. Ma nonostante il raggiungimento di questo obiettivo, da domani le amministrazioni calabresi potrebbero avere, paradossalmente, qualche problema in più da risolvere. Infatti, parrebbe che i fondi regionali che negli ultimi anni sono stati garantiti per i Comuni Bandiera Blu, quest’anno non saranno erogati. Anzi, gli anni scorsi, in questo stesso periodo, le singole amministrazioni conoscevano già gli importi che sarebbero stati trasferiti dalla Regione. Nel 2022, ad esempio, già il 5 aprile l’Assessore Orsomarso aveva annunciato lo stanziamento di 450 mila euro per i Comuni Bandiera Blu. Inutile dire che, oltre alla visibilità e al vanto che il riconoscimento porta con sé, questi fondi regionali rappresentavano uno stimolo in più per i Comuni che intendevano cominciare il percorso di ottenimento del vessillo. In un periodo non certo florido per le casse delle amministrazioni, come quello attuale, queste economie risultano fondamentali per la programmazione della stagione estiva, venendo utilizzati per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la vigilanza sulle spiagge con un numero maggiore di bagnini, il soccorso con i cani da salvamento, la pulizia delle spiagge e dei fondali, la sensibilizzazione nelle scuole, la salvaguardia dell’ambiente. Interventi che non possono essere certamente garantiti senza questi fondi.
Tutto ciò appare come una grande contraddizione, soprattutto se paragonato ai tanti milioni di euro spesi per pubblicizzare la Calabria in Italia e all’estero. Sappiamo bene, infatti, che spesso la Bandiera Blu rappresenta quella certificazione di garanzia decisiva nella scelta della località da visitare da parte dei turisti, in particolar modo dagli stranieri, per i servizi e la qualità dei parametri ambientali. Servizi e qualità che se non garantiti, potrebbero generare un pericoloso effetto boomerang. Credo che le Bandiere Blu, così come le “Spighe Verdi”, rappresentino un’enorme potenzialità per la nostra regione. Ricordo, ad esempio, che la compianta Presidente Santelli, durante un incontro con i Sindaci, dove io rappresentavo il Comune di Soverato, aveva annunciato la volontà di investire sempre di più sui Comuni che avviavano percorsi di eccellenza. Una sua idea era quella di dotare, ad esempio, queste amministrazioni di un bus elettrico per il trasporto dei turisti, come premio e incentivo nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità ambientale. Mi aspetto, dunque, che il Presidente Occhiuto, anche in qualità della sua delega al turismo, possa porre rimedio a questa paradossale situazione già nei prossimi giorni, in modo da permettere ai sindaci di tenere alto il nome della Calabria, programmando al meglio la prossima stagione estiva. Come detto altre volte, ritengo che sul turismo, una delle risorse più importanti per i nostri territori, si possa e si debba fare di più.
Il Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta è stato nominato Vicecomandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. La nomina, su proposta del Ministro della Difesa Guido Crosetto, è giunta a seguito della riunione del Consiglio dei Ministri tenutasi ieri. Dal 13 gennaio 2022 il Generale Galletta ricopre l’incarico di Comandante Interregionale Carabinieri “Culquaber” di Sicilia e Calabria con sede a Messina.
Nato a Firenze, 61 anni, laureato in scienze politiche, pedagogia, scienze della sicurezza interna ed esterna, è il comandante interregionale Culqualber che ha sede a Messina. Gli è stata, inoltre, conferita la laurea magistrale “Honoris Causa” in studi storici, antropologici e geografici dall’Università degli studi di Palermo. Dal 13 settembre 2006 al 13 settembre 2009 ha retto l’incarico di comandante provinciale dei carabinieri di Brescia, per essere nuovamente destinato al comando generale dell’arma, dove ha ricoperto gli incarichi di capo ufficio criminalità organizzata, capo ufficio del capo di Stato Maggiore e capo del III Reparto. Dal 30 giugno 2015 al 3 settembre 2018 ha retto l’incarico di Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”. Dal 13 gennaio 2022 è il Comandante del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”. E’ autore di diverse pubblicazioni di Storia Militare. Il generale Galletta andrà ad affiancare il comandante generale dell’Arma Teo Luzi. (ANSA).
Tutela della purezza di cinque razze autoctone, con una storia di oltre 2.700 anni e benessere psicofisico dell’animale garantito rispettandone l’indole con l’allevamento all’aperto, quasi sempre allo stato brado, che permette ai suini di essere liberi di nutrirsi senza OGM e senza antibiotici, possibilmente dalla nascita. Sono queste le caratteristiche del marchio collettivo “Re Nero 100% puro Suino Nero Italiano”, approvato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e presentato a Tuttofood. La Rete Nazionale del Suino Nero Italiano, con capofila la Filiera Madeo, coinvolge 15 imprese, tra allevatori e trasformatori, presenti in sette regioni: Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria. Oltre 15.000 capi tra Suino nero di Calabria, Nero dei Nebrodi, Casertana, Cinta senese e Mora romagnola per un fatturato che supera i 60 milioni di euro, di cui 40% export. A certificare la qualità e la genuinità dei prodotti è Agroqualità, ente certificatore del gruppo Rina e del Sistema Camerale Italiano. Il marchio “Re Nero” è il frutto del progetto “Filiera Suino Nero Italiano”, promosso dall’associazione di categoria Agrocepi e vincitore del IV bando del Ministero dell’Agricoltura sui Contratti di filiera.
“Garantiamo al consumatore la purezza delle razze autoctone di suino nero, un patrimonio italiano che rischiava di perdersi e che grazie all’aggregazione e alla filiera riusciamo a valorizzare, anche sui mercati internazionali – ha dichiarato Anna Madeo, presidente di Filiera Madeo capofila Rete Nazionale del Suino Nero Italiano, durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato Corrado Martinangelo, presidente Agrocepi; Enrico De Micheli, Amministratore delegato di Agroqualità e gli assessori della Regione Calabria, Gianluca Gallo (Agricoltura) e Rosario Varì (Sviluppo economico) – I nostri suini sono allevati con un’alimentazione a km zero con radici, erbe e olive a cui poi integriamo cereali di filiera corta come grano, orzo, favino e verdura di stagione. Tutto ciò ci permette di realizzare prodotti di altissima qualità che premiamo gli sforzi dei nostri allevatori, custodi dei nostri territori. L’innovazione riguarderà anche il packaging – ha concluso la presidente Madeo – con l’utilizzo di materiali innovativi e riutilizzabili come, ad esempio, l’Apepak, panno in cotone e cera d’api biologica”.
Il progetto di Filiera Madeo, inoltre, costituisce un’opportunità per rispondere ad una rinnovata sensibilità verso l’allevamento dei suini da parte di cittadini e consumatori, in linea con gli obiettivi dell’Unione europea di accrescere la sanità, il benessere degli animali e di ridurre l’impatto ambientale.
“Le razze autoctone costituiscono un importante patrimonio di biodiversità per la loro unicità filogenetica e gli allevamenti promossi dalla Rete Nazionale del Suino Nero Italiano potranno candidarsi, sulla base della rispondenza ai requisiti previsti nella specifica circolare emanata da AGEA, a beneficiare del sostegno dell’ecoschema 1 della PAC 2023-2027 che incentiva, attraverso due specifici livelli, rispettivamente, la diminuzione dell’uso di antibiotici e la promozione del pascolo – ha dichiarato Francesco Bongiovanni, direttore dell’ufficio ‘Valorizzazione biodiversità animale’ del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, intervenuto alla conferenza stampa– Inoltre, potranno decidere l’adesione al sistema di qualità nazionale benessere animale (SQBNA) che prevede l’adozione volontaria da parte degli allevatori di un disciplinare di produzione caratterizzato da una serie di impegni (requisiti di certificazione in corso di predisposizione) che vanno oltre i pertinenti limiti minimi di legge e che prendono a riferimento la sanità animale, la biosicurezza, la gestione dell’intera fase allevatoriale e le emissioni nell’ambiente. Gli operatori del settore primario e quelli della filiera, ottenuta la certificazione potranno quindi utilizzare le informazioni previste dal SQNBA per contraddistinguere e valorizzare sia gli animali sia i prodotti provenienti da allevamenti conformi al sistema”.
La Giornata Internazionale della Danza è ogni anno, ormai da alcuni decenni, promossa e festeggiata dal Centro Studio Danza con un’attività didattica di formazione e quest’anno, ha voluto omaggiare i propri allievi con uno stage di danza aerea, articolato su due giornate, tenuto da Marzia Zambianchi.
“Sono state due giornate straordinarie che hanno visto allievi delle diverse fasce di età perfezionare una disciplina così impegnativa, di grande effetto coreografico; è stata una grande opportunità per trasmettere ancora una volta il grande valore che l’arte ha nella vita di ciascuno di noi; che nella danza, come in qualsiasi altra arte, non esiste un punto di arrivo, semplicemente perché essa è parte della nostra stessa vita e come tale è in continuo divenire.”- queste le parole della professoressa Gabriella Cutrupi, direttrice del Centro Studio Danza che, visibilmente emozionata, si congratula anche con altri cinque soci per aver ottenuto il titolo di “Istruttori di Primo Livello”.
Sono le soddisfazioni che inevitabilmente arrivano quando si lavora con metodo, con passione, quando la propria professione diventa ispirazione e l’allenamento, benessere per il corpo, per la mente, ma soprattutto per l’anima. È stato molto bello osservare gli allievi che, a fine stage, notavano le loro mani provate dagli attrezzi; ancor più significativo il momento di dolcezza creato dalla direttrice Cutrupi mentre spiegava loro che per una ballerina di danza classica invece la normalità è vedere lisi i propri piedi dopo aver danzato sulle punte, segno di un lavoro faticoso ma appassionato, attento e quotidiano che porta a fondere corpo e strumenti di lavoro.
Da qualche anno ormai il Centro Studio Danza ha infatti inserito, tra le già tante discipline offerte ai propri soci, anche la danza aerea, avvaledonsi di una bravissima istruttrice al nome di Deborah Pellerone, una professionista che riesce con le sue acrobazie a coinvolgere il pubblico di ogni fascia d’età e con il proprio garbo, a far sentire, nonostante le difficoltà degli esercizi, gli allievi al sicuro.
La bufera che ha colpito il reparto di Dermatologia del Gom di Reggio Calabria si conclude con il licenziamento della primaria, Giovanna Malara, nel rispetto della normativa vigente che segue la procedura disciplinare. Dopo aver stabilito l’illegittimità della nomina – per la quale la Corte d’Appello ha condannato l’Azienda ospedaliera a un risarcimento danni di 100mila euro – la commissione avrebbe riscontrato la presentazione di documentazione falsa all’atto della domanda di concorso durante il quale Malara è stata ingiustamente favorita penalizzando la collega Valeria Falcomatà, cui spettava il primo posto in graduatoria. Dal confronto tra la documentazione presentata in sede di concorso e i dati in possesso all’Azienda Ospedaliera Papardo, dove la dottoressa operava prima di diventare primario della Divisione reggina di Dermatologia, sarebbero emerse incongruenze di grande entità.
È diventata definitiva la condanna per Ciro Russo, il 46enne di Ercolano, in provincia di Napoli, che il 13 marzo del 2019 a Reggio Calabria tentò di uccidere l’ex moglie. Maria Antonietta Rositani, anche lei di 46 anni, dandole fuoco dopo averla cosparsa di benzina mentre la donna era alla guida della propria auto. La Corte di Cassazione, confermando la condanna di Russo, ha disposto la riduzione della pena inflitta all’uomo dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria da 18 anni e otto mesi a 17 anni e otto mesi annullando il reato di maltrattamenti perché assorbito da quello di tentato omicidio. Russo, con lo scopo di uccidere l’ex moglie, evase dagli arresti domiciliari disposti per lui, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, nella casa dei genitori ad Ercolano e raggiunse in auto Reggio Calabria, dove la donna, dopo la separazione, si era trasferita. L’uomo subito dopo fuggì e fu arrestato dalla polizia il giorno dopo sempre a Reggio Calabria mentre cenava in una pizzeria. Maria Antonietta Rositani, che nel processo si é costituita parte civile contro il marito, assistita dall’avvocato Alessandro Elia, a causa delle fiamme provocate da Russo riportò ustioni sul cinquanta per cento del corpo. La donna, ricoverata nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, fu dimessa solo dopo venti mesi nel corso dei quali è stata sottoposta a decine di interventi chirurgici. (ANSA).